Il nostro ultimo incontro videoludico con il brand dei Puffi non è stato particolarmente felice. Esattamente un anno fa testavamo con mano Puffi Kart, con il suo tentativo di portare i piccoli esserini blu nel mondo delle corse arcade. Un progetto tutto sommato piacevole, ma che non nascondeva una forse eccessiva superficialità. Avevamo definito questa produzione una entrée, in vista del grosso dei festeggiamenti del brand per il suo 65° anniversario, coincidente proprio con il 2023. Quasi a voler chiudere il cerchio, Microids pubblica il proprio dessert per l’IP di titolarità IMPS… stavolta con ben altri risultati.
Sviluppato da OSome Studio, I Puffi 2: Il Prigioniero della Pietra Verde è il nuovo platform 3D dedicato allo storico brand, seguito di Missione Vilfoglia del 2021. Stavolta, i Puffi dovranno allearsi con il loro storico nemico per fronteggiare una minaccia ancora più insidiosa. Per farlo, ricorreranno a vere e proprie armi di distruzione… colta la citazione? Beh, la capirete proseguendo con la nostra recensione.
I Puffi 2: Il Prigioniero della Pietra Verde è disponibile dal 2 Novembre per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Il nemico del mio nemico
Dopo aver sventato la minaccia della temibile Vilfoglia, i Puffi si godono un meritato periodo di tranquillità. Non c’è tuttavia festeggiamento senza dolci e Puffo Pratico, per facilitare la creazione di deliziosi manicaretti, crea uno strumento rivoluzionario: il PuffoMix. Tuttavia, il suo perfezionamento passa dal recupero di un oggetto nelle mani dell’infido Gargamella, la Pietra verde, capace di risolvere ogni problema. La missione di recupero fallisce miseramente, portando alla distruzione dell’artefatto, che libera il malvagio Stolas. Per impedire che tutto il mondo precipiti nel caso, i Puffi dovranno allearsi proprio con il loro acerrimo avversario: Gargamella.
Dopo Missione Vilfoglia, OSome Studio torna a raccontare una storia allegra ed originale, adatta a tutte le età, che gioca sulla suggestione del topos del nemico comune da battere. L’alleanza letale tra i Puffi e Gargamella, dal canto suo, regala simpatici siparietti per una buona chimica che potrà intrattenere davvero chiunque. Un peccato, in questo senso, che anche stavolta, come nel predecessore, non ci sia un doppiaggio in italiano ma solo testi tradotti. Un pò un controsenso, visto che il target principale (ma non esclusivo… ne parleremo) della produzione è legato ad un pubblico giovanissimo che avrebbe sicuramente apprezzato la presenza di voci italiane.
Dal punto di vista grafico, Il Prigioniero della Pietra Verde non stupisce particolarmente, limitandosi ad essere un titolo colorato ed esteticamente grazioso. Le ambientazioni sono varie, l’uso dei colori è a tratti spregiudicato (con alcune parentesi più dark) e l’effettistica sottolinea bene le azioni a schermo. Anche le prestazioni sono in linea generale stabili, non avendo riscontrato problematiche rilevanti su PlayStation 5. Viceversa piuttosto deludenti si sono rilevate alcune texture, inspiegabilmente in bassa risoluzione, nonché la resa degli stessi Puffi, a tratti poco espressivi ed eccessivamente plasticosi.
La colonna sonora si dimostra spesso coerente con i toni del racconto e con quello che ci si potrebbe aspettare dalla IP, grazie anche ad alcuni brani particolarmente azzeccati. Spiace che purtroppo non ci sia una grande varietà, finendo per essere a tratti un po’ ridondante e ripetitiva soprattutto considerando la longevità del titolo. Sotto questo versante infatti c’è poco di cui lamentarsi: per completare l’avventura impiegherete una decina di ore, che raddoppieranno tranquillamente laddove vogliate puntare al completamento pieno (e magari anche al platino).
Fuoco a volontà
Rispetto a Missione Vilfoglia, I Puffi 2 segna alcuni decisi passi avanti, se non addirittura dei veri e propri cambi di direzione.
Se il precedente capitolo puntava più agli enigmi e voleva essere una sorta di rivisitazione di alcune meccaniche in stile Super Mario Sunshine, Il Prigioniero della Pietra Verde prende come ispirazione l’altra metà del cielo delle grandi hardware house giapponesi. Forse l’avrete già intuito dai riferimenti che abbiamo disseminato finora, ma adesso lo esplicitiamo: I Puffi 2 hanno preso diverse pagine dal playbook di Insomniac con quanto realizzato nella saga di Ratchet & Clank.
La corruzione portata dal malvagio Stolas ha contaminato le creature della foresta, rendendo imprescindibile l’uso delle nuove potenzialità offensive del PuffoMix. Lo shooting arcade ricalca in tutto e per tutto il feeling della serie Sony, con tanto di movimento laterale e salto avvitato per schivare gli attacchi avversari. Ciascuno dei quattro personaggi giocabili è dotato di abilità particolari (Tempesta può ad esempio contare su un arco micidiale) che si uniscono alle quattro differenti munizioni con le quali caricare la bocca di fuoco. Accanto all’energia standard ricavata dalla Pietra Verde, sono disponibili proiettili appiccicosi, respingenti ed attraenti. Ognuno ha diversi effetti sui nemici ma anche sul mondo di gioco, visto che il loro corretto uso sarà necessario per risolvere gli enigmi presenti.
Strutturalmente, I Puffi 2 offre livelli sostanzialmente lineari in cui si susseguono fasi platform, risoluzione di rompicapi e aree di combattimento. Pur non palesando mai qualcosa di realmente nuovo, la freschezza è sempre garantita dall’inserimento di qualche piccola variante nella formula o nel level design. Anche l’esplorazione è decisamente incentivata, grazie ad una serie di idee. Anzitutto, dovrete avere gli occhi bene aperti per distruggere tutti i frammenti verdi (alcuni posizionati anche fuori portata, costringendovi ad affinare la mira) nonché per recuperare i consumabili necessari per incrementare le abilità del PuffoMix e dei singoli Puffi. Esiste infatti un sistema di potenziamento in cui scegliere non solo quali caratteristiche migliorare ma anche quali perk montare sull’arma: meglio un sistema di raffreddamento per l’uso delle munizioni speciali o una maggiore velocità per riempire l’attacco speciale? La scelta è vostra ed avrà un grande peso nelle sfide opzionali.
Esplorando infatti i livelli sarà possibile accedere a veri e propri test di combattimento, in cui la difficoltà subirà un deciso innalzamento. Non solo le stanze vi lanceranno addosso ondate sempre maggiori di nemici, ma verrà richiesto al player una grande capacità di gestione del tempo per ottenere il massimo punteggio. In questo senso, ci è sembrato che lo stacco di abilità richiesto sia anche fin troppo repentino, rischiando di mettere in imbarazzo i player più giovani (ma anche quelli esperti che potrebbero prendere sotto gamba la sfida). Si tratta tuttavia, a ben vedere, di una componente stimolante che ci è davvero piaciuta, che porta a tornare in campo dopo i titoli di coda con tutti gli opportuni potenziamenti.
I Puffi sanno che un tesoro c’è
Non possiamo dunque nascondere che Il Prigioniero della Pietra Verde ci ha saputo sorprendere in diverse occasioni.
A partire dal level design, che esplora diverse location tradizionali, ma sempre con un twist interessante ed una direzione artistica ispirata. Passando per il gameplay, maggiormente votato all’azione e che riserva alcuni profili di profondità. Tutte caratteristiche che rendono I Puffi 2 molto più videogioco a tutto tondo che pigro tie-in atto a sfruttare un marchio famoso. Infine, anche la longevità lo esalta come un titolo con una piena dignità, a tratti addirittura lodevole rispetto ad altri esponenti del genere, complice anche la presenza della cooperativa.
Non tutto però è perfetto. Nonostante siano state prese ampie ispirazioni dalla serie Insomniac, la produzione OSome Studio è molto meno raffinata tanto nello shooting quanto nel game design. Sussiste infatti una inferiore varietà di armi da fuoco, una minore fluidità nello shooting e mancano alcune opzioni di crowd control.
Anche sul versante platforming, I Puffi 2 non si spinge fin dove potrebbe, con sezioni sempre piuttosto permissive. La presenza di una meccanica di dash, inoltre, costituisce da un lato un’aggiunta che regala dinamicità, ma dall’altra una risorsa di cui poter abusare in più di una occasione.
La sensazione, insomma, è che il team di sviluppo non abbia voluto osare più di tanto. Una scelta dettata forse dal timore di allontanarsi da parte del proprio target di riferimento. Lo si nota nelle grandi discrepanze di difficoltà con le già citate sfide, che sembrano uscite da una produzione con ben altra audacia. Probabilmente è stata la soluzione migliore per accontentare un po’ tutti, regalando un’avventura alla portata del grande pubblico ed inserendo livelli opzionali più impegnativi. Tuttavia, il netto stacco non è mai una cosa molto positiva e forse sarebbe stato meglio creare un titolo con una curva più omogenea.
Commento finale
Piuttosto raramente i titoli su licenza basati su IP dei cartoni animati riescono ad oltrepassare i propri limiti concettuali e diventare qualcosa di più. Fortunatamente I Puffi 2: Il Prigioniero della Pietra Verde rappresenta una piacevole eccezione. OSome Studio realizza un platform d’azione divertente, generoso e spensierato, adatto tanto ai giovanissimi quanto ai player più navigati. Non tutti gli elementi risultano impeccabili e sussistono alcune sviste strutturali, ma una cosa è certa: i Puffi hanno trovato una strada molto interessante da percorrere, che speriamo possa essere ulteriormente esplorata ed espansa in futuro… che è meglio (cit.).