Recensione in pillole Bright Memory: Infinite – PS5

Nel sempre più vasto ed eterogeneo panorama dei videogiochi indipendenti, l’arrivo su home console di Bright Memory: Infinite è un importante segnale della lenta ma graduale emersione di nuove realtà geografiche. Paesi che fino a pochi anni fa non presentavano un interesse rilevante nel campo videoludico, stanno iniziando ad affacciarsi ad un settore sempre più redditizio. In questo scenario, la Cina è un esempio un po’ particolare. Nonostante si tratti di una delle maggiori potenze economiche mondiali, il suo rapporto con i videogiochi è sempre stato controverso a causa della tendenza del governo cinese di imporre limitazioni sia alla produzione interna sia all’importazione. Nonostante le difficoltà, non sono mancati nei tempi recenti, importanti segnali di apertura nei confronti del grande pubblico occidentale: impossibile non citare il fenomeno Genshin Impact, il metroidvania F.I.S.T. Forged in Shadow Torch (che riceverà una bella edizione fisica a settembre) o l’arrivo, tra poche settimane, di un nuovo capitolo della serie storica Sword and Fairy con Together Forever.

Incoraggianti atteggiamenti verso un settore economico fondamentale nell’entertainment e soprattutto verso il pubblico occidentale, da sempre abbastanza reticente nei confronti delle produzioni videoludiche cinesi. Una reticenza figlia di una scarsa fiducia, a causa dei tanti vaporware visti negli anni da parte delle produzioni della Terra del Dragone (una sorte per certi versi condivisa anche con la Corea del Sud).

Bright Memory: Infinite appare, in quest’ottica, un titolo di estrema importanza. Come vi abbiamo già raccontato al momento della release per PC su Steam, il titolo è stato sviluppato da un solo ragazzo cinese poco più che ventenne, Zeng Xiancheng, titolare di FYQD Studio. A sua volta, il progetto nasce, come versione riveduta e corretta, dall’embrionale ed acerbo Bright Memory lanciato su Steam nel 2019.

Il titolo arriverà sugli store digitali di PlayStation 5, Xbox Series e Switch il 21 Luglio. Scopriamo insieme perché Infinite è un segnale importante lanciato per l’intera industria videoludica cinese, grazie al talento di un singolo giovane ragazzo.

Era una notte buia e tempestosa… (cit.)

Versione provata: PlayStation 5


Che gioco è?

Bright Memory: Infinite si presenta come un FPS con elementi platform, infuso con un mix esplosivo di caratteristiche prese dagli action game.

Ci troviamo nel 2036: è una notte piovosa ed il cielo è illuminato dai fuochi d’artificio del Capodanno. L’atmosfera viene però incrinata da una edizione speciale del notiziario, che riporta la comparsa di misteriosi ed inspiegabili fenomeni atmosferici. Di fronte ad accadimenti inspiegabili con la scienza tradizionale, la Supernatural Science Research Organization (SRO) viene inviata sul posto per condurre un’indagine e scoprire la causa di quanto sta accadendo. Vestiremo dunque i panni di Sheila, giovane ragazza asiatica estremamente combattiva, per venire a capo del mistero.

La trama appare fin dall’inizio un mero pretesto per calare il giocatore nel vivo dell’azione, vero cuore pulsante di Infinite.

Lungi dal poter essere considerato un FPS puro, Infinite propone un combat system elaborato e stratificato con meccaniche prese dagli action. Oltre all’uso delle più classiche bocche da fuoco, Sheila potrà infatti contare su un’agilità a tratti sovrumana: non solo potrà contare su rapide schivate, corse sfrenate e salti elevati, ma sfruttare l’energia cinetica incanalata per sferrare attacchi per sprigionare devastanti attacchi coreografici. Sarà dunque possibile avvicinare i nemici o investirli con pugni terrificanti, oppure sfruttare la spada di Sheila per spedirli in aria ed affettarli con rapidissime combo aeree. Le possibilità concesse dal combat system sono molteplici e perfettamente contestualizzate da una idonea varietà di nemici, che invoglia la sperimentazione.

Sotto una apparenza da FPS, si nasconde un’anima da action.

Perché giocarlo?

Sotto certi aspetti, Infinite non sembra una produzione indipendente.

Il combat system non solo funziona e diverte, ma è incredibilmente reattivo ed energico. Le ondate dei nemici che si susseguono nel corso dell’avventura offrono molte possibilità al giocatore, grazie anche ad una progressione costante dell’arsenale e delle abilità. Ognuna delle quattro armi è dotata di un fuoco secondario e le abilità si possono sbloccare ed ulteriormente migliorare. Vi troverete in breve tempo a deviare i proiettili con la spada, ricorrere a parry per sbilanciare gli avversari, sfruttare il launcher della lama per completare l’opera crivellando i nemici sospesi a mezz’aria. Ne risulta un gameplay semplicemente galvanizzante graziato da un ritmo incalzante e da una eterogenea varietà di situazioni, in cui si notano le ispirazioni da Bulletstorm e dal reboot di Shadow Warrior nonché dai classici action come Devil May Cry. In questo senso, particolarmente ben riuscite sono le boss fights, che spingeranno il giocatore a far ricorso a tutte le abilità di Sheila per prevalere.

La realizzazione tecnica di Infinite è un altro aspetto sul quale è impossibile non soffermarsi. Facendo leva sulle possibilità offerte dal versatile Unreal Engine 4, il gioco non solo risulta bello da vedere, ma si fregia di opzioni grafiche che coniugano elevate prestazioni a 60 fps (con opzioni fino a 120fps) e ray tracing. Ragguardevole inoltre che alcune ambientazioni sono ispirate a reali luoghi cinesi, come lo Yongji Bridge of Chengyang e lo Xinjiang Qianhu Miao Village. Un traguardo tecnico assolutamente da encomio, soprattutto considerando che è stato ottenuto dagli sforzi di un singolo giovane ragazzo.

La versione PS5 propone inoltre il supporto al DualSense, da attivare nei menu ingame: nulla di particolarmente elaborato al di là dello sfruttamento dei grilleti adattivi, ma fa piacere che lo sviluppatore abbia pensato anche alle specificità della piattaforma Sony.

Shelia è incredibilmente reattiva ed agguerrita.

Perché no?

Nonostante quanto di buono proposto dal talentuoso Zeng Xiancheng, Bright Memory: Infinite palesa tuttavia evidenti limiti dovuti ai ridotti mezzi che ne hanno accompagnato lo sviluppo.

Come già anticipato, la trama appare nulla più di un pretesto: i personaggi non hanno la minima caratterizzazione se non attraverso basilari cliché del genere. Troviamo dunque una protagonista asiatica senza paura ed un villain con mire di conquista e distruzione. Gli eventi inevitabilmente risentono della superficialità narrativa, susseguendosi rapidamente e senza pathos.

Proprio la rapidità è un altro elemento negativo della produzione. Si può infatti arrivare ai titoli di coda in circa due ore a difficoltà media: una longevità estremamente ridotta che potrebbe lasciare buona parte del pubblico con molto amaro in bocca. C’è da segnalare che il gioco spinge alla rigiocabilità, attraverso lo sblocco di tutte le abilità per tirar fuori il massimo dal combat system. In questo modo (inseguendo magari tutti i trofei con la nostra guida), il titolo può raggiungere circa 4/6 ore di gioco complessive. Si tratta di attività meramente opzionali alle quali non tutti i player potrebbero essere interessati, ma che vi consigliamo caldamente di considerare per poter apprezzare pienamente il gameplay di Infinite.

Ciò che manca realmente in Infinite è una infrastruttura ludica coerente con il suo strepitoso combat system. La linearità dell’avventura palesa una struttura a corridoio, in cui non vi sono possibilità esplorative e le aree più aperte sono legate ai combattimenti. Uno struttura mutuata dagli action game, ma calata in un game design incerto tra il seguire fino in fondo la natura del combat system oppure aspirare ad un fps di stampo cinematografico. Ci domandiamo se sarebbe stato più idoneo proporre una soluzione maggiormente arcade, magari implementando sistemi di punteggio che potessero premiare i player più abili.

Dal punto di vista tecnico, l’autore ha proposto scorci ispirati e suggestivi, tuttavia inevitabilmente alternandoli con elementi acerbi. Non solo il modello della protagonista appare provenire da una generazione passata, ma non è difficile trovare texture in bassa risoluzione o ricorrenti episodi di stuttering. Nulla che possa ovviamente pregiudicare l’esperienza ludica, pur risaltando all’occhio in maniera evidente.

Le sezioni platform son gradevoli ma molto sbrigative.

Commento finale

Bright Memory: Infinite arriva su console al termine di un lungo percorso di sviluppo. Un tragitto in cui si palesa tutto il talento dello giovane sviluppatore, segnale evidente delle potenzialità del palcoscenico videoludico cinese. Un gameplay esaltante ed una lodevole appariscenza visiva si accompagnano tuttavia a diverse inevitabili carenze dovute ai modesti mezzi produttivi, tra cui una longevità estremamente ridotta ed un game design incerto. Son problematiche che si avvertono soprattutto a causa degli anni trascorsi e che non possono non pesare sulla valutazione di questa nuova release, pur non riuscendo ad oscurare quanto di buono proposto.

7.0

Bright Memory: Infinite


Bright Memory: Infinite arriva su console al termine di un lungo percorso di sviluppo. Un tragitto in cui si palesa tutto il talento dello giovane sviluppatore, segnale evidente delle potenzialità del palcoscenico videoludico cinese. Un gameplay esaltante ed una lodevole appariscenza visiva si accompagnano tuttavia a diverse inevitabili carenze dovute ai modesti mezzi produttivi, tra cui una longevità estremamente ridotta ed un game design incerto. Son problematiche che si avvertono soprattutto a causa degli anni trascorsi e che non possono non pesare sulla valutazione di questa nuova release, pur non riuscendo ad oscurare quanto di buono proposto.

PRO

Combat system esaltante | Visivamente appariscente | Ritmo elevato |

CONTRO

Estremamente breve | Game design incerto | Sbavature tecniche |

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