L’industria videoludica italiana sta vivendo un momento di vero splendore. Limitandoci agli ultimi mesi e considerando solo il panorama indipendente, ci siamo ritrovati a giocare delle piccole perle. Soulstice, Saturnalia, Vampire Survivors (che da qualche settimana è gratis su Android e iOS), per fare alcuni nomi.
Children of Silentown, sviluppato da Elf Games e Luna2 Studio e pubblicato da Daedalic Entertainment, rientra in questa cerchia sempre più numerosa.
Il titolo oggetto della recensione è una classica avventura grafica dalle atmosfere dark che ricordano le produzioni di Tim Burton e Henry Selick. Sarà disponibile da domani 11 gennaio 2023 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC. Non è prevista, almeno per le versioni PlayStation, la funzionalità di cross-buy.
NB.: Le catture di gioco che troverete qui di seguito sono prese dal presskit disponibile sul sito degli sviluppatori e sono in lingua inglese, tuttavia vogliamo puntualizzare che il gioco ha menu, testi e doppiaggio in italiano.
Versione testata: PlayStation 4
Che gioco è?
Children of Silentown è una cupa avventura grafica “punta e clicca” che narra la storia di Lucy, una bambina cresciuta in un villaggio nel cuore di una foresta abitata da mostri. Come qualunque altro bambino, Lucy ha paura della foresta: ogni notte, l’eco dei ruggiti non la fa dormire. La paura le invade anche i sogni.
Nel villaggio, per questo motivo, il clima è surreale, a tratti malato. Gli adulti si comportano in modo strano appena qualcuno comincia a fare domande e non è insolito che la gente scompaia. Proprio dopo l’ulteriore sparizione, Lucy decide di farsi coraggio, ribellarsi alle regole ed indagare sulla foresta, sui mostri e sul mistero che avvolge il villaggio.
Parlando del gameplay, Children of Silentown propone la classica formula del genere di appartenenza. Dovremo interagire con i vari oggetti scrutando le varie ambientazioni, parlare con gli NPC, risolvere enigmi ambientali ben fatti e puzzle “ricorrenti”, meno riusciti.
Questi ultimi si attivano tramite la meccanica del canto. In pieno contrasto con Silentown e i suoi silenzi, infatti, Lucy potrà intonare delle melodie che le permetteranno di leggere i pensieri delle persone, rievocare ricordi e così via. Per ricevere l’indizio sarà necessario superare gli enigmi “ricorrenti” di cui sopra.
Abbiamo assistito ai titoli di coda dopo 8 ore di gioco, vedendo (grazie ad un backup del salvataggio) 3 dei 4 finali disponibili (l’ultimo non lo abbiamo sbloccato) e raccogliendo quasi tutti i collezionabili. Una durata di tutto rispetto, considerando la natura della produzione e il prezzo budget a cui il titolo viene venduto.
Perché giocarlo?
Il pregio maggiore della produzione di Elf Games e Luna2 Studio è da ricercarsi nel suo comparto audio-visivo. La rielaborazione di Francesca Presentini (che conoscerete sicuramente come Fraffrog, una delle creator più talentuose e positive di YouTube Italia, secondo chi scrive) dell’immaginario burtoniano ci ha fatto letteralmente innamorare dell’aspetto visivo del prodotto, così come le musiche ci hanno totalmente convinto, emozionato e catturato all’interno di quel villaggio così malato.
Ogni scorcio, accompagnato perfettamente da suoni, musiche o silenzi, ci ha stregato, e tale alchimia ha costruito in noi una piacevolissima sensazione di ritrovarci in un contesto in cui c’è sempre qualcosa di costantemente malsano e sbagliato, un po’ come nel film di animazione Coraline e la Porta Magica del precedentemente nominato Henry Selick.
Ma Children of Silentown non è solo fumo negli occhi, è anche tanta sostanza. Il titolo, infatti, è ludicamente solido, preciso, puntuale. Riesce ad offrire un ottimo grado di sfida e non abbiamo mai sentito la necessità di iniziare a “cliccare a caso” sperando di inciampare nella soluzione. E a tal proposito, vogliamo sottolineare la perfetta godibilità del titolo con il pad.
Il lavoro di Elf Games e Luna2 Studio è un titolo che si rifà alla golden age delle avventure grafiche anni 90 senza però presentare mai le assurdità e le illogicità che a volte caratterizzavano quel filone videoludico in quegli anni. Tuttavia…
Perché no?
… nonostante sia ludicamente sempre a fuoco, gli enigmi “ricorrenti” di cui abbiamo parlato prima potrebbero venire ben presto a noia, e la seconda tipologia di questi, basata su un mini-gioco composto da tessere da roteare e ingranaggi, è veramente troppo poco intuitiva, tanto che potrebbe far insorgere un minimo di frustrazione anche nei videogiocatori più pazienti.
L’unica vera “delusione”, però, riguarda la storia. Sebbene la costruzione narrativa, tra personaggi ben caratterizzati e un’affascinantissima lore, sia di ottimo livello, la trama orizzontale, dopo la seconda metà di gioco, perde tutto il suo mordente, lasciando troppo spazio ad una visione introspettiva/interpretativa della stessa, con un finale che, proprio per questo motivo, non ci ha particolarmente convinto.
Commento finale
Children of Silentown è un’avventura grafica precisa, solida, puntuale che riesce a tenere il videogiocatore incollato allo schermo grazie all’atmosfera malsana che gli sviluppatori sono riusciti a ricreare. Anche e soprattutto per merito del comparto audio-visivo del titolo, che rappresenta senza alcun dubbio il fiore all’occhiello della produzione. Peccato solo per un impianto narrativo che, nonostante le ottime premesse, non riesce a far breccia nel videogiocatore, a causa di una virata troppo aleatoria nelle battute finali dell’avventura.