Recensione Indiana Jones e l’antico Cerchio, pronti ad indossare frusta e cappello?

Prima di iniziare questa recensione di Indiana Jones e l’antico Cerchio, ritengo necessario confessare il mio bias. Il personaggio reso immortale da Harrison Ford rappresenta per chi vi scrive non solo uno dei personaggi più iconici della storia del cinema ma un vero e proprio modello adolescenziale. Travalicando il medium cinematografico, è giunto perfino ad influenzare i miei studi, le mie letture, l’interesse verso l’archeologia. Un tentativo di imitare le sue gesta, scontratosi ben presto però con i verbi irregolari del greco antico e con quello strumento di tortura che è il vocabolario Rocci (chi ha fatto il liceo classico, sa di cosa parlo).

Vista l’importanza del personaggio e della IP, capirete quanta preoccupazione ha suscitato nel sottoscritto l’annuncio, quasi in sordina, di un videogame originale ispirato all’archeologo avventuriero ambientato tra gli eventi cinematografici de I predatori dell’arca perduta e L’ultima crociata.

Dopo anni di attesa, Indiana Jones e l’antico Cerchio è finalmente arrivato, e con esso la promessa di un’avventura che aspira ad evocare lo spirito dei film. Pubblicato da Bethesda e sviluppato da MachineGames, già noti per i recenti capitoli della serie Wolfenstein, il titolo ci permetterà di indossare i panni dell’archeologo in un mix di esplorazione, enigmi, combattimenti e, ovviamente, di prendere a pugno un sacco di nazisti. Ma sarà riuscito a soddisfare le aspettative dei fan come il sottoscritto? Scopriamolo insieme.

Vi ricordiamo che il titolo sarà disponibile dal 9 Dicembre per PC (via Steam) e per Xbox Series. Altresì sarà presente fin dal D1 per tutti gli abbonati di Xbox Game Pass Premium.


Versione testata PC Windows


Nazisti… io la odio questa gente

Indiana Jones e l’antico Cerchio ci porta nel 1937, in un mondo sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale. La trama segue il nostro eroe, impegnato a impedire che un antico potere noto come “l’antico Cerchio” finisca nelle mani sbagliate, ovvero quelle del Terzo Reich. La storia si dipana attraverso ambientazioni mozzafiato che spaziano dal cuore del Vaticano, affollato di fascisti e camicie nere, ai deserti egiziani, fino alle vette innevate dell’Himalaya.

Con un cast di personaggi ben caratterizzati, tra cui spicca il malvagio Emmerich Voss, un archeologo nazista ossessionato, tanto quanto Indy, dalla gloria e dagli artefatti antichi, il gioco riesce ad intrecciare una narrazione avvincente e piena di colpi di scena. Il tutto è arricchito da dialoghi brillanti e da un protagonista che, grazie alla voce e alla recitazione di Troy Baker, riesce a incarnare perfettamente l’ironia e il carisma del personaggio reso immortale da Harrison Ford.

Indiana Jones e l'antico Cerchio
Harrison Ford è riprodotto molto fedelmente.

Nulla mi sconvolge. Sono uno scienziato

A differenza delle aspettative, visto il curriculum dello sviluppatore, l’antico Cerchio non è un semplice gioco d’azione. MachineGames ha optato per un approccio più lento e ragionato, puntando forte sulle meccaniche stealth. Gran parte del titolo richiede di aggirare sentinelle naziste, sfruttando l’ambiente per nascondersi o per abbattere i nemici in modo silenzioso. L’esperienza che ne deriva è del tutto fedele al personaggio. Il gunplay, ad esempio, è volutamente limitato. Indy non è un soldato, ma un professore universitario e sebbene non disdegni fare a botte ed agitare la sua frusta, le armi da fuoco sono utilizzate solo come ultima risorsa (ve la ricordate la famosa scena da I predatori dell’arca perduta?).

Tuttavia, quando Indy decide di estrarre il revolver, lo fa con stile: i colpi sono potenti, ma le munizioni scarse, il che anche in questo caso, costringe il giocatore ad un approccio strategico.

L’unico aspetto che mi ha lasciato un po’ perplesso è l’intelligenza artificiale dei nemici. Anche al livello di difficoltà più alto è possibile eliminarne anche più di uno a distanza ravvicinata, uno dopo l’altro, senza che quello immediatamente davanti si accorga del colpo assestato al suo collega. Certo, se non si nasconde il corpo, al prossimo giro di ronda, l’altro si accorgerà che qualcosa non va, ma da un gioco del 2024, forse è lecito aspettarsi qualcosa di più.

Indiana Jones e l'antico Cerchio
Riempire di botte i nazisti è sempre una soddisfazione.

I combattimenti corpo a corpo sono il cuore pulsante del gameplay: semplici ma soddisfacenti, con animazioni che catturano tutta la fisicità del personaggio. Indiana è in grado di raccogliere tutta una serie di oggetti come bottiglie, pale, padelle, violini, battipanni, manganelli e scope e utilizzarli per colpire alle spalle il nemico, con esiti molto spesso anche esilaranti e che ricordano immediatamente le tante situazioni improvvisate che abbiamo imparato ad amare nei film.

Indiana Jones con Violino
Uno strumento… d’offesa.

Quando l’effetto sorpresa salta, ed è necessario fare a pugni, Indy non si tira indietro. Il giocatore avrà la possibilità di sferrare pugni utilizzando i due grilletti sinistro e destro, effettuare parate con il dorsale sinistro e persino utilizzare un rudimentale sistema di parry che, pur non essendo particolarmente complesso, permette di mettere fuori gioco i nemici con mosse devastanti e altamente cinematografiche. Peccato però che alla fine le scazzottate si riducano essenzialmente a questo: forse con un paio di colpi in più queste fasi avrebbero potuto essere ancora più divertenti.

“Lasciate che i miei eserciti siano le rocce, gli alberi, e i pennuti del cielo.”

I livelli del gioco si dividono tra sezioni più lineari ed altre semi-open world, dove esplorazione e libertà di approccio la fanno da padrone.

Ad esempio, la missione ambientata nel Vaticano è un capolavoro di design: puoi aggirarti tra le stanze del palazzo apostolico o scendere nei sotterranei della città del Vaticano per scoprire segreti millenari, osservare la cappella Sistina prima del suo restauro nel suo decadente splendore e passare da una stanza all’altra dei musei vaticani, il tutto scegliendo liberamente come procedere. Ogni area è ricca di dettagli e misteri, con side quest che si integrano perfettamente nella narrazione principale. Nel livello iniziale a Castel Sant’Angelo (un’ambientazione incredibilmente dettagliata e fedele alle atmosfere romane) ad esempio, mi è capitato di seguire un percorso tortuoso e pieno di nemici, per poi accorgermi solo alla fine che avrei potuto benissimo evitare la totalità degli scontri arrampicandomi su di una parete utilizzando la mia frusta come rampino e nel frattempo godermi una vista spettacolare sul cupolone. Soltanto pochi giochi prima d’ora mi avevano lasciato questa sensazione di libertà e sorpresa, Dishonored su tutti. Una sensazione che preferisco di gran lunga alla vuota libertà offerta dai classici open world.

Indiana Jones e l'antico Cerchio
A volte si può raggiungere il proprio obiettivo evitando gli approcci diretti.

Tutte le tre aree principali del gioco – Giza, Sukhothai e il Vaticano – offrono una varietà di approcci sorprendenti come quello appena citato. Risulta possibile scalare pareti, utilizzare il celebre frustino per superare ostacoli o persino indossare un travestimento per passare inosservato tra i nemici. Questa libertà d’azione rende ogni partita unica e incoraggia ad esplorare ogni angolo, ricompensando il giocatore con collezionabili, libri per migliorare le abilità di Indy ed indizi per proseguire nell’avventura.

Solo l’uomo penitente potrà passare

Gli enigmi sono un elemento fondamentale del gameplay. Mai banali, richiedono di osservare attentamente l’ambiente e consultare il diario di Indy, che si aggiorna dinamicamente con indizi e appunti un po’ come avveniva con il Diario di Nathan Drake in Uncharted. La difficoltà è ben bilanciata e, sebbene alcune sfide siano decisamente più semplici di altre, la soddisfazione di risolvere un puzzle qualunque esso sia in un’antica tomba è impagabile. Gli enigmi, inoltre, in alcuni casi fanno anche riferimento a conoscenze personali del giocatore, e ciò è evidente sin dal primo enigma offerto dal gioco, quando ci verrà chiesto di rimettere al proprio posto nelle teche alcuni reperti, e dovremo affidarci alla presenza delle bandiere Siriana o Iraquena per individuare il luogo di provenienza degli stessi.

Il gioco, inoltre, permette di impostare separatamente il livello di difficoltà dei combattimenti e quello degli enigmi, offrendo quindi un’esperienza tarata sui desiderata dei giocatori.

Devo riconoscere che sai movimentare la vita di una signora

Visivamente, Indiana Jones e l’antico Cerchio è una gioia per gli occhi. Sfruttando il motore id Tech 7, il gioco riesce a ricreare ambientazioni ricche di dettagli e atmosfera. Dalle sabbie dorate dell’Egitto alle vette innevate dell’Himalaya, fino agli scorci di Roma e del Cupolone, ogni location è un’opera d’arte. Il gioco inoltre presenta una accurata ricostruzione storica del periodo di riferimento, sicuramente frutto della guida di un team di esperti. Ciò è particolarmente evidente nelle sessioni in Italia a città del Vaticano, dove non soltanto ritroviamo una ricostruzione architettonica fedele, ma persino i manifesti e gli articoli di giornale contribuiscono a ricreare l’atmosfera del ventennio fascista.

Anche i modelli dei personaggi sono ben realizzati, con una particolare attenzione all’aspetto di Indy, fedele al volto di Harrison Ford. Tutti i personaggi principali presentano dettagli di fino come rughe, espressioni facciali e animazioni curate e, anche se il gioco non fa uso di tecnologie avanzate come il rendering “strand-based” per i capelli, e pur non raggiungendo i livelli di eccellenza di giochi come Uncharted, il tutto appare estremamente convincente, soprattutto nei combattimenti corpo a corpo.

Indiana Jones e l'antico Cerchio
Il colpo d’occhio spesso lascia senza fiato.

La produzione MachineGames utilizza il ray tracing per calcolare l’illuminazione globale indiretta. Questa tecnica, peraltro non disattiva bile, permette una gestione naturale della luce, specialmente nelle aree interne con viste verso l’esterno. La luce si diffonde realisticamente, eliminando problemi comuni come il light bleed (perdite di luce) o ombre non coerenti. Questo è particolarmente importante in un gioco ambientato in location storiche e naturali dove l’illuminazione “realistica” è fondamentale per rafforzare l’atmosfera. Tuttavia, l’ottimizzazione ha permesso di ottenere anche su schede non Nvidia, e in assenza di supporto a FSR e frame generation, una buona stabilità nel frame rate (DLSS 3.5 dovrebbe arrivare più avanti). Impostando tutto sul preset Supremo, e con risoluzione 4K, siamo riusciti ad ottenere un frame rate intorno ai 60fps all’esterno e 80fps all’interno, senza utilizzo di risoluzione dinamica, sulla nostra configurazione AMD con Processore 7900x e Gpu RADEON RX 7900XT.

Ottime le prestazioni anche su Legion Go, dove impostando il preset su Medio e modificando qualcosina per quanto riguarda ombre e distanza di rendering si può ottenere un frame rate che si aggira intorno ai 30fps.

Il gioco fa parte della lista Xbox Play Anywhere, pertanto, acquistando la versione PC si ottiene l’accesso anche alla versione Xbox e viceversa, con cross save. Questo ci ha permesso di verificare anche l’ottimo lavoro svolto sulla Series X dove il gioco utilizzando una risoluzione dinamica che si aggira intorno ai 1800p, può vantare un’ottima stabilità del framerate a 60fps, anche in ambientazioni più vaste o dense di effetti. Le cutscene e alcune animazioni presentano però problemi occasionali, come stuttering o cali a 30 FPS, dovuti a frametime irregolari o animazioni che aggiornano a un framerate inferiore rispetto alla scena. Su console tuttavia, per ottenere il ray tracing a 60 fps sulle console, alcune funzionalità sono state sacrificate. Ad esempio, non ci sono riflessi ray traced, che vengono invece sostituiti da screen space reflections (SSR). Nonostante ciò, il risultato finale è visivamente pulito e…strabiliante.

Ti ho già detto…(bam!) di non chiamarmi più Junior!

Il comparto audio è semplicemente eccezionale. La colonna sonora, composta da Gordy Haab, cattura perfettamente lo spirito delle musiche di John Williams, con temi epici e momenti di tensione che tengono incollati allo schermo. Gli effetti sonori, come il celebre rumore dei pugni e della frusta, sono resi in maniera assolutamente realistica, finanche nell’eco e nelle variazioni del volume in base alla distanza tra i personaggi. Questo aggiunge ancora maggiore profondità alle ambientazioni, che sembrano quanto mai vive e realistiche.

Il doppiaggio è decisamente di livello cinematografico, sia nella versione inglese, dove Indiana Jones è doppiato da Troy Baker, che in quella italiana, sebbene la voce di Indy sia stata affidata a Alessandro D’Errico anzichè a Michele Gammino storica voce di Harrison Ford e Kevin Costner. A proposito del doppiaggio italiano c’è da registrare una piccola stranezza. Nel gioco uno dei co-protagonisti è Gina Lombardi, che accompagnerà Indy a città del Vaticano. Il personaggio è modellato sulle sembianza dell’attrice italiana Alessandra Mastronardi, che curiosamente però non le presterà la voce nella localizzazione italiana, ma solo nella versione originale. La voce di Gina sarà invece affidata a Gaia Bolognesi che insieme a Renzo Ferrini nel ruolo di Locus e Maurizio Merluzzo in quello di Ross completano il cast di localizzazione.

Indiana Jones e l'antico Cerchio
Curiosamente, la nostra Alessandra Mastronardi non ha doppiato il proprio personaggio nell’adattamento italiano.

Commento finale

Indiana Jones e l’antico Cerchio è esattamente ciò che i fan del franchise aspettavano da anni: un’avventura coinvolgente, ricca di mistero e azione che rende onore all’indimenticabile saga cinematografica. Non me lo aspettavo, lo ammetto, eppure MachineGames è stata in grado di creare un titolo che, pur con qualche difetto – come la citata carenza nell’intelligenza artificiale e un numero limitato di animazioni di combattimento a mani nude – riesce a catturare l’essenza della saga spielbergiana, offrendo un’esperienza che alterna momenti di pura adrenalina a sessioni di esplorazione riflessiva. Il gioco brilla in particolar modo per il suo level design, per la sua originale interpretazione di open world, per la fedeltà al materiale originale e per il modo in cui riesce a farti sentire davvero nei panni del leggendario archeologo. Insomma, che siate appassionati di vecchia data della IP o semplicemente alla ricerca di una bella avventura, Indiana Jones e l’antico Cerchio è un gioco che merita di essere giocato.

9.0

Indiana Jones e l'antico Cerchio


Indiana Jones e l’antico Cerchio è esattamente ciò che i fan del franchise aspettavano da anni: un’avventura coinvolgente, ricca di mistero e azione che rende onore all'indimenticabile saga cinematografica. Non me lo aspettavo, lo ammetto, eppure MachineGames è stata in grado di creare un titolo che, pur con qualche difetto – come la citata carenza nell'intelligenza artificiale e un numero limitato di animazioni di combattimento a mani nude – riesce a catturare l’essenza della saga spielbergiana, offrendo un’esperienza che alterna momenti di pura adrenalina a sessioni di esplorazione riflessiva. Il gioco brilla in particolar modo per il suo level design, per la sua originale interpretazione di open world, per la fedeltà al materiale originale e per il modo in cui riesce a farti sentire davvero nei panni del leggendario archeologo. Insomma, che siate appassionati di vecchia data della IP o semplicemente alla ricerca di una bella avventura, Indiana Jones e l'antico Cerchio è un gioco che merita di essere giocato.

PRO

Level design curatissimo e ricco di percorsi alternativi | Modalità stealth divertente | Fedelissimo al materiale originale sin dalla prima scena | Finalmente un vero gioco di Indiana Jones |

CONTRO

Intelligenza artificiale dei nemici da rivedere | I combattimenti corpo a corpo forse avrebbero meritato qualche colpo in più |

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