Recensione Ken Follett’s The Pillars of the Earth

Trasposizione videoludica del romanzo best-seller.

Nel corso degli anni tanti sono stati i tentativi di varie software house di trasportare nel mondo videoludico opere, più o meno conosciute che, almeno inizialmente,sembravano condividere poco o nulla con l’elemento virtuale.

Questi giochi, conosciuti meglio con il nome di Tie-in, spesso e volentieri si limitano a riproprorre in salsa videoludica ciò che l’opera di fondo offre; in casi più rari, invece, vengono realizzati titoli completamente da zero che raccontano storie inedite ma ambientate comunque nello stesso universo narrativo.

Molti potrebbero etichettare questi titoli semplicemente come “operazioni commerciali” ma, in realtà, si tratta di esperimenti che, nella stra-grande maggioranza dei casi si sono rivelati veri e propri fallimenti, capaci di non coinvolgere ne il videogiocatore ne l’amante dell’opera alla quale il gioco è tratto.

Principalmente, quando si parla di Tie-in, si pensa quasi sempre a trasposizioni videoludiche di film famosi ma, esiste sempre qualche eccezione. Capita così di vedere titoli tratti da Fumetti, come The Walking Dead o persino da opere letterarie, come The Pillars of the Earth.

Proprio l’opera letteraria dello scrittore Ken Follett (meglio conosciuta da noi con il nome de I Pilastri della Terra) ha recentemente trovato, grazie allo sviluppatore tedesco Daedalic Entertainment la sua trasposizione videoludica.

Il titolo, attualmente disponibile per PC, Mac, Xbox One e PlayStation 4, ripercorre la storia del pluripremiato romanzo dello scrittore inglese Ken Follett. Data la sua complessità, lo sviluppatore ha deciso di dividere il videogioco in tre parti ben distinte, rendendo di fatto la pubblicazione del “romanzo digitale” episodica. Attualmente sono disponibili i primi due episodi, con il terzo, quello finale, previsto per la metà del 2018.

Curiosi di vedere come se l’è cavata la trasposizione videoludica di un capolavoro letterario quale The Pillars of the Earth? Scopritelo nella nostra recensione.

La vita a Kingsbridge

Per chi non avesse letto il libro, le vicende si svolgono nel XII° secolo, in Inghilterra. La storia ha inizio a Kingsbridge, un piccolo villaggio duramente colpito dalla povertà che verte in pessime condizioni. Per risollevare le sorti del villaggio viene decisa la costruzione di una imponente cattedrale, in modo da ridare lustro ed importanza a Kingsbridge.

Ma questo sarà solamente un pretesto che, dietro di se, nasconde una situazione ben più complessa e ramificata. La trama infatti, grazie anche ad una narrazione impeccabile, metterà bene in risalto il vero e proprio elemento che fa da sfondo all’intera opera: la lotta per avere il controllo sulla Britannia.

Per questo motivo i giocatori si ritroveranno coinvolti in vere e proprie lotte di potere, dove diverse fazioni lotteranno tra di loro, per la gloria ma, anche per tornaconto personale.

Il gioco ci metterà nei panni di gente “comune”, i quali purtroppo si ritroveranno invischiati, volenti o nolenti, al centro di questi giochi di potere. I personaggi giocabili di questa prima parte saranno Philip (il monaco) e Jack ma, successivamente, si aggiungerà anche Tom (il costruttore).

Essendo la storia l’elemento chiave dell’opera non andiamo oltre, ma sappiate che il gioco realizzato da Daedalic Entertainment ha saputo mantenere inalterata la qualità narrativa dell’opera letteraria.

La lotta di potere

Se dal punto di vista narrativo l’opera riprende esattamente lo spirito del libro, il problema principale della versione “digitale” risiede, purtroppo, nel suo gameplay. Il videogioco di The Pillars of the Earth si presenta come un’ punta e clicca classico, condito di tanto in tanto, da alcune scelte e decisioni da pendere.

Purtroppo proprio queste ultime risulteranno limitate e non incisive, essendo il gioco tratto da una storia “conclusa” e già ben definita. Non aspettatevi quindi scelte e decisioni fondamentali che modificherebbero il corso degli eventi perché il titolo resta, in tutto e per tutto fedele all’opera letteraria.

Il gameplay è sostanzialmente (ma volutamente) lento e, questo, potrebbe essere forse il suo difetto maggiore. A seconda della vostra passione (e pazienza) potreste amare alla follia il titolo, come rimanerne delusi dopo anche pochi minuti di gioco.

Dialoghi prolissi (ma comunque ben realizzati) e sequenze esplorative compassate e poco entusiasmanti si mescolano ad alcuni enigmi e puzzle ambientali mai veramente difficili da superare, oltre ad una serie di mini giochi ed attività che sono si simpatici, ma non aggiungono nulla di particolarmente memorabile a livello di gameplay.

Nonostante tutto, The Pillars of the Earth riesce nell’impresa più difficile di tutte: intrattenere. Il titolo si lascia giocare con piacere e, una volta appreso il semplicissimo sistema di comandi, ci si lascia trasportare dalla curiosità e dal corso degli eventi.

Difatti è la trama stessa del libro che regge in piedi il videogioco. Con ogni probabilità infatti continuerete ad andare avanti nel gioco perché curiosi degli eventi e di come si evolverà la storia dei personaggi.

Il titolo, come già accennato, sarà diviso in tre parti, ciascuna contenete sette capitoli. Durante la nostra prova abbiamo impiegato circa 6/7 ore per terminare la prima parte dell’opera, in attesa di provare anche le successive.

Come un dipinto

Dal punto di vista puramente artistico The Pillars of the Earth appare fin da subito bellissimo da vedere ed ispirato, capace di rendere perfettamente l’idea delle diverse ambientazioni che il gioco offre.

Ottima anche la realizzazione dei personaggi, che risultano quasi tutti (salvo rare eccezioni ed occasioni) ben definiti e realizzati, grazie anche a delle tinte acquerello che ne amplificano ulteriormente l’impatto visivo.

Da rivedere invece le animazioni, legnose e fin troppo “povere” ma c’è sicuramente tempo per migliorare e sistemare anche queste piccole sbavature nei prossimi capitoli dell’opera.

Per quanto riguarda il sonoro troviamo un doppiaggio in inglese veramente eccellente capace di donare una propria anima ai vari personaggi di quest’opera. Presenti inoltre i sottotitoli in italiano, ottimi e che, oggigiorno, sono sempre più una rarità in queste produzioni “minori”.

Ottime anche le musiche che faranno da sfondo alle varie vicende del titolo, capaci di accompagnare magistralmente le varie scene a schermo e che, in qualche modo, richiamano il periodo storico del XII° secolo nel quale è ambientato il romanzo.

Commento Finale

Queso primo capitolo di The Pillars of the Earth ci ha sorpreso. Al netto di alcuni problemi e ad una progressione relativamente lenta, il titolo resta gradevole ed interessante, soprattutto per via della sua storia avvicente, evocativa ed altamente emozionante. Se amati il genere dei punta e clicca o, semplicemente cercato una bella storia da vivere, anche in modo riflessivo ed in piena tranquillità, questo primo capitolo di The Pillars of the Earth fa al caso vostro.

Se siete amanti dell’opera di Ken Follet non c’è neanche bisogno di starvelo a dire, dategli una chance perché difficilmente vi deluderà.



PRO


CONTRO

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