Adrenalina ed alta velocità.
Versione testata: PC.
Tutti gli amanti dei giochi di corse arcade hanno giocato almeno una volta ad un Need for Speed, e siamo sicuri che quasi tutti ricorderanno o avranno perlomeno sentito nominare Underground 2, ad oggi ancora il miglior capitolo della serie dal lontano 2004. Un titolo tanto limitato tecnicamente (se confrontato con il presente) quanto ricchissimo in termini di gameplay, del quale è impossibile dimenticare il profondo sistema di tuning delle auto soprattutto sotto il punta di vista estetico.
Dopo Carbon, uscito nel 2006, Need for Speed ha poi cominciato ad allontanarsi dalla formula di gioco “tamarra”, quella in cui la soddisfazione più grande di ogni giocatore stava nell’elaborare all’inverosimile ogni macchina, per migrare verso nuove esperienze più o meno apprezzate dal pubblico che, purtroppo, non hanno più avuto il sapore originale.
Quest’anno, la serie compie il suo 25° compleanno, un traguardo indubbiamente importante che merita di essere festeggiato con un capitolo degno del nome che porta. Il nuovo titolo si chiama Need for Speed Heat ed è nuovamente sviluppato dai ragazzi di Ghost Games, già autori del predecessore Need for Speed Payback (QUI trovate la nostra recensione) e di un paio di altri episodi.
La speranza che la saga possa tornare ai fasti di un tempo non l’abbiamo ancora persa, quindi non ci resta che scoprire se Heat è stato capace di riportare Need for Speed sul “trono di scarichi” (passatecelo) o se, invece, si accontenta di un tagliando solo superficiale.
Poliziotti a rapporto.
Che cosa c’è di meglio di un’adrenalinica gara clandestina per le vie della città? Ovviamente, una gara clandestina senza ospiti sgraditi che potrebbero interromperla. Ma a Palm City i tempi si fanno duri, perché la polizia cittadina, nella figura del tenente Frank Mercer, ha deciso di stringere la morsa sulle corse illegali al fine di garantire la massima sicurezza e tranquillità nelle strade. Per i “trasgressori”, però, questo non è altro che un incentivo per rendere ancora più stimolante la situazione, dando origine ad una rischiosa giostra mossa da velocità, destrezza nella guida ed abilità di fuga su cui solo i più esperti riescono a salire e rimanere senza farsi male (e non solo metaforicamente).
E’ proprio in questo plot narrativo di buon livello che cercherà di distinguersi il nostro protagonista, il cui aspetto potrà essere selezionato da un roster di 12 personaggi predefiniti dall’inconfondibile stile tamarro, fra cui uno che non ha nulla da invidiare a Luis Fonsi. Come in ogni capitolo di Need for Speed che si rispetti, l’obiettivo sarà quello di scalare i ranghi per affermarci fra i migliori piloti della scena stradale clandestina, partendo inevitabilmente dal basso alla guida di auto poco performanti.
Il parco macchine di Need for Speed Heat può contare su oltre 30 brand per un totale di più di 120 modelli, dai più classici come il BMW M3 del 1988 o il Ford Mustang del ’65 fino ad arrivare ai bolidi più estremi come il Lamborghini Aventador S o la McLaren600LT. Sappiamo tutti, però, che il gioco non può essere veramente degno del titolo che porta se non esalta la modifica delle auto: per la gioia di tutti gli amanti del tuning, Heat mette a disposizione un sistema di elaborazione decisamente ricco e vario in grado di strizzare l’occhio ai migliori capitoli della serie. In particolare sotto il profilo estetico, la miriade di opzioni a cui metter mano permette di dare vita alle personalizzazioni della carrozzeria più disparate. Decalcomanie, cerchi, minigonne, fanali, cofano e specchietti sono solo alcune delle componenti modificabili, alle quali inoltre si aggiunge la possibilità di scegliere il suono dello scarico ed il colore di neon sottoscocca, nitro e fumo degli pneumatici. Qualunque sia il vostro progetto, insomma, difficilmente resterà nella vostra immaginazione e potrete anche condividerlo con altri utenti.
Meno vasta ma comunque soddisfacente l’elaborazione a livello meccanico, in cui potremo modificare singolarmente vari componenti come la centralina, i freni, l’impianto N2O e il differenziale fino a cambiare totalmente il motore con kit preconfigurati che risparmiano la fatica di armeggiare con le varie opzioni. Siccome il ruolo della polizia è piuttosto marcato in Need for Speed Heat, Ghost Games ha deciso di inserire anche dei bonus ausiliari attivi e passivi che possono tornare utili durante le scorribande con i poliziotti. Per liberarci più velocemente dalle volanti, ad esempio, potremo sganciare un disturbatore radar oppure, se si predilige il contatto diretto, sfruttare un incremento dei danni ai veicoli; ancora, potremo scegliere un bonus di supporto che ci permetta di riparare il veicolo in corsa per un numero limitato di volte. A proposito di quest’ultimo caso, ebbene sì, la nostra auto subirà danni a seconda della forza dell’impatto, costringendoci quindi ad adottare una guida ragionata soprattutto negli inseguimenti: ogni sportellata (o anche errori che portano a schiantarsi contro altri mezzi) peggiorerà le condizioni, con il rischio di finire arrestati a causa della rottura del motore. L’unico modo per riparare la macchina senza possedere il bonus sopra citato è passare attraverso i vari benzinai sparsi per Palm City, anche se ciò è necessario se si decide di essere artefici di lunghi pedinamenti. Questa feature dei danni, in tutta onestà, va un po’ a scontrarsi con la natura arcade del gioco, che si è quasi sempre discostato da qualsivoglia elemento simulativo a favore di un gameplay immediato ma che qui, invece, cambia leggermente le carte in tavola senza che se ne sentisse il bisogno.
Gli inseguimenti più longevi e concitati, ovviamente, si tradurranno in un livello di allerta sempre maggiore che farà crescere parallelamente il numero di pattuglie alle nostre costole, la loro aggressività e i punti Reputazione ottenuti in caso di fuga. Da notare, comunque, che la polizia tenderà ad essere prevalentemente presente e pressante di notte, ovvero quando è più probabile individuare corse clandestine.
La sera leoni, la mattina… bonaccioni.
La più grande novità di Need for Speed Heat, infatti, sta nella differenziazione delle gare e delle ricompense in base al momento della giornata in cui disputeremo le gare. Di giorno, gli eventi a cui prenderemo parte saranno autorizzati e avranno luogo in tracciati ben definiti, incentrandosi sul solo guadagno di denaro; di notte, invece, esce tutto lo spirito che ha sempre contraddistinto la saga, con competizioni all’insegna dell’illegalità in cui dovremo mettere in conto eventuali “visite di cortesia”. In questo caso guadagneremo punti Reputazione, utili a progredire di livello per sbloccare nuove auto, ricambi ed attività.
Va da sé l’importanza del ciclo circadiano, che può essere alternato istantaneamente solo da giorno a notte, mentre non è possibile il contrario in quanto per mantenere la reputazione guadagnata bisogna chiudere la nottata tornando ad uno dei rifugi.
La varietà delle gare è buona grazie ad una mappa di medie dimensioni che non ospita solamente un’ambientazione cittadina ma anche aree di campagna con curve di impostazione differente. Le tipologie di eventi sono sostanzialmente tre, strada, fuoristrada e derapata, dalle quali derivano anche le statistiche dei veicoli in base alle elaborazioni meccaniche che faremo, rendendole più o meno adatte al loro scopo finale.
Diversamente dagli altri capitoli, questa volta il modello di guida non ci ha pienamente convinti. Abbiamo indubbiamente percepito una buona sensazione di velocità, ma il feedback relativo al comportamento delle auto ci è parso a tratti asettico, e non c’entra nulla l’evidente stampo arcade. Sarà la scelta che per curvare al meglio tocca quasi driftare premendo doppiamente il tasto dell’acceleratore, sarà il senso di pesantezza delle auto alternato a quello della fin troppa leggerezza quando si curva, ma sta di fatto che è riuscito a trasmetterci quella “carica di adrenalina” tipica di un Need for Speed. Questo non toglie che sia comunque godibile e sufficientemente soddisfacente.
I nostri avversari, purtroppo, non risultano particolarmente svegli ed ardui da battere, proponendosi con un’I.A. discreta affetta da un “effetto elastico inverso”. Ciò significa che, fra di loro, non gareggeranno continuamente accodati senza staccarsi di svariati secondi, ma la solfa cambia nei nostri confronti: guadagnando la prima posizione, infatti, molto raramente i nostri rivali daranno il massimo per strapparcela; al contrario, se non riusciremo a conquistare la punta della fila abbastanza rapidamente, il primo pilota tenderà a fuggire in stile Usain Bolt, salvo ridurre drasticamente le sue abilità di guida durante le ultime centinaia di metri prima del traguardo per darci una piccola chance di vincere. Aumentando la difficoltà è possibile avere un grado di sfida maggiore, ma nulla che richieda veramente impegno tranne negli eventi derapata, nei quali aumenterà il punteggio massimo da raggiungere. Giocando online, in ogni caso, possiamo rendere più stimolante il tutto partecipando alle gare insieme ad altri giocatori umani o sfidarli in corse cronometrate.
Per portare a termine tutto quanto offerto da Need for Speed Heat sono necessarie dalle 15 alle 20 ore di gioco, alle quali dobbiamo aggiungerne qualcuna in più per l’ottenimento di tutti i collezionabili: fra questi troviamo dei fenicotteri (finti) e cartelloni pubblicitari da distruggere ed autovelox in cui guadagnare fino a tre stelle un po’ sullo stile di Forza Horizon. Tutto ciò non sarà fine a sé stesso, ma ci permetterà di sbloccare ricompense uniche. Infine, spendiamo anche qualche parola sul sistema delle crew, tramite il quale possiamo creare la nostra squadra da zero per invitare amici ed altri giocatori oppure unirci ad un’altra già esistente. La condivisione dell’esperienza da parte di tutti i membri permetterà di progredire nel livello, anche qui sbloccando bonus e premi esclusivi.
Brillante ma non impeccabile.
Sotto il profilo tecnico, la versione PC di Need for Speed Heat si comporta decisamente bene, con una resa grafica dettagliata soprattutto nei modelli delle auto ed un’interfaccia che ricorda quella dei capitoli storici. A far perdere un po’ di brio al tutto, però, ci pensa un sistema di rappresentazione dei danni a livello estetico poco profondo: le macchine non si deformeranno in modo realistico, ma le condizioni della carrozzeria seguiranno degli schermi predefiniti che non hanno nulla a che vedere con il punto dell’impatto e la sua forza. Dal punto di vista dell’ottimizzazione, comunque, non abbiamo fatto alcuna fatica a reggere il gioco al massimo delle impostazioni grafiche con la nostra configurazione:
- CPU: Intel Core i7-5820K @ 4.0 GHz
- GPU: Gigabyte NVIDIA GeForce GTX 1070 8 GB
- RAM: 16 GB DDR4 @ 3200 MHz
- SO: Windows 10 Pro 64-bit
- Monitor: Acer Predator 144 Hz con tecnologia G-Sync
Le scene di intermezzo risultano di ottima fattura e con un aspetto cinematografico ben riuscito. Anche Il doppiaggio in italiano riesce a tenere piuttosto bene il passo in termini di qualità e lo stesso vale per gli effetti sonori, in particolare quelli legati al rombo dei motori ed alla loro differenziazione.
A non esserci piaciuta molto è invece la playlist scelta per questo nuovo capitolo, che spazia fra diversi generi, dalla musica elettronica alla hip hop/latina, senza però mai regalare brani davvero memorabili. Certo, ci sono artisti piuttosto famosi come Inna, Post Malone, Steve Aoki e gruppi come i Muse e gli Slipknot, ma Need for Speed è sempre stato la culla delle tracce tamarre/spinte e qui non abbiamo trovato pezzi di spessore che assoceremmo inequivocabilmente alla serie. Un esempio? L’indimenticabile “Get Low” di Lil Jon e gli Eastside Boys del primo Underground.
Commento finale
Un po’ come temevamo, Need for Speed Heat resta nella zona di comfort messa in piedi da Ghost Games negli ultimi anni senza spingersi oltre. Il risultato è un capitolo indubbiamente godibile dal punto di vista del gameplay ma non eccelso, che può contare su un ricco sistema di elaborazione delle auto che tanto piacerà agli amanti del tuning ed ai fan di vecchia data. A conti fatti, la serie è arrivata ad un punto in cui si percepisce il bisogno di osare, di “rischiare” per svecchiare un po’ la formula e non deve essere necessariamente un rinnovo radicale. Si possono riportare in auge i tratti distintivi dei capitoli più riusciti, unirli ad altri nuovi e tornare a qualcosa di più semplice ma marcatamente tamarro, dove le gare clandestine nella loro essenza più pura sono il fulcro dell’intera avventura. Se siete in cerca di un titolo arcade che stimoli la vostra voglia di gareggiare senza regole, dare vita ad inseguimenti adrenalinici e dare sfogo alla vostra fantasia, comunque, Heat saprà sicuramente come soddisfarvi.
- - Elaborazione estetica e meccanica delle auto ricca ed appagante
- - Comparto grafico decisamente ottimo
- - Tante gare, collezionabili e adrenalinici inseguimenti
- - Modello di guida immediato ed arcade...
- - ... ma non pienamente rifinito e soddisfacente
- - Playlist musicale poco spiccata per un Need for Speed
- - I.A. altalenante e poco reattiva