Recensione Need for Speed: Payback

Una competizione ad alto rischio

Need for Speed è una delle serie videoludiche più longeve di sempre. Nata nel 1994 con The Need for Speed, pubblicato inizialmente su 3DO e successivamente su PlayStation, PC (DOS) e SEGA Saturn uscite poco dopo nel 1995 e 1996, ha radicalmente cambiato il mondo dei racing game. Per quasi un ventennio la serie ha dominato incontrastata il settore di riferimento, raggiungendo nel 2013 il ragguardevole traguardo di 150 milioni di copie vendute nel mondo e contando all’attivo più di 20 titoli, fra capitoli principali e spin-off.

L’apice più alto della serie è stato raggiunto negli anni 2000, con capitoli del calibro di Need for Speed: Underground, Underground 2, Most Wanted e Carbon. Dopo il 2006, la serie ha iniziato a vacillare. Uno dei capitoli meno apprezzati della serie è stato Need for Speed: ProStreet (2007), che andò a modificare l’anima stessa del gioco, abbandonando le corse clandestine a favore di piste legali e soprattutto modificando il modello di guida che passò da arcade a simulativo. Passando poi per Shift (2009), Hot Pursuit (2010) e arrivando al reboot della saga: Need for Speed che ha sì migliorato le criticità dei predecessori ma non è riuscito, complice anche la presenza di tanti rivali a riportare la serie in auge.

Con Need for Speed: Payback, Electronic Arts e Ghost Games vogliono invertire la tendenza, introducendo non soltanto nuovi elementi di gameplay ma anche un plot narrativo che ruota intorno a ben tre personaggi. L’obiettivo? Rivaleggiare proprio con i diretti rivali: Forza Motorsport Horizon, Test Drive Unlimited e The Crew.

Alla scoperta della banda

Sullo sfondo della corruzione di Fortune Valley, vestiremo i panni di tre protagonisti: Tyler ‘Ty’ Morgan, l’asso della velocità, Jessica ‘Jess’ Miller, l’esperta della fuga e Sean ‘Mac’ McAlister, lo specialista della derapata. I tre saranno quindi chiamati a sgominare l’organizzazione criminale chiamata la Loggia, che controlla praticamente tutte le attività della città fittizia di Silver Rock. Casinò, criminali, poliziotti della città. La posta in palio è davvero altissima. Tyler, Mac e Jess per portare a termine la missione dovranno affrontare tantissimi eventi, gareggiare e battere i piloti della losca organizzazione criminale, guadagnare il rispetto del sottobosco della Valley e infine affrontare la sfida finale per sconfiggere la Loggia e i suoi capi una volta per tutte.

Per raccontare le gesta dei tre protagonisti, si è scelto un approccio cinematografico, caratterizzato da un plot narrativo semplice ma convincente e tante scene di intermezzo adrenaliniche. Seguendo la scia di Fast & Furious con Vin Diesel & CO o di un film più datato ma ancora oggi valido: Fuori in 60 Secondi con Nicolas Cage e Angelina Jolie, l’obiettivo di Ghost Games è stato quello di realizzare un titolo che potesse tenere il giocatore incollato allo schermo, fra inseguimenti, esplosioni, manovre al limite e chi più ne ha più ne metta. Il tutto si svolge in una mappa di gioco open world davvero fantastica e vastissima. Fortune Valley offre infatti miglia e miglia di sterrati, strade, autostrade, che potremo percorrere a bordo dei nostri sfavillanti bolidi a quattro ruote.

Dovremo dunque tener d’occhio la grande mappa di gioco e raggiungere i punti indicati per affrontare gli eventi di gioco. Corse, Derapate, Fuoristrada, Accelerazione e Fuga. Oltre alle missioni principali, nel nostro scorrazzare per la Valley, incapperemo in quest secondarie e sulla falsa riga di Horizon, potremo recuperare vecchi rottami che verranno trasformati in veri e propri gioielli. La progressione è caratterizzata da macro aree, una volta completate tutte sbloccheremo l’area legata alla “Final Mission”. La durata del gioco è davvero notevole, circa 18 ore. Se invece volete ottenere il 100% è naturale che la durata dello stesso aumenterà notevolmente.

Maledette microtransazioni

Se in Star Wars: Battlefront II ci si è accorti tempestivamente dei netti vantaggi che le microtransazioni potevano dare agli utenti, ciò non è purtroppo capitato in Payback. Le microtransazioni sono piuttosto invasive e fastidiose. Il fatto di dover avere sempre un certo quantitativo di denaro per acquistare upgrade, veicoli o per rendere le gare più fattibili, aiuterà e non di poco chi predilige bruciare le tappe e spendere valuta reale per giocare. Qui entrano in gioco le costose Speed Cards, che vanno a migliorare almeno tra categorie di prestazioni del veicolo.

Possono essere ottenute gareggiando e vincendo le gare ma anche spendendo i gettoni e tentare (sempre in stile Forza Motorsport) un tiro alla slot machine. Non saremo certo obbligati a spendere valuta reale per migliorare prestazioni e/o rendere le gare più abbordabili. Saremo però obbligati a giocare moltissimo se vogliamo ottenere le Speed Card in maniera gratuita. Queste potranno essere applicate immediatamente al veicolo, essere vendute oppure conservate per eventualmente utilizzarle su altre tipologie di auto.

Le carte in questione hanno anche un altro ruolo. Infatti sono legate al livello della vettura. Cosa vuol dire? Ebbene, se la vostra vettura ha un livello inferiore rispetto a quello richiesto dalla gara nella quale volete gareggiare, sarà quasi impossibile vincerla. Anche se siete degli assi e riuscirete a riempire più di una volta il serbatoio del NOS, la IA al nostro minimo tentennamento ci sorpasserà senza problemi, a volte compiendo manovre stratosferiche e al limite delle capacità umane. Recuperare la testa della gara sarà impossibile, salvo non vi mettiate a fare a sportellate e a compiere manovre non proprio corrette.

Più arcade che mai

Per quanto riguarda il modello di guida è quello che tanto abbiamo apprezzato negli anni nella serie di Need for Speed, ovvero Arcade. Finalmente la crisi d’identità che tanto aveva caratterizzato la serie sembra essere ormai passata. Il modello di guida è semplice e intuitivo anche per i novizi ma soddisfacente quanto basta per farsi apprezzare anche dai racing gamers più navigati. Ghost Games ha inoltre fatto un buon lavoro sulla personalizzazione dei veicoli permettendo all’utente di far praticamente ciò che vuole con ogni aspetto della vettura. Il sistema di danni è soltanto di natura estetica, potrete anche sbattere a 300km/h contro un muro senza alcun problema.

Il gioco è stato provato su PS4 Slim e c’è da dire che il Frostbite Engine in generale si è comportato piuttosto bene. Il frame rate, salvo rari casi, come nell’affrontare gare in notturna, si è mantenuto sui 30 frame al secondo. La città di Silver Rock è stata curata in ogni dettaglio così come i veicoli stradali, le ombre degli stessi e il sistema di illuminazione. I rombi dei motori inoltre sono fedeli alle controparti originali e la colonna sonora risulta, in grande stile Electronic Arts, essere di ottima fattura. Non mancano però alcuni piccoli difetti, come evidenti fenomeni di pop-in e pop-up e alcuni bug davvero fastidiosi che speriamo vengano risolti con una patch.

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Need for Speed: Payback
8.0 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile suPS4, XBOX One, PC
Pro
    - Un gameplay vario
    - Tante attività da fare
    - Buon plot narrativo
Contro
    - Microtransazioni
    - Evidenti fenomeni di pop-in e pop-up
Riassunto
Need for Speed: Payback è un gradito ritorno per tutti i fan della storica serie. E’ un buon titolo che si lascia giocare, grazie a tante attività da poter fare e ad un sistema di guida intuitivo, divertente e davvero semplice da governare. Alcune scelte, le microtransazioni in particolar modo, fanno storcere un po’ il naso ma in definitiva questo Need for Speed ha riportato la serie sulla retta via.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale



PRO


CONTRO

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