Nel lontano 2006, Shin Megami Tensei: Persona 3 si impose con la forza della tranquillità come uno dei migliori e più importanti JRPG di tutti i tempi. In un periodo storico in cui il flusso dei giochi di ruolo poteva beneficiare di una piattaforma, la PlayStation 2, assolutamente in prima linea nella diffusione occidentale del genere, il titolo Atlus cambiò le carte in tavola. Lo fece anzitutto con una storia matura ed un immaginario controverso, ma anche e soprattutto trasmettendo l’idea ludica che trascorrere del tempo con i personaggi avesse un peso specifico rilevante nell’economia generale. Un pò dating, un pò anime, un pò Shin Megami Tensei. Persona 3 fu un successo e segnò il destino di Atlus elevando la serie ad un punto di riferimento dell’intero panorama, con il successivo magnifico quarto capitolo e con il ben noto trionfo raccolto dai Ladri Fantasma in tempi più recenti.
Alla luce degli esperimenti che hanno coinvolto il brand (tra cui l’ultimo intrigante Persona 5 Tactica), non stupisce che Atlus e SEGA abbiano deciso di dare anche una nuova rilettura al terzo episodio creando la sua esperienza definitiva. In un mese che vedrà l’arrivo di un altro remake incredibilmente atteso, sarà riuscito Persona 3 Reload a ritagliarsi uno spazio? Si, decisamente si.
Il titolo è disponibile dallo scorso 2 Febbraio per PC (via Steam), Xbox One, Xbox Series, PlayStation 4 e PlayStation 5. Inoltre è presente nel catalogo di Xbox Game Pass.
Versione testata: PlayStation 5
Mi sveglio ed è passata solo un’ora
Tatsumi Port Island, scuola superiore di Gekkoukan. La vita scorre regolarmente, scandita dalla routine della campanella che fa da metronomo tra una lezione e l’altra, passando per i brevi momenti aggregativi e le attività dei club scolastici. Tuttavia, c’è qualcosa di particolare che sfugge alla ordinarietà del silenzioso ed innominato protagonista: la capacità di vivere, all’esatto scoccare della mezzanotte, sessanti occulti minuti noti col nome di Ora Buia. Un momento fuori dal tempo e dello spazio in cui le persone scompaiono ed il mondo viene invaso da creature misteriose e pericolosissime. Assieme ad un gruppo di compagni coi quali condividerà tale abilità soprannaturale, le vicende porteranno ad indagare il fenomeno che li accomuna tentando di salvare il mondo. Per farlo, dovranno avventurarsi nella scalata dell’enigmatico Tartaro, una torre gigantesca che appare nell’Ora Buia al posto della loro scuola.
Com’era lecito attendersi, la trama di Persona 3 Reload ripercorre perfettamente gli eventi della prima indimenticabile versione del titolo. Anche a distanza di quasi vent’anni, le vicende e soprattutto le tematiche affrontate conservano la loro potenza, lasciando un profondo solco nelle coscienze dei giocatori anche grazie ad una scrittura ulteriormente migliorata. L’impronta esistenzialista, portata alle sue più dure e complesse sfaccettature e conseguenze, è ora come allora un unicum del panorama, soprattutto perché calata in un contesto, quello adolescenziale, al contempo antitetico ed affine. Sotto questo punto di vista, è forse bene precisare che non tutti gli argomenti potrebbero essere adatti ad un pubblico giovane, soprattutto per implicazioni ed immaginario complessivo. Come non ricordare la mai sopita polemica sulla rappresentazione visiva dell’Evoker e del suo metodo di utilizzo…
Ciò che invece è cambiato in Reload è la presentazione estetica complessiva, che ha subito un profondo restyling. Pur mantenendo inalterati i design originali e la palette cromatica (la cui scelta, nei Persona, non è casuale o meramente stilistica), l’influsso dei Ladri Fantasma è ben visibile. Persona 5 Royal ha fatto scuola, cosa che si nota palesemente nei menù, nell’equilibrio con i filmati anime, nell’uso di una regia dinamica. Reload, in questo senso, è indiscutibilmente più bello che mai. E la colonna sonora, ri-arrangiata da Atsushi Kitajoh e con nuove musiche, è parimenti splendida.
La rabbia non ti basta
Ma anche il Tartaro ha subito un grandissimo restyling, forse l’aspetto che richiedeva più fortemente una svecchiata dopo le parziali riletture effettuate in Persona 3 FES e Persona 3 Portable.
L’inquietante torre malvagia dell’Ora Buia è ancora minacciosa ed è rimasta sostanzialmente la stessa nella sua struttura e dimensione. Sono ancora presenti gli oltre cento piani suddivisi in zone progressivamente sbloccabili, così come le ambientazioni continuano ad essere generate proceduralmente. Ad essere cambiata è la presentazione complessiva, che conferisce all’intero Tartaro una personalità molto più delineata (anche se lontana dai palazzi di Persona 5), ma soprattutto le possibilità esplorative.
Tanto per cominciare, il dungeon crawling non è più demandato ad una visuale in prima persona per schermate fisse (come in una delle precedenti iterazioni di P3) ma è finalmente cementificato attorno ad una più familiare terza persona. Sparisce la controversa meccanica della fatica, permettendo di affrontare l’esplorazione senza il tedio di una eccessiva punizione, e viene introdotto addirittura un dash per velocizzare il ritmo generale.
Sul lato del combattimento, ad esempio, ecco le opzioni di autobattle introdotte in P5R (e dallo stesso capitolo, una serie di miglioramenti dedicati alle fusioni delle Persona), una meccanica che permette di passare ad un altro membro del party quando si colpisce una debolezza, e la Teurgia (simile alle classiche Limit Break di un’altra famosa serie JRPG). Ed occhio alle Porte della Monade, passaggi speciali che appaiono in maniera randomica per offrire utili ricompense a patto di sconfiggere avversari più tosti.
Chiariamoci. Il Tartaro è e rimane una proposta più basilare e meno complessa rispetto a quanto visto nei capitoli più recenti. Ma le aggiunte e migliorie la rendono quantomeno una lettura più moderna, facile da navigare e divertente da giocare. Circostanza niente affatto scontata, considerando quanto tempo dovrete passare al suo interno. Semmai, quello che non ci ha propriamente convinto è il complessivo bilanciamento della difficoltà. L’impressione (neanche tanto lieve) è che Reload abbia tarato maggiormente verso il basso l’esperienza complessiva, soprattutto rispetto al capitolo originale. Un po’ per effetto delle introduzioni che vi abbiamo citato, un po’ per abbracciare più facilmente il pubblico odierno (notiamo il ricorrere di un trend visto anche in Persona 5 Tactica). Ma avremo apprezzato un’esperienza, quantomeno a difficoltà normale, un pochino più impegnativa.
Cinque cellulari nella tuta gold
L’altra anima, quella prettamente sociale, è stata altrettanto migliorata anche se in misura più marginale.
Troverete infatti tutti i Social Link ed eventi del capitolo originario, più qualche aggiunta direttamente dal capitolo portatile. Seguire le attività disponibili è diventato molto più semplice, così come viaggiare rapidamente da un punto all’altro. Particolarmente apprezzata ed user friendly è anche la modalità Riavvolgi, che permette di rivivere momenti passati in caso di errori commessi. Persino gli appuntamenti, una volta piuttosto cringe, sono stati rivisti e resi più coerenti.
Tra le novità è stata inserita l’opportunità di frequentare i membri del party, al di là degli eventi Social Link. Ci si trova così a prepararsi una cenetta rilassante, vedere un programma alla TV e molto altro. Come per i collegamenti sociali tradizionali, anche queste mostrano interazioni uniche legate allo sviluppo dei personaggi a seconda delle linee di dialogo. Un modo intelligente non solo per sviluppare ulteriormente i fantastici personaggi del cast con nuovi dialoghi eccellenti, ma anche un’opportunità per sbloccare abilità passive per affrontare i dungeon del Tartaro.
Persona 3 Reload è dunque indiscutibilmente la versione migliore del capolavoro Atlus ma, tristemente, non è altresì la sua iterazione più completa.
Essendo basata sulla release del 2006, mancano da FES l’episodio sequel intitolato The Answer che fornisce un epilogo alle vicende narrate. Da P3P manca invece la possibilità di affrontare la campagna con un alter-ego femminile alternativo, con una storia parzialmente diversa. Mentre comprendiamo l’assenza di quest’ultima variabile, meno facile da digerire è l’idea di non avere a disposizione The Answer. Certo, si potrebbe osservare che è tradizione della saga proporre riedizioni migliorate ma paradossalmente non ufficialmente canoniche… però sarebbe stato bello cogliere l’occasione per creare un capitolo davvero completo, abbandonando le ambiguità. Ancor più se si pensa che voci di corridoio suggeriscono l’arrivo dell’episodio sequel come futuro DLC. Non sappiamo se sarà così, però ecco… è una situazione che si poteva evitare alla radice, a nostro avviso.
Commento finale
Quando il materiale di partenza è già un capolavoro, un remake capace di migliorarne ulteriormente la formula non può che raggiungere il medesimo status. Anche a distanza di quasi vent’anni, il terzo capitolo principale della serie Atlus dimostra di essere ancora un eccelso JRPG dalla trama fenomenale e dal gameplay assuefacente. Persona 3 Reload prende tutto questo e lo eleva all’ennesima potenza, con una nuova veste grafica, una più fluida gestione dei dungeon ed una serie infinita di miglioramenti. Dopo Like a Dragon: Infinite Wealth, un altro capolavoro firmato SEGA in questo esaltante inizio 2024.