Recensione Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente


Versione testata Nintendo Switch


Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente sono sul mercato ormai da un po’: voi che state leggendo questa recensione avete probabilmente già spolpato le circa 35 ore di campagna principale e tutte le novità, piacevoli o meno, aggiunte da ILCA in questi attesi remake. 

Per chi non l’avesse fatto, tra poco vi daremo un’infarinatura generale sul progetto, su cosa hanno significato i giochi originali, usciti su Nintendo DS tra il 2006 e il 2007, su cosa potete aspettarvi da storia e gameplay e quali sono le criticità maggiori della nuova edizione. Nella seconda parte, invece, andremo a focalizzarci su tutti quegli aspetti che ci hanno dato fiducia per il futuro perché, una volta tanto, può essere un passatempo interessante evidenziare le cose che ci piacciono, e non limitarci a sparare a zero su teste chibi e confronti impietosi.

Seguiteci, quindi, e se avrete trovato spunti interessanti vi invitiamo a unirvi nella nostra nuzlocke sul canale Twitch di 4News, tutti i lunedì dalle 21 alle 23.

Differenze con gli originali

Se avete giocato Pokémon Diamante o Pokémon Perla su Nintendo DS non aspettatevi grosse rivoluzioni: i remake realizzati da I Love Computer Art (ILCA) non si prendono alcuna libertà narrativa rispetto agli originali, tanto che anche le aggiunte viste in Pokémon Platino nel 2008-2009 vengono qui lasciate al loro destino. Salta anche l’ipotesi di eventuali collegamenti con Leggende Pokémon: Arceus, nuovo capitolo open world in uscita il 28 gennaio 2022, sempre su Nintendo Switch.

Al di là di quale sia la vostra posizione in merito, la scelta degli sviluppatori rientra nei soliti compromessi tra fedeltà e innovazione di cui bisogna tener conto in operazioni di questo tipo. Dal canto nostro ci sarebbe piaciuta qualche novità e approfondimenti maggiori sulla lore, ma pretendere che fosse ILCA a far ordine nella cosmogonia Pokémon quando la stessa Game Freak rifugge con determinazione questa impresa era forse poco realistico.

L’avventura scorre comunque in modo piacevole, meglio che negli episodi “moderni”, e la prima grande differenza con gli originali, ovvero la gestione delle Macchine Nascoste (MN) al di fuori del proprio team, rende più fluida l’esplorazione di Sinnoh, seppur andando ad alterare in alcune aree l’equilibrio del level design originale.

Lato gameplay troviamo altre facilitazioni nella condivisione dell’esperienza a tutto il team, non disattivabile, e nella segnalazione delle debolezze e resistenze elementali (di tipo, ndr) quando si attaccano Pokémon già incontrati in passato. Nulla di nuovo sotto il sole, ma se volete aumentare la difficoltà anche stavolta sarete voi a dovervi autoimporre delle regole extra (e non dimenticate di impostare lo stile di lotta in moda da impedirvi lo switch gratuito dopo aver sconfitto un membro del team avversario).

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente:

Nel complesso raggiungere la lega è più semplice che in passato, anche grazie alla velocità nettamente superiore con cui calano i PS dei mostriciattoli e alla meccanica dell’amicizia, che ci salva da situazioni spinose quando un NPC riesce a prenderci alla sprovvista. Un aspetto, questo, che alla fine ci ha spinto a impegnarci più del solito: ci torneremo tra poco.

I minigiochi delle Gare Pokémon non ci hanno entusiasmato, così come quello per la creazione dei poffin, ma insieme all’espansione dei Grandi Sotterranei e alla conseguente cattura di tanti leggendari nel Parco Rugosa completano un pacchetto tutt’altro che modesto. L’ampliamento della possibilità di avere Pokémon al seguito è una modifica più estetica che di sostanza, non sempre convincente, così come l’aspetto grafico generale..

La scelta di dare una fisionomia chibi ai personaggi strizza l’occhio al pubblico più giovane, ma al contempo cozza contro una rappresentazione eccellente delle espressioni dei personaggi più importanti, che perdono parte della loro credibilità nei momenti topici.

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente
Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente

La resa complessiva delle ambientazioni è invece deliziosa e restituisce l’idea di un diorama in movimento: non siamo all’eccellenza del remake di The Legend of Zelda: Link’s Awakening, ma la grafica è comunque curata, con un ottimo lavoro sugli shader delle superfici (sebbene non manchi qualche sporadico calo nella loro qualità). Stabile anche il frame rate, che restituisce un senso di fluidità non scontato nel brand; mentre è un peccato la presenza di alcuni bug di duplicazione che stanno un po’ minando l’equilibrio degli scambi tra i giocatori. A proposito di Multiplayer, poi, vi ricordiamo che il competitivo rimarrà ancora su Pokémon Spada e Scudo almeno per buona parte del 2022.

Cosa c’è di buono

Archiviata la questione dell’analisi pura, con cui non vogliamo annoiarvi oltre (possiamo dirvi poco altro rispetto a quanto potete ammirare da soli nei trailer o – nuovo momento adv – in live sul nostro Twitch), vi avevamo promesso di parlare di quegli aspetti che più ci hanno convinto in questi remake. Quindi eccovi cosa c’è di buono.

Partiamo da quella che è, senza dubbio l’aggiunta dove si vede più forte la mano di ILCA: i Grandi Sotterranei, un inno al level design classico dei JRPG. Qui ci troviamo infatti di fronte a biomi diversificati per fauna e stile, dove gli enigmi ambientali sfruttano tutti i possibili punti ciechi generati dalla visuale a volo d’uccello. L’esplorazione di queste aree è soddisfacente e remunerativa, premia il gioco cooperativo e diverte persino nei suoi minigiochi. Crea purtroppo qualche problema di bilanciamento, nel senso che porta a un eccessivo aumento del livello della propria squadra; per il resto è qui che abbiamo trascorso la maggior parte del nostro tempo in queste settimane di test. Se i risultati con questo stile “meno moderno” sono di tale qualità, forse, e dico forse, dovremo rimangiarci il desiderio di avere open world e telecamera libera nel mondo Pokémon.

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente mappa sottorranei
Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente: la mappa dei sottorranei

Se è vero che abbiamo espresso perplessità nel bilanciamento generale, vogliamo ora elogiare il tentativo di ILCA di portare gli scontri con i “boss” del mondo Pokémon su un altro livello. I team degli allenatori più forti di Sinnoh, soprattutto nei rematch coi Capipalestra, sembrano usciti dalle pagine degli analisti di Smogon, usano tattiche complesse (leggasi “infami”) e spesso obbligano anche i giocatori più esperti a non poter ragionare solo mossa per mossa.

E se conoscete il comparto single player del franchise Pokémon, questo non è affatto scontato.

Commento Finale

Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente sono remake ben realizzati, ma con una duplice faccia. Da un lato abbiamo il gioco originale, ancorato agli stilemi di quasi tre lustri fa; dall’altro abbiamo le istanze di modernità portate, crediamo, da ILCA, divertenti ma forse un po’ avulse dalla struttura generale. 

Nel complesso, comunque, ci hanno intrattenuto quanto e più di quanto ci aspettavamo, anche se ci hanno suscitato più di un dubbio sulle potenzialità effettive del prossimo grande progetto del brand, quel Leggende Pokémon: Arceus la cui uscita vediamo ora fin troppo vicina.

Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere iscrivendovi al nostro canale Telegram o, meglio, durante la prossima puntata della nostra avventura in Nuzlocke: chissà quale sarà il prossimo Pokémon di Tosse a perire…

8.0

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente


I punti di forza di Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente brillano, ma proiettano inevitabilmente anche ampie ombre. Le ottime novità introdotte da ILCA, come i Grandi Sotterranei e una maggiore efficacia dei capipalestra, cozzano con elementi che evidenziano i tanti anni passati e una coerenza strutturale e grafica non sempre impeccabile. Il risultato è comunque gradevole e ci ha intrattenuto quanto gli orginali (e forse anche un po' di più).

PRO

Grandi Sotterranei, sfide coi “boss"

CONTRO

“Testoni” dei personaggi, qualche bug “old-gen”

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