Recensione Prince of Persia: Le sabbie dimenticate

Le notti d’oriente

Ne “Le Sabbie dimenticate” innanzitutto viene abbandonato l’eccezionale cell shading della precedente produzione, in favore di ambientazioni ultra realistiche che in alcuni punti, complice texture in alta risoluzione davvero ben realizzate, sono davvero degne delle produzioni recenti più blasonate. Ampi paesaggi visibili dalle alte mura del castello, si alternano a location interne che riescono a far rivivere l’atmosfera della Persia dei gran visir. Effetti di luce e particellari accompagnano degnamente il percorso del principe verso l’eliminazione dell’esercito di Re Salomone. Il merito va sicuramente all’ottimo motore Anvil Engine, meglio conosciuto come Scimitar lo stesso utilizzato dalla serie di Assassin’s Creed, I e II.

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Non cosi’ invece la modellazione poligonale del principe, comunque accettabile, e degli altri personaggi comprimari, che risulta alquanto superficiale: i nemici sono praticamente tutti uguali uno all’altro e solo le boss fight, riescono a regalare qualche momento, almeno sotto il profilo grafico, emozionante. Le cutscenes in alcuni punti sembrano soffrire di un texture mapping piuttosto evidente (problema riscontrato anche con gli altri titoli che utilizzano lo stesso motore), mentre quelle realizzate in computer grafica invece sono tanto ben fatte da tozzare con quelle realizzate con il motore del gioco.

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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