Ratchet & Clank: Rift Apart, il colorato action-adventure di Insomniac, è per certi versi uno dei primi veri titoli next-gen arrivati su PlayStation 5 nel 2021. Il gioco nei proclami del marketing Sony, è stato infatti presentato come il primo in grado di mostrare i muscoli dell’allora neonata PlayStation 5 (sembra incredibile che siano già passati 2 anni dal lancio!) e soprattutto quelli del suo SSD ad alta velocità.
L’arrivo su PC, quindi, rappresenta anche un modo per mettere alla prova quei proclami che volevano il gioco come “possibile solo su PlayStation 5“.
Questa volta però, Sony ha deciso di andare sul sicuro e, dopo il macello combinato da Iron Galaxy Studios con il porting di The Last of Us Parte I, ha affidato la trasposizione allo studio olandese di Nixxes Software, di cui avevamo già apprezzato l’ottimo lavoro nella conversione di Marvel’s Spider-Man: Miles Morales.
Un’attesa lunga 5 anni
Dopo ben quattro capitoli principali (più o meno ndr.) comparsi nell’era PlayStation 3 e il solo remake del primo capitolo comparso su PlayStation 4 nel 2016, nel 2021 gli utenti PlayStation 5 hanno finalmente potuto ritrovare i vecchi amici Ratchet & Clank, ora pronti al debutto anche su PC.
Dopo 21 anni anni di avventure – ebbene sì, il primo capitolo è comparso nel lontano 2002 su PlayStation 2 – sarebbe davvero complicato provare a riassumere la storia del bizzarro duo. Per fortuna però, salvo rari riferimenti a precedenti avventure e a personaggi che abbiamo imparato a conoscere nel corso di tutti questi anni, anche chi è completamente a digiuno della IP, può facilmente godersi questo nuovo capitolo.
In Rift Apart, Ratchet e Clank sono pronti a ricevere il meritato riconoscimento dopo aver salvato per l’ennesima volta la galassia. La parata in loro onore però, viene interrotta dall’arrivo del loro acerrimo nemico, il Dr. Nefarious, intenzionato a rubare il dimensionatore, una tecnologia Lombax in grado di aprire portali interdimensionali.
Lo strumento, protagonista indiscusso di tante avventure di Ratchet & Clank, era stato più volte distrutto e ricostruito, da ultimo in Ratchet & Clank Nexus, fino a che, per evitare usi distorti dello stesso, originariamente creato per ricercare altri Lombax dispersi, Ratchet aveva deciso di non ripararlo più.
Clank però, pensando di fare cosa gradita, in Rift Apart decide di ripararlo e farne dono al suo amico, ma durante la prima spettacolare “scazzottata”, il dimensionatore viene nuovamente danneggiato, catapultando i nostri eroi in un’altra dimensione.
Azione in puro stile Insomniac
Il gameplay di Ratchet & Clank: Rift Apart è una vera e propria avventura cinematografica al cardiopalma, con combattimenti in terza persona, elementi di platforming e puzzle solving, un roster di armi fuori di testa e boss fight mozzafiato. Il tutto è condito da scene di intermezzo di qualità eccelsa e da un ritmo incalzante che tiene incollato il giocatore dall’inizio alla fine delle 10 – 15 ore necessarie a completare l’avventura principale.
Il gioco, oltre ad un gunplay davvero divertente impreziosito da un roster di ben venti armi divertentissime e tutte diverse l’una dall’altra, offre anche una buona quantità di esplorazione e platforming resa ancora più interessante dalla possibilità di effettuare uno scatto su pareti e muri (scatto Phantom) e da una certa verticalità dei livelli garantita dal rampino dimensionale che permette di muoversi in fenditure dimensionali e aggirare nemici e ostacoli.
Ogni pianeta del gioco è inoltre un hub a sé stante, ricco di collezionabili da scoprire e sidequest da completare. Tuttavia, nonostante la presenza di una modalità New Game+, probabilmente il gioco non offre abbastanza profondità per motivare un replay immediato.
Il titolo infine è interamente localizzato in italiano, un plus a cui i lavori PlayStation Studios ci hanno ben abituato.
Requisiti di sistema
Minimi | Consigliati | |
Sistema operativo: | Windows 10 64-bit | Windows 10 64-bit |
Processore | Intel i3-8100 – AMD Ryzen 3100 | Intel i5-8400, AMD Ryzen 5 3600X |
Memoria | 8 GB di RAM | 16 GB di RAM |
Scheda video | NVIDIA GTX 960, AMD RX470 | NVIDIA GTX 2060 – AMD RX 5700 |
DirectX | Versione 12 | Versione 12 |
Memoria | 75 GB di spazio disponibile | 75 GB SSD |
Un’esplosione visiva
Inutile girarci intorno, l’aspetto più riuscito di Ratchet & Clank: Rift Apart è sicuramente quello visivo. Il gioco offre visuali mozzafiato e una quantità di elementi a schermo ed effetti particellari davvero impressionante.
Già su PlayStation 5 il colpo d’occhio era davvero eccezionale, ma su PC grazie all’utilizzo avanzato delle tecniche Ray Tracing, il tutto appare ancora più spettacolare.
Per quanto riguarda l’ottimizzazione, Nixxes ha fatto un lavoro davvero notevole. Il gioco, infatti, sulle quattro configurazioni su cui abbiamo avuto modo di testare il gioco, gira in maniera eccelsa anche senza ricorrere alla risoluzione dinamica e il fantomatico proclama “possibile solo su PlayStation 5” sembra smentito del tutto.
Configurazione High End
– CPU: Ryzen 7 7900X
– MB: X670 Gaming AX
– RAM: 32 GB Crucial Ballistix Max DDR5 6000mhz
– GPU: ZOTAC GAMING GeForce RTX 3080 Ti AMP Holo
– Storage: NVME 2TB 4.0Gen Kingston Fury
Configurazione Intermedia
– CPU: AMD Ryzen 7 5800x3D
– MB: X570 Aorus ITX
– RAM: 32 GB Crucial Ballistix Max 4000mhz
– GPU: PowerColor Red Devil AMD 6900XT
– Storage: NVME Kingston KC3000 2TB
Configurazione Low End
– CPU: AMD Ryzen 5 3600x
– MB: b350 Fatality
– RAM: 16 GB Crucial Tactical Tracer 3000mhz
– GPU: Innohit ichill X4 Nvidia GeForce GTX 1070
– HDD: 1Tb mechanical WD Blue.
Sulla configurazione high end, con DLSS su Qualità, infatti, il gioco gira in 4K a oltre 60 fps con dettagli maxati e ray tracing attivo (ombre ray tracing sembra essere il valore in grado di incidere maggiormente sulle prestazioni, ma sul preset Medio si riesce a goderne senza incidere più di tanto sul frame rate). Sulla configurazione intermedia con 6900XT, in 2k e dettagli maxati ma senza Ray Tracing, il gioco oscilla tra i 90 e i 110 FPS. Persino sulla configurazione low end, quella più vicina alle specifiche minime di sistema, non ci si può lamentare, con il gioco che in 1080p e dettagli medi, anche su una 1070 riesce a tenere tranquillamente i 60fps. Sicuramente merito dell’utilizzo degli scaler come FSR 2.1 e DLSS, ma anche dell’eccellente lavoro di ottimizzazione svolto da Nixxes.
Con scheda grafica AMD si segnalano sporadici crash del gioco con driver Adrenaline 23.7.2, ora risolti con l’ultimo aggiornamento del gioco.
Prestazioni eccellenti anche su Steam Deck
A ulteriore riprova di quanto detto, non possiamo non citare le prestazioni ottenute su Steam Deck, dove il gioco attualmente risulta verificato con classificazione ProtonDB “Oro”. Con dettagli medi, infatti, Ratchet & Clank: Rift Apart si mantiene ancorato ai 30 Fps, mentre abbassando i dettagli al minimo si può ottenere anche uno scatto fino ai 40-45 fps, senza incidere più di tanto sulla qualità visiva.
SSD è davvero necessario?
Come abbiamo ripetuto più volte nel corso di questa recensione, al lancio su PlayStation 5 Sony ha posto molta enfasi sul fatto che Ratchet & Clank: Rift Apart fosse possibile solo sulla sua console ammiraglia a causa dell’utilizzo intensivo del suo veloce SSD. In alcune sequenze di gioco corrispondenti al viaggio interdimensionale nei portali, il gioco in effetti caricherà una grande quantità di dati accedendo al disco di continuo. È il caso della sequenza finale dello scontro alla parata che fa da incipit al gioco (min. 16:48 del video poco sopra) o del quinto pianeta che visiterete, Blizar Prime, in cui farete avanti e dietro tra due dimensioni dello stesso luogo.
Con l’arrivo su PC, quindi, ci siamo chiesti se effettivamente la presenza dell’SSD, o meglio di un veloce NVME di quarta generazione, fosse assolutamente necessaria. La risposta, come potete immaginare è un secco no.
Il gioco, con le dovute proporzioni, gira in maniera perfetta anche su un vecchio HDD meccanico come quello che abbiamo utilizzato nella configurazione low end, un WD Blue da 1TB, e sulla MicroSD di Steam Deck (una Lexar Play da 1TB). Certo a dispetto delle configurazioni con NVME dove il caricamento dei portali è praticamente istantaneo, utilizzando un HDD vi toccherà aspettare qualche secondo il caricamento dei diversi mondi (circa 8-9 secondi su HDD e 10-12 su MicroSD) ma nulla in grado di rovinare l’esperienza.
Commento finale
Dopo il mezzo passo falso di The Last Of Us Parte 1, il porting di Ratchet & Clank: Rift Apart è un successo. Grazie ad un ottimo lavoro di ottimizzazione, il gioco risulta molto godibile anche su piattaforme non recentissime e decisamente spettacolare su quelle più moderne, con o senza Ray Tracing attivo. Steam Deck d’altro canto sembra il luogo d’elezione per giochi come questo, che è possibile godersi in mobilità, magari sotto l’ombrellone. Dal punto di vista del gameplay, poi, su PC esistono davvero ben pochi action adventure con questi livelli di produzione, pertanto se vi piacciono i platform spettacolari non possiamo che consigliarvelo senza riserve.