S.T.A.L.K.E.R. è una serie di FPS survival. Il primo capitolo – S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl – è stato pubblicato nel 2007 seguito da S.T.A.L.K.E.R.: Clear Sky nel 2008 e S.T.A.L.K.E.R.: Call of Pripyat nel 2009. L’ultima iterazione della serie – S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl – risale allo scorso anno. Unendo fantascienza e horror, il franchise di S.T.A.L.K.E.R. è ambientato in una realtà alternativa di esclusione post-nucleare, ispirata al disastro reale di Černobyl, che dopo l’esplosione di una centrale nucleare in Ucraina, ha trasformato un’intera area in un incubo apocalittico pieno di mutanti e strane anomalie paranormali capaci di ucciderci con una semplice onda d’urto.
Inizialmente, l’unico modo per godersi appieno questi sparatutto in prima persona era attraverso un PC ad alte prestazioni, le console dell’epoca ovvero PS2 (commercializzata fino al 2013) e PS3 non erano all’altezza del compito di far girare quello che allora era uno dei titoli per PC più ambiziosi dell’epoca. Soltanto successivamente i tre titoli (considerando anche il buon successo ottenuto con un Metacritic fra il 75 e l’82) sono stati pubblicati insieme nel 2024 come un’unica trilogia (chiamata S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy) e portati con una grafica migliorata, controlli più moderni e un’interfaccia utente rielaborata su console PlayStation, Xbox e Nintendo Switch.
Ora, nonostante l’uscita dello scorso anno – gli sviluppatori di GSC Game World – oltre a dimostrare il loro amore per questo franchise diventato leggenda e i suoi fan, hanno deciso di pubblicare il nuovissimo S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition che ripropone, portando con sé ulteriori miglioramenti rispetto all’edizione dello scorso anno, l’esperienza completa della saga originale rappresentando l’ennesimo tuffo profondo in un mondo desolato, ostile, ma incredibilmente affascinante.
S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition è disponibile per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S dal 20 maggio.
Versione testata: PlayStation 5
Atmosfera sopra ogni cosa
Il punto di forza della trilogia è sempre stato l’atmosfera: opprimente, realistica e immersiva. Il mondo della Zona vive di vita propria: mutanti inquietanti, anomalie letali, e fazioni umane in guerra creano una tensione costante. Non è il classico shooter: è un’esperienza dove l’esplorazione e la sopravvivenza contano più dei proiettili sparati. Ogni gioco ha un’identità distinta, ma tutti condividono un design emergente, missioni non lineari e un’IA imprevedibile. Shadow of Chernobyl è il più grezzo ma carismatico, il prequel Clear Sky è narrativamente ambizioso ma più instabile, mentre Call of Pripyat rappresenta la maturazione del gameplay con un mondo più coeso e bilanciato e che va a concludere i primi due capitoli in un terzo atto a dir poco avvincente. In poche parole, il vero incidente di Chernobyl si è dimostrato un terreno fertile per la creatività degli sviluppatori fin da quando è avvenuto.

Nei panni dello Stalker i giocatori hanno il compito di svelare il mistero che si cela dietro la propria identità, sopravvivere e saccheggiare tutto ciò che La Zona ha da offrire. Fedeli ai principi tradizionali del design open world, ognuno dei giochi di questa collection vi porta ad attraversare un mondo di gioco di notevoli dimensioni, a parlare con i PNG, a svolgere missioni principali e secondarie e a scoprire tesori segreti. Dal momento in cui si esce, si è liberi di andare dove si vuole, ma per sopravvivere servono armi, armature, oggetti e denaro. È qui che entra in gioco la collaborazione con le fazioni. Sparsi per la zona, troverete vari clan e organizzazioni disposti a offrire missioni e oggetti importanti da scambiare, ma fate attenzione a come vi approcciate a ciascuna fazione. A prima vista, si tratta di elementi piuttosto basilari (a parte i personaggi chiave della storia, le interazioni con gli altri PNG tendono a essere solo variazioni di “cosa c’è di nuovo?” e ”quali missioni hai per me”), ma gli elementi survival aggiunti contribuiscono a mantenere alto l’interesse.
Un restauro tecnico discreto
Sfruttando l’hardware decisamente più performante rispetto alle console in commercio quando i tre S.T.A.L.K.E.R. furono pubblicati ogni titolo di S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition vanta una grafica sostanzialmente aggiornata con illuminazione migliorata e raffinata, texture revisionate e filmati pre-renderizzati in risoluzione 4K. A proposito di risoluzione 4K, tutti i titoli dispongono di diverse impostazioni in termini grafici/prestazioni: Qualità (4K/30 FPS nativi), bilanciato (4K/40 FPS upscalato), prestazioni (4K/60 FPS upscalato), con una modalità “Ultra Performance” (2K/120 FPS upscalato) disponibile che consente agli utenti che possiedono TV compatibili con HDMI 2.0 di attivare una modalità a 120 fotogrammi al secondo. Oltre al supporto di Mod.io, che permette ai giocatori di personalizzare la propria esperienza con un’ampia selezione di mod scaricabili gratuitamente, S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition offre anche il supporto per tastiera e mouse. Dal punto di vista tecnico, questo è probabilmente il modo migliore per giocare agli S.T.A.L.K.E.R. originali su console. Per quanto riguarda i giochi in sé, tuttavia, il risultato e la godibilità dipende dalla propria tolleranza ad un design di gioco che ormai si avvicina ai vent’anni e che potremmo definire “congelato nel tempo”.
Dal punto di vista visivo, nonostante la trilogia presenti miglioramenti incrementali e considerando anche che non si tratta di un remake ma bensì di un’esperienza pensata per preservare non modernizzare si percepisce chiaramente che si ha a che fare con videogiochi di svariate generazioni fa. Man mano che si procede da Shadow of Chornobyl, passando per Clear Sky e fino ad arrivare a Call of Pripyat, trattandosi comunque di prodotti del loro tempo, le ambientazioni risultano essere datate, le animazioni dei personaggi goffe, gli effetti speciali rudimentali e alcuni bug storici (come alcuni freeze durante i caricamenti e durante l’esplorazione) non sono del tutto scomparsi, tutti elementi che vi riporteranno indietro nell’era videoludica del periodo 2007-2009. Allo stesso modo, nonostante i miglioramenti apportati ai controlli e all’interfaccia utente per renderli più intuitivi per chi usa il controller su console, il tutto non è ancora così elegante e raffinato come dovrebbe essere. Da segnalare un buon utilizzo delle funzioni del DualSense con la possibilità di percepire una certa resistenza durante l’uso delle armi o la pioggia battente. I puristi apprezzeranno la fedeltà, ma chi si avvicina per la prima volta potrebbe trovare l’interfaccia e la curva di apprendimento ostili. La mancanza di tutorial chiari e l’hardcore survival potrebbero scoraggiare, ma è proprio questo che rende S.T.A.L.K.E.R. così unico e questa Legends of the Zone Trilogy (Enhanced Edition) offre comunque un trio di titoli di grande interesse per gli appassionati di survival open world e di avventure action.
Detto questo l’audio merita sicuramente un elogio, in quanto rappresenta un elemento imprescindibile in termini di coinvolgimento e ancora oggi è – seppur anch’esso invecchiato – di alto livello, soprattutto quando si vaga da soli per la landa desolata. Si possono sentire spari in lontananza, o mutanti che si aggirano furtivamente e ruggiscono da qualche parte nelle vicinanze, con ogni traccia audio si integra con l’ambiente, contribuendo all’atmosfera inquietante. Meno bene – invece – per quanto riguarda il doppiaggio, decisamente sottotono se paragonato alle produzioni odierne.
Longevità e valore
Ogni titolo offre almeno 20–30 ore di gioco, con rigiocabilità elevata grazie alle fazioni, alle quest dinamiche e ai finali multipli. La trilogia è un affare imperdibile (considerando il prezzo richiesto: 39,99€) per chi cerca un’esperienza narrativa e survival non convenzionale, specialmente in un panorama videoludico moderno ormai dominato da titoli più guidati.
Commento finale
S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition non è una raccolta perfetta, ma è una testimonianza storica fondamentale del game design del periodo 2007-2009. Imperfetta, brutale, ma incredibilmente coinvolgente, che si snoda magistralmente attraverso tre giochi, un must per gli appassionati del genere e una sfida ardua e affascinante (considerando anche che non si tratta di un remake ma bensì di un’esperienza pensata per preservare non modernizzare) per i nuovi arrivati.








