Zanne, fucili, bunker e scudi al plasma
E’ difficile individuare un nucleo centrale fra i motivi dell’unanime applauso che suscitò il videogame Blizzard, ma sicuramente fra essi spiccarono il delicatissimo equilibrio di potenziale bellico fra le razze giocabili, una profondità di gioco stupefacente unita ad una curva di apprendimento estremamente dolce, ed una fra le trame più dense e coinvolgenti che un gioco di strategia in tempo reale abbia mai avuto.
{hwdvideoshare}id=1227|width=640|height=354{/hwdvideoshare}
Terroristi spaziali
Durante l’installazione, la metallica voce dell’Aiutante di Starcraft II vi riassumerà sinteticamente la trama del primo gioco. All’avvio del programma vi sarà chiesto, qualora non ne abbiate già uno, di registrare un account online su Battle.net ed attivare la vostra copia del videogame; pochi minuti più tardi starete già giocando.
Seguiremo le gesta di Jim Raynor, ex-sceriffo, ora ribelle che lotta contro il Dominio Terrestre, il governo interplanetario fondato dal suo vecchio alleato, l’ambizioso Imperatore Arcturus Mengsk. In battaglia, voi impersonerete un Comandante: sarete l’anello di congiunzione fra gli ordini di Raynor e i Randagi, il suo manipolo di dissidenti che spedirete in giro per il campo di battaglia tramite una comoda visuale dall’alto.
Starcraft II, per chi non lo sapesse, è un classico gioco di strategia in tempo reale in cui tre razze, quella terrestre e due aliene (profondamente diverse fra loro), si muovono guerra. Lo scopo è amministrare efficacemente la raccolta e l’utilizzo dei due tipi di risorse disponibili, minerali e gas Vespene, per produrre strutture ed unità con cui annientare la fazione nemica.
Sembra la descrizione del primo gioco; la fedeltà alla tradizione, tuttavia, vacilla alla luce delle novità introdotte.
Lo Starcraft originale
Starcraft II
