Recensione Steep: Road to the Olympics

Si torna a sciare, questa volta alle Olimpiadi.

Esattamente un anno fa abbiamo pubblicato la nostra recensione di Steep, l’ultimo titolo sportivo di Ubisoft. Oltre al voto positivo (un 80/100) vale la pena ricordare come il gioco si sia dimostrato finalmente qualcosa di originale in un panorama praticamente dominato esclusivamente dal calcio, dalla pallacanestro, con rare incursioni di altri sport secondari. Nonchè il degno erede delle meccaniche della serie Tony Hawk.

Steep, infatti, già un anno fa ci metteva in contatto con le montagne più alte e pericolose del mondo, offrendoci una serie particolarmente riuscita di sport estremi, dallo sci alpino ai voli con la tuta alare, panoramica fedele e variegata del settore. Negli ultimi mesi sono stati pubblicati altri DLC che hanno corroborato l’offerta del gioco, alcuni gratuiti e un paio a pagamento.

Ma soprattutto, come sempre, gli sviluppatori hanno continuato a pubblicare patch correttive, dunque se non avete avuto tempo, modo o pazienza per provare Steep fino ad oggi, forse potete farlo ora nella sua forma migliore, che include un nuovissimo DLC a tema Olimpiadi Invernali di PyeongChang, che si terranno ufficialmente nel 2018.

Espansione singola o pacchetto completo

Prima di esaminare nel dettaglio i contenuti di Steep: Road to the Olympics, cerchiamo di capire di cosa si tratta. A tutti gli effetti, è una vera e propria espansione che arricchisce la nostra esperienza di gioco, non un semplice DLC. Lo si intuisce anche dal prezzo proposto.

Importante è sapere che per giocare a Steep: Road to the Olympics sarà richiesta la versione base del titolo. Di qui la decisione di Ubisoft di renderlo disponibile in due diverse versioni. Potrete comprare singolarmente il DLC (se possedete già Steep) oppure optare per la versione completa, chiamata per l’occasione Steep: Winter Games Edition.

Una direzione un po’ diversa

Di Steep sicuramente vi ricorderete la libertà immensa lasciata al giocatore, che poteva liberamente esplorare le montagne innevate più alte del mondo, dedicandosi a questo o a quello sport estremo, senza limiti o vincoli di sorta. Addirittura era possibile passare da uno sport all’altro mediante la combinazione di pochi tasti.

Ma era questo anche il problema principale del titolo: troppa libertà. Da un lato la possibilità di agire a piacimento è un pregio, dall’altra portata all’estremo si rivela un problema. Senza un minimo di progressione, degli obiettivi veri e propri, soprattutto in un titolo che ha tantissime modalità e possibilità da offrire, si rischia di finire frustrati prima del tempo e di mollare tutto. Tanto “non c’è qualcosa da fare” vero e proprio, di davvero importante.

Road to the Olympics in questo senso offre un’offerta di gioco più studiata, meditata e se vogliamo sensata. Perchè viene introdotta una sorta di “modalità storia”. Impersoneremo infatti un atleta alle prese con i suoi allenamenti, le sue sfide, le sue gare, fino a portarlo alla competizione più importante di tutte: i Giochi Olimpici Invernali veri e propri.

Qui le sfide si faranno più intense e anche con un grado di difficoltà tendente verso l’alto, con l’approdo a meccaniche da veri e propri “trial and error”. Niente di particolarmente ostico, soprattutto per i giocatori di Steep che hanno già avuto modo di dedicarsi al titolo, ma sicuramente una sfida più interessante della versione base.

Nuove modalità e montagne

Questo non significa che la libertà da vero e proprio semi-open world sia stata eliminata del tutto. E’ ancora possibile esplorare montagne in lungo e in largo, con l’introduzione delle catene montuose del Giappone e della Corea del Sud. Anche le discipline disponibili sono state aumentate di ben nove unità, introducendo competizioni basate fondamentalmente su tre settori: le discese in Sci, l’halfpipe e lo slopestyle.

Il problema è che le meccaniche arcade (più che da vero simulatore sportivo) alla base di tutte e tre sono non solo molto accentuate, ma anche abbastanza ripetitive. In questo modo, a conti fatti, anche se gli sport introdotti sono 9 ci ritroviamo alle prese sempre con la stessa sostanza variata un po’ nelle meccaniche di base. Ma in fondo il cuore di Steep più della profondità delle sue modalità di gioco risiede nel contesto, nell’atmosfera e nel fattore originalità, che sicuramente non potrà giustificare uno Steep 2 a breve tempo, ma continua a funzionare nel potenziare (e variare un minimo) quello già disponibile.

Commento Finale

Steep: Road to the Olympics è l’occasione giusta per provare il simulatore sportivo a tema invernale di Ubisoft, se non avete già avuto la possibilità di farlo. Ve lo consigliamo: le modalità di gioco e la possibilità di esplorare in lungo e in largo le catene montuose, dedicandosi ai propri sport estremi preferiti, è incredibilmente interessante, e se approcciata nel modo giusto anche divertente. Se avete già giocato Steep nella sua versione base, invece, vi conviene aspettare un piccolo taglio di prezzo, a meno che partecipare ai Giochi Olimpici Invernali non sia stato il vostro sogno nel cassetto sin da bambini.



PRO


CONTRO

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