The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stato lanciato nel 2017 su Wii U (versione da noi testata all’epoca) e su Nintendo Switch. Il gioco – pubblicato dopo sei anni da The Legend of Zelda: Skyward Sword nonché diciottesimo capitolo della saga – ottenne l’ambito riconoscimento di gioco dell’anno (insieme a quello di Miglior game direction e Miglior action/adventure game) 2017. Fu inserito al secondo posto nella classifica dei migliori giochi del decennio 2010-19 di Metacritic (lo score è di 97/100), dietro solamente a Super Mario Galaxy 2. Insomma, Breath of the Wild è indiscutibilmente uno dei videogiochi migliori di tutti i tempi. Tears of the Kingdom – invece – è stato lanciato su Nintendo Switch soltanto nel 2023. Purtroppo – al netto di una qualità altissima – considerando che quell’anno fu caratterizzato da produzioni di livello a dir poco altissimo: Alan Wake 2, Marvel’s Spider-Man 2, Resident Evil 4 Remake, Super Mario Bros. Wonder, non riuscì ad emulare il predecessore. Infatti il GOTY andò a Baldur’s Gate 3 di Larian Studios ma riuscendo comunque a portare a casa il premio di Miglior action-adventure di quell’anno (lo score su Metacritic è di 96/100).
Con il lancio di Nintendo Switch 2, era inevitabile che entrambi i capitoli venissero pubblicati sulla nuova ammiraglia della casa di Kyoto. Sia Breath of the Wild che Tears of the Kingdom sono disponibili nella loro versione originaria (tramite retrocompatibilità), attraverso un aggiornamento a pagamento (9,99€ per ciascun titolo) o come parte di un abbonamento a Switch Online + Pacchetto Espansione (senza costi aggiuntivi). Al termine dell’abbonamento, l’aggiornamento non sarà più disponibile e i giocatori torneranno alle versioni originali dei capitoli per Switch. Potranno quindi abbonarsi nuovamente al servizio o acquistare l’aggiornamento a € 9,99 se desiderano tornare alle versioni per Switch 2. L’ultima opzione disponibile è acquistare direttamente le edizioni Switch 2 di ciascun gioco. Queste versioni costano € 9,99 in più rispetto alle alternative originali per Switch, il che sta a significare che il prezzo è lo stesso indipendentemente dal fatto che si acquistino direttamente le versioni Switch 2 o che si spendano € 9,99 in più per aggiornare le versioni Switch 1.
Versione testata: Nintendo Switch 2
Cosa cambia?
L’upgrade vanta una risoluzione migliorata fino a 4K (1080p in modalità portatile), un frame rate più stabile a 60 fps, tempi di caricamento più rapidi, un file di salvataggio extra e il supporto all’app mobile Zelda Notes.
Breath of the Wild
Grazie all’aumento di risoluzione e di frame rate, la versione per Switch 2 di BOTW è il modo migliore per godersi appieno l’esperienza. Dal momento in cui si esce dal Santuario della Resurrezione e si osserva l’orizzonte, i miglioramenti seppur non evidentissimi, ci sono. Montagne e alberi in lontananza sono più nitidi e con dettagli meravigliosi, e ruotando la telecamera si rivela quanto sia incredibilmente fluida la resa. Non c’è stato un solo momento in cui il frame rate abbia vacillato. Che lanciassimo una bomba in un accampamento di Bokoblin disseminato di barili esplosivi, saltellassimo nel bosco perduto dei Korogu, parassimo un attacco di un Guardiano o qualsiasi altra cosa il gioco ci proponesse, tutto ha girato alla perfezione. Le animazioni appaiono pulite e la maggiore nitidezza visiva dà vita e vivacità al mondo. In termini prettamente prestazionali, il gioco gira su Wii U a 720 p (480p in modalità handheld); 900p docked e 720p in portatile su Switch 1 mentre su Switch 2, in modalità docked il rendering è upscalato con DLSS dal 1440p mentre gira a 1080p in portatile. Supportato l’HDR.

Certo, con i miglioramenti e il naturale passare del tempo (parliamo comunque di otto anni), alcune texture stanno iniziando ad invecchiare – soprattutto per quanto riguarda le rocce (grandi o piccole che siano) e qualche elemento della vegetazione, e considerando che il mondo di gioco ne è letteralmente disseminato, lo noterete parecchio. È un piccolo neo considerando che il gioco in generale ha ancora un aspetto incredibile. Grazie alla potenza extra di Switch 2, le schermate di caricamento sono ora molto più veloci (con caricamenti che all’uscita della versione originale erano addirittura migliori su Wii U rispetto a Switch 1). Certo, siamo lontanissimi dai tempi di caricamento di PS5 e del suo SSD e ci vogliono ancora circa cinque o sei secondi per teletrasportarsi o entrare in un santuario o persino per caricare un salvataggio, quindi non è certo un processo istantaneo, ma è decisamente più veloce rispetto a quanto accadesse in passato. In precedenza, alcuni giocatori evitavano determinati compiti solo per evitare il caricamento. Ora non è più necessario. Questa versione supporta i viaggi frequenti e la possibilità di riprovare a giocare in aree difficili senza frustrazioni di sorta. Le animazioni di caricamento terminano a malapena prima che lo schermo si dissolva, e i suggerimenti spesso non possono essere letti a causa della velocità. Si tratta di un cambiamento che migliora significativamente l’intera avventura. Quindi, dal punto di vista tecnico, BOTW è un balzo in avanti con un aspetto migliore e una fluidità che sinceramente non avremmo immaginato. Se volete sperimentare i miglioramenti fin dall’inizio del gioco senza perdere i vostri progressi originali, potete farlo: la versione Switch 2 introduce un secondo file di salvataggio, che sulla carta potrebbe sembrare un po’ irrilevante, ma è una vera salvezza per chi desidera un nuovo inizio ma esita a sovrascrivere il salvataggio precedente. Il salvataggio creato su Switch 2 non può esser però trasferito su Switch 1.
Nintendo non si è fermata qui, però. Ci sono un sacco di contenuti extra. Il problema, però, è che non sono inclusi direttamente nel gioco ma tramite l’hub Zelda Notes presente nell’app mobile di Nintendo Switch. E, per dirla senza mezzi termini, non sono proprio il massimo. A onor del vero, la possibilità di sincronizzare il gameplay quasi perfettamente con l’app è davvero impressionante. Sa esattamente dove ci si trova nell’ambiente, e questo a sua volta vi permette di utilizzare un paio di funzionalità interessanti. La prima di queste, e forse la più significativa, è “Ricordi Vocali”, per fornire frammenti di storia e aneddoti su una serie di punti di riferimento disseminati in Hyrule. Scoprirli dipende da un segnale acustico (disattivabile se lo desiderate) emesso dall’app che indica che si è vicini a un Ricordo Vocale, un po’ come il sensore Sheikah per i Santuari. Onestamente, i Ricordi Vocali in sé, non sono abbastanza interessanti o fondamentali da giustificare la necessità di sopportare il continuo bip o di guardare in continuazione lo smartphone. Inoltre, la funzione di navigazione permette di individuare personaggi o strutture specifiche nel mondo di gioco, come i Korogu e i Santuari. Se giocate a BOTW dal 2017, probabilmente avrete già trovato tutto ciò che vale la pena cercare. Per tutti gli altri, questo è fondamentalmente un modo alternativo per raggiungere il completamento al 100%. Come per i Ricordi Vocali, potete attivare una voce narrante che vi indichi la giusta direzione (Naviguida), ma avere una voce ripetitiva che sembra quella di un navigatore satellitare in un’ambientazione fantasy tradizionale è alquanto fastidioso. C’è anche una funzione Bonus Giornaliero, che funziona come una roulette e vi garantisce vari vantaggi, come riparazioni di armi, ripristino salute, ripristino vigore e varie tipologie di cibi. Potete anche visualizzare i dati di gioco, modificare gli screenshot importando in “Studio immagini” le immagini scattate in gioco e persino scambiare oggetti con altri giocatori e registrare un amiibo utilizzato nel gioco.






Tears of the Kingdom
Molte delle critiche rivolte a Tears of the Kingdom derivavano dalle sue prestazioni sull’hardware originale, quindi se questa era la vostra lamentela principale, potrebbe finalmente valere la pena dargli una seconda possibilità su Switch 2. Per coloro che stanno tornando al gioco ma non vogliono perdere i progressi, anche Tears of the Kingdom permette di trasferire i dati di salvataggio insieme alla possibilità di avere lo slot aggiuntivo per un secondo file di salvataggio qualora voleste ricominciare l’avventura dall’inizio.
Detto questo, Tears of the Kingdom si è spinto ben oltre rispetto al predecessore. Nonostante il suo splendore visivo, il gameplay creativo e la trama avvincente, il gioco ha sofferto a tratti di problemi di prestazioni piuttosto gravi. Nonostante gli sforzi di Nintendo per risolverli, ha spesso faticato persino a mantenere i 30 FPS prefissati e ha presentato tempi di caricamento estremamente lunghi e frequenti. Questo non ha influito negativamente sulla qualità degli altri elementi del gioco, ma è stato spesso una dimostrazione spiacevole del fatto che girava su un hardware che semplicemente non poteva catturare l’intera portata della sua visione creativa senza compromessi. Per questo motivo, Tears of the Kingdom beneficia probabilmente molto di più della maggiore potenza dell’hardware di Switch 2 rispetto a Breath of the Wild, poiché finalmente consente di vivere il gioco come era stato concepito e come doveva essere.

Se avete giocato a Tears of the Kingdom su Switch alla sua uscita, noterete immediatamente i miglioramenti apportati alle prestazioni generali che punta a 60 FPS fissi per tutta la durata del gioco; il doppio del frame rate previsto su Switch. Questo rende l’esplorazione un piacere così come la manipolazione di oggetti con l’abilità “ultramano” che ora è decisamente un processo più fluido, senza stutter o pause, e il combattimento ci è sembrato ancora più veloce e reattivo. Durante il viaggio rapido, i tempi di caricamento si riducono a pochi secondi (praticamente dimezzandosi), con un aumento appena percettibile quando ci si sposta tra i diversi livelli, dato che il gioco carica la mappa a velocità fulminee.
Costruito sulla straordinaria estetica di Breath of the Wild, Tears of the Kingdom aveva già uno stile visivo sbalorditivo e il livello di dettaglio aumentato raggiunge il suo apice su Switch 2. I migliori risultati possibili si ottengono giocando su una TV 4K (il rendering è upscalato con DLSS dal 1440p), ma anche giocare a 1080p (su Switch 1 la risoluzione è di 900p in modalità docked e di 720p in quella portatile) in modalità portatile è un’esperienza notevolmente migliorata grazie alla risoluzione aggiornata e al supporto HDR. Sebbene questo possa far apparire le cose a volte quasi innaturalmente luminose, permette di assaporare il titolo al massimo del suo splendore. La distanza di visualizzazione è ancora piuttosto limitata, con l’erba che a volte spunta a pochi metri di fronte a Link (e si percepisce anche un leggero aliasing), anche se considerando l’oscurità dell’ambiente circostante questo contribuisce più a migliorare l’atmosfera che a interrompere l’immersione, con aree decisamente meno buie ed esplorabili più comodamente.
Tears of the Kingdom può sfruttare l’app Zelda Notes con (di base) le stesse funzionalità dell’edizione Switch 2 di Breath of the Wild, portando con sé un nuovo set di Ricordi Vocali così come il piccolo bonus giornaliero tramite il “Giro di ruota del giorno”. Una funzione di Zelda Notes esclusiva e che abbiamo trovato piuttosto utile di Tears of the Kingdom è la condivisione che permette di inviare all’applicazione lo schema di costruzione di un oggetto creato con l’ultramano e trasformandolo in un codice QR (Schematrix QR) da condividere e di acquisire build condivise da altri tramite lo stesso metodo. Questa è una funzionalità interessante, ma ci è sembrata anche un’occasione persa non includere una funzione di ricerca in-app. Invece, dovrete affidarvi ai social per trovare i codici condivisi dai giocatori di tutto il mondo. L’assenza di un modo più semplice per trovarli sembra un po’ incongrua con l’approccio più social adottato dall’app, che condivide interessanti Dati di gioco globali (disponibili anche in BOTW ma con qualche dato mancante) in una sezione dedicata. Queste statistiche includono il numero di nemici uccisi, il numero di morti subite in quell’area e la loro causa più comune, e le preferenze in base alle abilità Zonai utilizzate dal giocatore. Oltre a essere raccolti individualmente e confrontati con altri giocatori in tutto il mondo, questi dati possono essere ulteriormente suddivisi in singoli quadranti della mappa, con una portata piuttosto ampia.






Commento finale
The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Tears of the Kingdom Nintendo Switch 2 Edition rappresentano – senza alcun dubbio – il modo migliore per giocare a due dei capitoli di The Legend of Zelda più grandi di tutti i tempi. I miglioramenti grafici e prestazionali, seppur non evidentissimi, ci sono e – sotto questo punto di vista – queste edizioni sono praticamente impeccabili. Purtroppo, l’app Zelda Notes non ci ha convinti appieno. Funzionalità utili che avrebbero dovuto essere implementate nel gioco sono state relegate allo smartphone, e il suo utilizzo (al netto di Schematrix QR che permette la condivisione delle build di Tears of the Kingdom) interrompe completamente l’immersione nel mondo di gioco. Detto questo, se avete giocato ad entrambi i capitoli, vale sicuramente la pena ritornare ad Hyrule; se invece non avete mai sperimentato prima i due citati capitoli, con queste edizioni avrete (soprattutto con TOTK finalmente liberato dai vincoli di un hardware obsoleto per mostrare di cosa è veramente capace) la versione definitiva di due classici moderni assolutamente da non perdere.