Recensione The Operator, benvenuti all’FDI

Dopo l’inatteso successo raccolto con critica e pubblico PC circa un anno fa, The Operator si espande verso una platea ancor più numerosa con l’approdo su Nintendo Switch. Una produzione, quella del singolo sviluppatore Bureau81 di Le Havre, capace di raccogliere altresì riconoscimenti importanti, culminati con il premio al miglior design in campo narrativo assegnato ai Pégases 2025 (l’equivalente francese degli Italian Video Game Awards).

Se non conoscete il ricco sottobosco del panorama indie e magari siete rimasti incuriositi dal titolo di questa recensione (non c’è un errore, è davvero FDI e non FBI), vi starete domandando cos’è The Operator e cosa lo rende speciale. Presto detto: nei panni di un operatore di un’agenzia investigativa di polizia federale, dovrete assistere gli agenti sul campo dal vostro terminale utilizzando ogni strumento tecnologico a vostra disposizione. Un concept fresco ed intrigante, ma al tempo stesso ci domandiamo: è un titolo adatto a tutti?

The Operator è disponibile dal 22 Maggio su Nintendo Switch (via eShop), nonché già dallo scorso 22 Luglio 2024 per PC (via Steam).


Versione testata: Nintendo Switch


Lo senti quello, signor Tanner?

Siamo nel 1992. Nella sede centrale di Washington D.C. del Federal Department of Intelligence, i giocatori interpretano i panni di Evan Tanner al suo primo giorno da operatore. Incoraggiato dal direttore Trench e già preso di mira dal severo supervisore Skinner, il protagonista si trova da subito a dover fornire assistenza informatica ed analitica agli agenti sul campo alle prese con omicidi e scomparse. Tuttavia, molto presto accade qualcosa di imprevedibile. Un hacker di nome HAL riesce a penetrare nella rete dell’FDI direttamente nel computer di Tanner. Poco prima di segnalare la breccia nella sicurezza, HAL fornisce tuttavia degli indizi inequivocabili per la risoluzione di un caso impossibile ma al contempo mette in guarda l’operatore nei confronti del resto dell’FDI. Inizierà una complessa partita a scacchi per svelare una cospirazione segreta.

Accedete al vostro terminale ed iniziate l’avventura.

The Operator legittima pienamente i riconoscimenti ricevuti in patria dallo sviluppatore francese Bureau81. L’impianto narrativo si rivela da subito avvincente ed intrigante, trascinando il giocatore in una vicenda imprevedibile ricca di pathos e colpi di scena. Il merito è di un incedere saggiamente ponderato, di personaggi ottimamente caratterizzati (soprattutto HAL) e di una sceneggiatura che sa rivelarsi a tratti davvero sorprendente. Soprattutto nel finale. Ma su questo punto, ci torneremo più avanti…

Al contempo, lo stile grafico sposato da Bureau81 è altrettanto originale ed ispirato. L’intera avventura viene infatti vissuta attraverso lo schermo di un terminale, tra strumenti informatici da destreggiare su un affollato desktop, telefonate di zelanti agenti e clandestine chat con un hacker misterioso. Anche se alcune soluzioni grafiche stridono con l’ambientazione di inizio anno ’90 (talune tecnologie non erano nella realtà dipinte come in The Operator), il risultato finale è assolutamente affascinante nella sua semplicità.

Le schermate di The Operator fanno tanto mix tra MS-DOS e Windows 3.1.

Ho sempre sognato farlo

La suggestione principale attorno alla quale ruota l’intera esperienza ludica di The Operator è quella di potersi calare nei panni di un operatore di un’agenzia investigativa governativa.

Evan Tanner può così ricorrere a tutti gli strumenti visti in centinaia di thriller e serie TV crime, dal sofisticato riconoscimento facciale all’analisi dei video di sorveglianza, passando per il recupero di documentazioni ed indizi. All’atto pratico, The Operator interseca così un flow narrativo costante con una serie di casi da risolvere attraverso l’ingegno e l’intuito.

La traduzione in italiano è di ottima qualità.

Al netto di un’esperienza molto contenuta sul versante della longevità (circa tre ore per raggiungere i titoli di coda), The Operator può tuttavia vantare una invidiabile varietà di situazioni. Se all’inizio ci si limiterà ad identificare i sospetti di casi di omicidio, proseguendo nell’avventura vi troverete ad indagare su un misterioso caso di sparizione nel deserto, su un cold case e addirittura gestire situazioni di elevato pericolo con i minuti contati (non vogliamo spoilerare, ma si tratta della sequenza migliore di tutto il titolo).

Dovendolo descrivere accostandolo a qualcosa, possiamo affermare che il titolo sfrutta una propria interpretazione delle avventure grafiche ad enigmi per veicolare un omogeneo mix tra gameplay e storia. In questo senso, chi cerca un prodotto con una preponderante attenzione ai grattacapi potrebbe restare deluso: il focus di The Operator è su un’amalgama vincente in cui la difficoltà non è mai eccessiva e l’infrastruttura ludica è al servizio dell’immersività.

Risolvere i casi dopo un attento ragionamento da una grande soddisfazione.

Quale è la verità?

The Operator ci è piaciuto davvero tanto, anche se non possiamo sorvolare su alcuni punti. Iniziamo direttamente da qualcosa che vi abbiamo già anticipato, ovvero il finale di The Operator.

No, non siamo impazziti. Non abbiamo alcuna intenzione di rivelarvelo. Nè tantomeno farvi intuire quali rivelazioni conducono ai titoli di coda. Quello che viceversa possiamo dire è che si tratta di una conclusione al contempo coraggiosa ed avventata. Se da un lato, guardando alla chiave di lettura complessiva dell’opera, ne comprendiamo coerenza ed ambizione, dall’altro lato non nascondiamo di essere rimasti comunque interdetti dalla scelta di Bureau81. Il finale lascia il segno, in un modo o nell’altro… ma è più probabile restarne sconcertati.

A volte userete anche terminali diversi dal vostro.

Non aiuta ad indorare l’amara pillola del finale la longevità del titolo. Anche questo si tratta di un aspetto che vi abbiamo anticipato e, sebbene in sé e per sé non gli abbiamo attribuito un gran peso, va anche detto che The Operator sceglie di ingannare un pochino il proprio pubblico. Il motivo è presto detto. Sebbene il titolo lasci immaginare che possano esserci rilevanti biforcazioni negli eventi a seconda delle scelte effettuate (e quindi una potenziale corposa rigiocabilità), la verità è che la vicenda ha un solo ed unico punto di arrivo. Ci possono magari essere dialoghi diversi e qualche missione da poter fallire con le scelte sbagliate, ma questo è tutto.

Si tratta di sbavature che non pregiudicano tutte le qualità di The Operator, ma che al contempo ci hanno lasciato un po’ delusi visto il grande potenziale del concept. Chissà se Bureau81 vorrà deliziarci in futuro con una nuova avventura nei panni di un operatore. C’è margine per qualcosa di davvero unico.

Ci sono casi gestiti in maniera insolita dall’FDI… ma perché?

Commento finale

The Operator è un piccolo indie davvero gustoso, in grado di sfruttare un concept intrigante in maniera brillante. Calarsi nei panni di un operatore di un’agenzia investigativa governativa è un’esperienza divertente e molto soddisfacente, resa ancor più magnetica da una invidiabile padronanza della narrativa da parte di Bureau81. Tutti gli amanti delle avventure grafiche lo ameranno, anche se la scarsa longevità ed un finale sconfortante potrebbero lasciare un po’ di amaro in bocca.

7.5

The Operator


The Operator è un piccolo indie davvero gustoso, in grado di sfruttare un concept intrigante in maniera brillante. Calarsi nei panni di un operatore di un'agenzia investigativa governativa è un'esperienza divertente e molto soddisfacente, resa ancor più magnetica da una invidiabile padronanza della narrativa da parte di Bureau81. Tutti gli amanti delle avventure grafiche lo ameranno, anche se la scarsa longevità ed un finale sconfortante potrebbero lasciare un po' di amaro in bocca.

PRO

Comparto narrativo molto curato | Molto vario al netto di una longevità contenuta | Un concept originale sviluppato con competenza |

CONTRO

Effettivamente dura davvero poco | Il finale si espone a giudizi negativi | C'è solo l'apparenza del libero arbitrio |

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