La nostra prova in compagnia di The Precinct è avvenuta in un contesto piuttosto ironico.
Impossibile infatti ignorare l’elefante nella stanza. Proprio nei giorni in cui impersonavamo l’agente Nick Cornell Jr., in tutto il panorama videoludico non si faceva che parlare di Grand Theft Auto 6. Dal suo rinvio al nuovo incredibile trailer, l’attenzione globale è stata monopolizzata dalla mastodontica produzione Rockstar eclissando completamente qualsiasi altro tentativo comunicativo da parte delle altre aziende del settore. Con ancora negli occhi le promesse del ritorno a Vice City, non sarebbe strano se molti finissero per ignorare il titolo Fallen Tree Games. Magari facendo laconicamente spallucce.
Tuttavia, sarebbe davvero un peccato non prestare attenzione al coraggioso esperimento del team di sviluppo di American Fugitive. Dopo aver fatto tesoro proprio di quest’ultima esperienza e proseguendo nell’ispirazione tratta dai primi capitoli del leggendario franchise Rockstar, The Precinct adotta una prospettiva completamente diversa. Basta con criminali e fuggiaschi: stavolta dovrete interpretare le forze dell’ordine.
Il titolo edito da Kwalee è disponibile dal 13 Maggio per PC (via Steam), Xbox Series e PlayStation 5.
Versione testata: PlayStation 5
Scuola di polizia
Averno City, 1983. Nick Cordell Jr. è un giovane cadetto appena uscito dall’accademia, assegnato al distretto della città. Le gang dominano le strade mentre il crimine si estende a macchia d’olio tra vandalismi, furti, droga e violenza. Dopo un battesimo di fuoco con una rapina in banca finita nel sangue, il novello poliziotto inizierà a farsi strada tra le gerarchie delle forze dell’ordine per la difesa della cittadinanza. Ma c’è anche una motivazione molto personale che muove il ragazzo. Fare luce sull’omicidio irrisolto di suo padre, un coraggioso poliziotto probabilmente fatto tacere proprio a causa della sua sagacia. Ogni passo compiuto nel nome della legalità potrebbe svelare la verità e consegnare i suoi assassini alla giustizia.

The Precinct omaggia le più classiche sceneggiature dei film polizieschi ambientando l’avventura di Nick Cordell Jr. in una rivisitazione fittizia della New York dei primi anni ’80. Lo fa tuttavia senza troppe cerimonie, imbastendo una storia piuttosto classica ed ordinaria che svolge con rigore il proprio ruolo. Spiace tuttavia che i personaggi non riescano a fare breccia attraverso lo schermo. La loro caratterizzazione infatti finisce con l’essere piuttosto superficiale e i dialoghi contribuiscono a non alimentare col giusto interesse le vicende del cast.
A livello tecnico, il titolo si difende invece in maniera assolutamente egregia. Averno City non è una location particolarmente estesa, ma quello che non può offrire in quantità lo compensa in qualità. Le ambientazioni appaiono dettagliate e discretamente interattive, il ciclo giorno/notte crea la giusta atmosfera ed il meteo variabile garantisce un colpo d’occhio davvero piacevole grazie anche all’ottima cura realizzativa delle strade. Ci sono alcune piccole incertezze di natura tecnica su PlayStation 5, ma nulla di grave che sia emerso nel corso della nostra walkthrough.

Il crimine non dorme mai
The Precinct pone dunque il giocatore nei panni di un giovane poliziotto, intento a farsi le ossa nel proprio distretto. Questa inversione di focus rispetto ai capitoli originari di GTA rappresenta indubbiamente l’intuizione migliore di Fallen Tree Game.
Nick si troverà infatti a vivere la vita di routine di un poliziotto ordinario. Ogni giorno il giocatore potrà scegliere un’attività di pattugliamento per vedersi assegnata un’area della mappa sandbox. Una volta arrivati lì, Nick ed il suo collega dovranno svolgere la propria attività di controllo sul territorio. Si apre in questo modo un vero e proprio ventaglio di opzioni, che va dal mero controllo del tassametri nei parcheggi alle multe per eccesso di velocità, passando per le perquisizioni dei graffittari di strada agli inseguimenti spericolati alle costole di criminali ben più temibili.

The Precinct elabora casualmente gli interventi di pubblica sicurezza ai quali dovrete prestare attenzione, chiedendo ai giocatori di comportarsi nella maniera più integerrima e professionale possibile. Infatti, ogni potenziale infrazione o reato vi richiederà di seguire una procedura molto ben definita. Erogare una sanzione pecuniaria per una vettura parcheggiata sulle strisce non richiederà grande attenzione, ma controllare un sospettato per far emergere i giusti capi di accusa per arrestarlo sarà tutto un altro paio di maniche. A seconda della situazione dovrete infatti chiedere i documenti di identità per far controllare i suoi precedenti alla centrale, perquisire fisicamente per trovare oggetti illegali, sottoporre ad etilometro chi appare sotto l’effetto di alcolici, rincorrere i fuggitivi senza l’uso di violenza letale, chiedere l’intervento di alcuni colleghi… e ricordare sempre di leggere i diritti! Un’esperienza che unisce metodo ed intuito, che ricorda la risoluzione di piccoli e piacevoli enigmi.
In base al vostro successo giornaliero, Nick verrà ricompensato con punti esperienza che daranno accesso a nuove abilità e dotazioni tra armi e veicoli. Ma il lavoro del buon poliziotto non si limita a questo. Tra il recupero di refurtiva del museo locale alle gare clandestine sotto copertura, le attività non mancano ad Averno City così come l’esigenza di puntare ai pesci grossi della criminalità. In quest’ottica, nel corso delle operazioni quotidiane potrete recuperare casualmente prove in grado di permettervi di raccogliere sufficienti elementi per predisporre un’operazione nei confronti dei leader delle maggiori gang criminali. Più saranno i crimini sventati giornalmente, maggiori saranno le possibilità di recuperare le prove necessarie per sgominare i boss più pericolosi e raggiungere la verità sull’omicidio del padre del protagonista.

Voglio un rapporto completo sulla mia scrivania
The Precinct è dunque un prodotto incredibilmente coraggioso, capace di sfruttare una prospettiva diversa per creare un titolo fresco ed interessante. Tuttavia, non mancano alcuni smagliature.
Anzitutto, il sistema di guida si è rivelato fin troppo nervoso. In linea generale, l’impianto arcade funziona, anche con delle venature molto semplicistiche come nel caso degli elicotteri. Tuttavia, ad ogni inseguimento su strada (ancor di più in caso di pioggia), la manovrabilità delle vettura si dimostra di colpo estremamente complessa. Le macchine diventano “saponette” ingestibili, con risultati ludicamente altalenanti. L’abitudine riesce a compensare le difficoltà iniziali, ma resta la sensazione che il modello simulativo possa essere rivisto per una maggiore coerenza ed accessibilità.

Altrettanto controversa si è dimostrata l’esperienza shooting. Posto che le fasi di sparatoria sono legate a contesti non così frequenti (l’uso della forza è un’ultima spiaggia legato a casi limite o eventi di storia), esse tuttavia hanno mostrato alcune lacune. In particolar modo le fasi di mira appaiono molto farraginose e soffrono in modo evidente il puntamento mediante controller. In considerazione della visuale semi isometrica del titolo (che limita la visibilità del corpo dei nemici) e della difficoltà degli scontri al fuoco (nei quali si può morire in pochissimi colpi), si è infatti rivelato molto impegnativo prendere adeguatamente la mira con gli stick analogici. Un problema che immaginiamo essere molto meno rilevante su PC.
In un titolo così ambizioso e denso di contenuti, piuttosto prevedibili si sono dimostrati alcuni imbarazzi legati alla intelligenza artificiale ed alla randomizzazione degli eventi. La prima talvolta mostra comportamenti ambigui (come alcuni fuggiaschi che fanno dietrofront senza motivo), mentre la seconda apre a situazioni caotiche. In una sessione, stavamo perquisendo un autista alticcio in cerca di eventuali oggetti illegali quando un pirata della strada ha deciso di travolgerci uccidendo il sospetto. Sceso dall’auto, ha iniziato a correre per sottrarsi all’arresto, salvo poi essere raggiunto e fermato. Peccato però che il gioco non abbia elaborato correttamente i suoi reati, “dimenticando” inspiegabilmente l’omicidio stradale.
Si tratta, a ben vedere, di una serie di disattenzioni e leggerezze figlie della natura indie della produzione. The Precinct vuole essere un importante passo avanti per Fallen Tree Game e sotto molti punti di vista, questo intento traspare in modo concreto. Concettualmente è un lavoro encomiabile, suscettibile di essere espanso a dismisura con future iterazioni del brand. Da un punto di vista materiale tuttavia, i limiti sono altrettanto palesi e potrebbero allontanare quella parte del pubblico che non apprezza le piccole perle grezze. Per tutti gli altri invece, The Precinct potrebbe essere quel tipico titolo imperfetto in grado di regalare ore ed ore di fresco divertimento.

Commento finale
The Precinct sfrutta un concept brillante per realizzare un titolo con un grande potenziale, a tratti inespresso. Interpretare le forze dell’ordine in una fittizia città americana di inizi anni ’80 è un’esperienza stimolante, che tuttavia presta il fianco ad alcune sviste e leggerezze di game design. La vita di un poliziotto potrebbe non essere adatta a tutti, ma Averno City resta una meta di sicuro fascino: preparate manette e distintivo, c’è una città da ripulire.





