Dopo oltre due anni di attesa, Turbo Overkill aggredisce il mercato delle home console dopo aver conquistato il cuore di un piccolo grande stuolo di appassionati tra la platea PC. Un successo di pubblico coadiuvato anche da una valutazione estremamente positiva da parte della stampa specializzata, al punto da considerarlo come uno dei migliori sparatutto indie degli ultimi anni. Si tratta di un biglietto da visita di non poco conto, oltretutto con un editore alle spalle che sfoggia il fascino amarcord del marchio Apogee. Non la stessa azienda che diede direttamente i natali a titoli come Duke Nukem, bensì un nome ereditato da una costola della storica ed originaria 3D Realms.
Al di là delle complesse (ma affascinanti) storie legate alle citate aziende americane, Turbo Overkill rappresenta l’esordio di Trigger Happy Interactive a base di piombo, motoseghe e wall running. La prospettiva vi stuzzica? Beh, sappiate che effettivamente ci troviamo di fronte ad un titolo che fa della frenesia e del ritmo forsennato i suoi mantra spirituali. Al contempo, chi si aspetta un nuovo punto di riferimento nel campo degli FPS, potrebbe trovare qualche sorpresa imprevista soprattutto nell’ambito dell’adattamento per console.
Turbo Overkill è disponibile dal 29 Gennaio su Nintendo Switch, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X|S.
Versione testata: PlayStation 5
Metà acciaio, metà carne
Come è facile immaginare, il pretesto narrativo alla base di Turbo Overkill è volutamente ispirato al meglio (del peggio?) dei B-movie.
In un tetro mondo cyberpunk, vestiremo i panni di Johnny Turbo, un cacciatore di taglie potenziato da innesti cibernetici ed accessori peculiari… come una motosega impiantata nella parte inferiore della gamba. Tornato a Paradise, la sua città natale, scopre con orrore che l’intera popolazione è stata infettata e posseduta dalla pura malvagità di Syn, un’avanzata intelligenza artificiale. Alla ricerca disperata di denaro per espiare gli errori del proprio passato, Johnny deciderà di sfruttare le sua peculiari abilità per distruggere la minaccia e diventare un eroe.

Attingendo dall’immaginario di Blade Runner e dalle atmosfere ludiche di classici come Doom, il titolo di Trigger Happy Interactive si propone di essere una celebrazione delle proprie fonti di ispirazione. Se è innegabile il carattere derivativo di molti aspetti del titolo (una IA malvagia che altera in maniera contorta i viventi, SHODAN sei tu?), d’altra parte Turbo Overkill festeggia a modo suo l’influenza della golden age di Apogee/3D Realms. Lo fa creando un mix sopra le righe colmo di esplosioni, raggi laser e sangue, a metà tra l’estetica di un boomer shooter ed un trip allucinogeno sci-fi.
Una follia che cresce col passare dei livelli e delle situazioni, al punto di arrivare a sezioni totalmente inattese e platealmente fuori di testa, incalzate da una colonna sonora di impatto. Non altrettanto convincenti sono tuttavia i design degli avversari. I deviati abomini che attendono solo di essere massacrati non sono infatti granché carismatici, mentre altri appaiono ancor meno ispirati. Un pò un peccato all’interno di un quadro che stride rispetto all’appeal di Johnny Turbo, della sua motosega e di tutto il suo esagerato arsenale.

Come get some
Il vero cuore di Turbo Overkill, al di là di una narrativa eccentrica ma secondaria, è tutto nel gameplay. E non potrebbe essere diversamente, grazie alle pesanti ispirazioni tratte da classici come Doom e Duke Nukem 3D ma sopratttutto Quake.
L’esordio di Trigger Happy Interactive si fonda infatti su un ritmo forsennato, su una mobilità esaltata fatta di salti impossibili e scivolate assassine. Le ondate di nemici attaccano furiosamente mentre Johnny Turbo mette mano ad un arsenale che spazia dalla doppia magnum allo shotgun con lanciagranate, passando per soluzioni gustose ed originali. Impossibile non citare il fucile da cecchino che teletrasporta direttamente il protagonista dentro l’avversario di turno, facendolo esplodere in un tripudio di sangue. Avete presente il meme di Ant-Man e Thanos? Ecco.

Ma Turbo Overkill non è solo ed esclusivamente sparatorie ad alto ritmo. O meglio… lo è, ma la varietà e il coraggio non mancano.
Lo shooter è infatti denso di chicche e meccaniche extra che si palesano ad ogni passo, tali da rendere l’avventura non solo imprevedibile ma anche costantemente creativa per level design e possibilità di approccio. C’è davvero di tutto. Dal Turbo Time, che permette di accedere ad una forma particolare di slow motion, al wall-running in sezioni platform. Dalla possibilità di affettare i nemici con le letali scivolate con motosega all’utilizzo di uno speciale rampino per novelli Spider-Man 2099. Ci sono fasi a bordo di veicoli, livelli segreti, puzzle di combattimento, collezionabili che modificano il gameplay nonché una pletora di potenziamenti tali da rendere ancora più forti le armi e Johnny stesso con modifiche fisiche.
L’esperienza è resa ancor più avvincente dalla gestione degli avversari, che tendono ad aumentare vertiginosamente con il passare dei livelli. La loro effettiva aggressività costringe i giocatori non solo ad adattarsi ad ogni circostanza (e non viceversa) ma anche ad un sapiente utilizzo dell’arma giusta al momento giusto, dell’uso oculato delle abilità del protagonista nonché del controllo consapevole del terreno di gioco. In un certo senso, Turbo Overkill rielabora alcune lezioni di game design di Doom Eternal. Il che, a nostro avviso, è un eccellente attestato di merito.

Entrata a gamba tesa
Turbo Overkill è un’esperienza dunque incredibilmente frenetica, volutamente esagerata ed orgogliosamente incalzante. Un vero paradiso per gli amanti delle esperienze dal forte animo arcade. Proprio per questi motivi siamo rimasti un pò interdetti da alcuni suoi passi falsi.
Anzitutto, la voglia di incrementare costantemente nuove meccaniche ed idee non va di pari passo con una adeguata cura per ciascuna di esse. Si tratta del tipico scenario da “buffet di nozze”, dove ci sono molte pietanze da assaggiare ma non tutte della medesima qualità. Ne sono esempi emblematici la gestione delle scivolate con la motosega, o il wall running. La prima mette in evidenza una meccanica scenografica ma legata ad hitbox eccessivamente precise, finendo con il risultare paradossalmente una mossa molto meno accurata del previsto. Dal canto suo, la seconda richiede a volte degli spazi di interazione davvero risicati, che portano spesso ad un inevitabile fallimento.

Ma le sorprese impreviste si sono palesate anche di fronte ad altri fattori, legati al comparto audio. A nostro avviso, Turbo Overkill non presenta con costanza un’effettistica sonora adeguatamente rappresentativa dell’azione a schermo. Il riferimento è espressamente legato al feedback dei colpi esplosi da Johnny Turbo. Talvolta, alcune armi producono meno fragore di quello che sarebbe lecito attendersi. In altre situazioni, a mancare è una commisurata reazione legata agli effetti di proiettili ed esplosioni sugli avversari. Il risultato è di uno shooter in cui si fa presto palpabile la sensazione che “manchi qualcosa” per vivere appieno l’ebrezza della sua incandescenza.
Una sensazione, quest’ultima, che si accresce ulteriormente a causa delle tristi carenze riscontrate nell’adattamento del titolo per PlayStation 5. Se sul fronte del framerate non abbiamo particolari segnalazioni, purtroppo ci siamo trovati di fronte altresì ad un codice piuttosto acerbo con diversi bug (talvolta anche piuttosto rilevanti, ma che saranno oggetto di adeguati fix). Il sistema di controllo è reattivo ma non sufficientemente preciso come quello originario. Simbolica è poi la gestione della ruota delle armi. Questa appare davvero poco responsiva e tale da provocare veri e propri singhiozzi nel ritmo di gioco.
Quello che poi manca totalmente è un adeguato supporto alle funzionalità proprie del DualSense. Non sono presenti infatti né feedback aptico né implementazione dei grilletti adattivi. Ma soprattutto, a mancare è addirittura la funzione di vibrazione. Imbracciare armi prorompenti capaci di sprigionare luci accecanti nel contesto di azioni funamboliche perde molto mordente se poi non se ne percepisce la potenza e l’agilità in alcun modo al di là dei meri effetti visivi a schermo. Un vero peccato che speriamo possa essere oggetto di introduzione successiva a mezzo patch.

Commento finale
Turbo Overkill è un FPS frenetico e spregiudicato, a tratti esaltante per ritmo e varietà. Sono proprio i suoi eccessi, tuttavia, che potrebbero renderlo meno appetibile del previsto verso i fan più puristi degli shooter. L’incessante ricerca di una escalation di violenza esagerata finisce infatti col lasciare per strada alcuni aspetti che rendono il titolo meno compatto di quanto sperato, soprattutto nell’ambito dell’adattamento per home console. E così, il sistema di controllo finisce per mostrare il fianco a qualche nervosità eccessiva ed alcune feature sono inspiegabilmente assenti. Ad ogni modo, resta un must try per gli amanti del genere ed un esordio encomiabile per Trigger Happy Interactive.



