Recensione Viewfinder

Viewfinder è l’opera prima di Sad Owl Studios, pubblicata da Thunderful Games, in cui dovremo “ridefinire la realtà e il mondo che ci circonda grazie ad una fotocamera istantanea”.

Se siete amanti dei puzzle game forse questa descrizione potrebbe suonarvi familiare. In effetti, questo concept così geniale e affascinante fu esplorato per la prima volta nientemeno che da Valve.

Poco dopo l’uscita dell’Orange Box, Gabe Newell pensò che lo studio si stava dedicando troppo al publishing invece che concentrarsi sulla sperimentazione/innovazione. Per questo motivo decise di mettere tutti i progetti in stand-by e disse agli sviluppatori di provare a esprimere liberamente la propria creatività senza lo stress e le pressioni derivanti dallo sviluppo di un gioco vero e proprio.

Da uno di questi esperimenti emerse F-STOP: i videogiocatori, dotati di una fotocamera istantanea, avrebbero dovuto risolvere enigmi fotografando vari oggetti. Valve era sicura che questa potesse essere la meccanica centrale per il sequel di Portal. Ogni capitolo di quella che sarebbe diventata una serie avrebbe avuto una nuova meccanica peculiare, con i laboratori della Aperture Science a fungere da unico collegamento comune.

Dopo quasi un anno di sviluppo, però, Valve pensò di star sbagliando qualcosa. I tester pensavano che la nuova meccanica di gioco fosse dannatamente divertente, ma nel sequel di Portal… volevano la Portal Gun. A fine 2008, quindi, sulla base di questo feedback, Valve decise di accantonare questa idea.

Dopo più di 10 anni, quest’interessante concept è stato ripescato da Sad Owl Studios: ne sarà valsa la pena? Non vi resta che continuare la lettura!

Viewfinder sarà disponibile da domani 18 luglio 2023 su PlayStation 5 e PC.


Versione testata: PlayStation 5


E guardo il mondo da… una polaroid

Viewfinder, come avrete avuto modo di intuire, è un puzzle game in prima persona che trae ispirazione dalla già citata serie di Valve, da The Talos Principle, ma anche dal recente The Entropy Centre.

La risoluzione degli enigmi si basa, in linea di massima, sull’utilizzo di fotografie (ma anche quadri, disegni, screenshot e cartoline) con cui modificare la realtà allo scopo di raggiungere il teletrasporto successivo.

L’aspetto sconvolgente è che nella maggior parte dei livelli avremo a disposizione una fotocamera istantanea con cui dovremo scattare personalmente le foto. Ovviamente ci sono dei forti paletti di design, per giunta circoscritti a ciascun livello in maniera arbitraria, ma la sensazione di riuscire a risolvere l’impasse in maniera unica e particolare è sempre vivida nel videogiocatore. A tal proposito, siamo curiosissimi di vedere come gli speedrunner si approcceranno al titolo. La varietà ludica, inoltre, è eccelsa, grazie alle tantissime declinazioni alla meccanica principale.

Viewfinder
Vi serve una seconda batteria per alimentare il teletrasporto? Fotografatela, semplice!

Queste variazioni ludiche, però, non vengono mai amalgamate tra loro in maniera importante. Se da un lato ciò comporta degli enigmi certo intelligenti e mai banali, ma telefonati, accessibili veramente a tutti, è altresì vero che tale scelta restituisce una sensazione di “incompiutezza” al prodotto. Sembra quasi che gli sviluppatori, tolti un paio di livelli (di cui la maggior parte facoltativi), non abbiano mai voluto “premere sull’acceleratore”. La sensazione di star giocando per la maggior parte delle 7/8 ore richieste per la prima run a livelli tutorial che introducono le varie meccaniche è forte.

Tale limitazione, è bene specificarlo, è anche figlia di quei paletti di cui sopra. Dopotutto, il concept di gioco è tanto geniale quanto difficile da implementare. Gli sviluppatori hanno dovuto difendere i videogiocatori da loro stessi, limitando, caso per caso, gli strumenti a loro disposizione. Ad esempio, in alcuni livelli la fotocamera istantanea, perno ludico dell’opera, non è proprio presente.

Al netto di quanto appena detto, Viewfinder ci ha lasciato per tutto il tempo con un genuino sorriso sul volto e pensiamo che tale pregio valga più di mille “riflessioni di design”.

Fotografie di qualità

La direzione artistica di Viewfinder è veramente riuscita, grazie soprattutto al concept di gioco di cui non ci stancheremo mai di tessere le lodi. I vari cambi di registro derivanti dall’utilizzo delle fotografie in primis, ma soprattutto delle fotocopie, dei quadri, dei disegni, senza citare le tante chicche che vi lasciamo il piacere di scoprire (vi anticipiamo solo che potrete “entrare” anche nella schermata di Tetris) rendono il gioco dannatamente identitario e particolare anche a livello visivo. Anche grazie al comparto tecnico che restituisce una resa dell’immagine pulitissima a 60 fps granitici.

Viewfinder
La direzione artistica è uno dei fiori all’occhiello della produzione

Buonissimo anche il comparto sonoro. Il doppiaggio in lingua inglese è veramente di buon livello così come le musiche, intervallate ad azzeccatissimi silenzi che vengono interrotti da effetti sonori ambientali sempre on point.

Libera interpretazione

Per finire, parliamo del comparto narrativo. Inizialmente la storia di Viewfinder ci ha saputo stuzzicare, facendo leva proprio su sensazioni simili a quelle provate nei già precedentemente nominati titoli, peccato che poi qui si risolva tutto “in un nulla di fatto”. Anche CAIT, il nostro aiutante, non riesce a reggere il confronto non solo con i comprimari di Portal, ma nemmeno con Astra di The Entropy Centre.

Ad ogni modo, gli sviluppatori hanno definitivo la narrativa di Viewfinder altamente personalizzabile, noi diremo quasi aleatoria. Il gioco offrirà un’esperienza diretta a chi vuole solo risolvere enigmi e, invece, un background narrativo più approfondito a chi preferisce esplorare. Con questa chiave di lettura non ci sentiamo nemmeno di bollare tale aspetto come un punto eccessivamente a sfavore.

Commento finale

Viewfinder è un puzzle game dannatamente originale. L’idea di base è stata sviluppata ottimamente, grazie soprattutto all’enorme varietà di situazioni che vivremo nel corso dell’avventura. Nonostante ciò, avremmo preferito qualcosa di ludicamente più ambizioso, pur riconoscendo le enormi implicazioni di design strettamente collegate al concept di gioco stesso.

8.0

Viewfinder


Viewfinder è un puzzle game dannatamente originale. L'idea di base è stata sviluppata ottimamente, grazie soprattutto all'enorme varietà di situazioni che vivremo nel corso dell'avventura. Nonostante ciò, avremmo preferito qualcosa di ludicamente più ambizioso, pur riconoscendo le enormi implicazioni di design strettamente collegate al concept di gioco stesso.

PRO

Concept geniale | Varietà ludica elevata | Direzione artistica ispiratissima |

CONTRO

Potrebbe lasciarvi una sensazione di "incompiutezza" a causa dell'eccessiva semplicità della maggior parte dei livelli |

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