Sfoderiamo la pistola in un bollente mezzogiorno di fuoco. West of Dead ci porta dritti dritti nel selvaggio e brutale west, e siamo tornati indietro per raccontarvi quel che è successo.
Versione testata: PC.
Gli appassionati lo sanno: ad oggi, non è facile emergere dal panorama indie videoludico mondiale. Nonostante ciò, di titoli ne escono a bizzeffe, e ognuno prova a ritagliarsi il suo spazio in un settore tanto complicato quanto affascinante. West of Dead è uno di questi, e riesce a incorniciarsi uno spazio tutto suo, proponendo nuove meccaniche che consentono al titolo di spiccare in personalità. Tuttavia, l’esperimento non è completamente riuscito, ma le basi ci sono tutte, e sono state – nel loro piccole – anche ben sfruttate.
Questo titolo si piazza nel panorama dei roguelike, e – come ogni titolo del genere che si rispetti – è caratterizzato da una preponderante ripetitività delle azioni da compiere. Per riuscire a rendere il gameplay il meno macchinoso possibile, tale ripetitività deve essere equilibrata con una narrazione molto profonda. Pur riuscendoci in parte, West of Dead non riesce completamente ad assurgere a questo delicato compito.
Spari nell’aldilà
West of Dead ci fa indossare i panni di un protagonista misterioso che per colpa di determinate circostante si ritrova in un aldilà che molto da vicino ricorda il vecchio west. Inizialmente si è confusi e non si ha chiaro il motivo per il quale ci si ritrova in una situazione del genere. Tuttavia, poco alla volta, la nostra fumosa storia schiarisce, e tutte le domande trovano una risposta.
Il mondo di questo gioco targato Raw Fury è un aldilà dalle sfumature western, popolato sia dai classici banditi che tanto hanno fatto storia nella filmografia di genere che da demoni e mostri tipici di contesti più dark e sicuramente fantasy.
Da questi indizi si evince che West of Dead è un titolo fortemente story driven, ben ambientato e caratterizzato grazie alle ottime voci del cast (Ron Perlman su tutte). Tutte le storie, le micro-trame, i racconti che raccoglieremo ogni volta sono ottime, e ben descrivono un mondo purtroppo crudo e piuttosto violento.
Una forza fuori dal normale
Per i veterani del genere, per procedere nel titolo dovremo superare diverse aree casualmente generate. La morte, invece, segnerà il ricominciare da capo l’avventura. Le abilità guadagnate, al contrario, rimarranno disponibili all’uso anche dopo il proprio personale trapasso. Tuttavia, solamente alcune di queste sono legate alla storia, poiché molte altre sono ottenibili solamente tramite l’acquisto mediante i punti Peccato, trovabili all’interno del gioco.
I potenziamenti delle statistiche – salute, attacco e potenza degli oggetti, per intenderci – non sono invece passabili da una partita all’altra, obbligando il giocatore a trovare i vari altari di potenziamento per ogni partita.
Tuttavia, il titolo non offre una vera e propria progressione, e si ha troppe volte la sensazione di non essere andati oltre, di rimanere ancorati sempre allo stesso punto. Per questo, molto spesso si cercherà di ottenere i potenziamenti per poi semplicemente filare via dal livello, come se niente fosse successo.
Questo effetto, poi, è amplificato soprattutto all’inizio dell’avventura. Ripetere i primi livelli, pertanto, ben presto diventa monotono e – unito alla lentezza del titolo – rende l’avventura già pesante sin dal suo inizio, scoraggiando i meno avvezzi a progredire nell’avventura.
Una sparatoria tattica
Il titolo presenta fortemente un’anima da shooter, pur non portandosi dietro la frenesia caratteristica di questo genere. Difatti, contrariamente ai classici del genere, West of Dead presenta una componente strategica negli scontri a fuoco con i nemici. Le coperture nei combattimenti e l’uso oculato della luce saranno elementi fondamentali del gameplay. I nemici nel buio, infatti, non possono essere visti e sparare loro addosso risulterà estremamente difficile. Tuttavia, gli stessi possono essere facilmente abbattuti accendendo le varie torce e lanterne sparse per la mappa del gioco.
Questo sistema, al contrario di quanto scritto sopra, funziona perfettamente, ed è molto divertente studiare i nemici e variare le proprie strategie in base alla mappa e alla densità di avversari. Tuttavia, dopo le prime volte, la ripetitività farà da padrona, complice anche l’esperienza acquisita e la voglia di correre veloci verso la fine del livello, portando il giocatore a muoversi in maniera meno accorta e oculata.
Davvero un’occasione persa, considerando che la storia funziona e il mondo di gioco anche. Con qualche piccola accortezza si avrebbe avuto tra le mani un gioiellino per pochi, ma pur sempre di pregevole valore.