Recensione Yakuza Kiwami

Come un drago.

Yakuza, in giapponese Ryu Ga Gotoku, letteralmente “Come un drago”), è un videogioco creato e sviluppato da SEGA e pubblicato su PlayStation 2 (2005), PlayStation 3 (2012) e Nintendo Wii U (2013). In particolar modo, le ultime due versioni citate, sono state purtroppo distribuite soltanto nel Sol Levante. È il primo gioco della serie Yakuza, un misto tra un action e un picchiaduro a scorrimento, ambientato nel quartiere a luci rosse del Kabukicho di Shinjuku, Tokyo, con il nome fittizio di Kamurocho dove tutto ciò che succede è quasi intriso di magia; un quartiere ricco di vita e a tratti davvero surreale dove succedono davvero tante cose e dove il nostro protagonista può dedicarsi a svariate attività per “staccare un po’ la spina” dalla sua missione principale.

Yakuza Kiwami, a primo acchito potrebbe sembrare l’ennesima rimasterizzazione fatta per racimolare qualche verdone, tutta fumo e niente arrosto. Fortunatamente vi diciamo subito che non è così, Yakuza Kiwami è un vero e proprio remake, che oltre ad utilizzare gli asset visti anche nel prequel Yakuza 0, aggiunge tutta una serie di feature che ne fanno davvero un ottimo lavoro. Una veste grafica rivista e ridisegnata da zero, l’aggiunta di trenta minuti di cutscenes che approfondiscono alcuni elementi della trama che non erano stati menzionati nella versione originale (come ad esempio alcuni flashback su Akira “Nishiki” Nishikiyama), moltissime missioni secondarie che allungano l’esperienza complessiva di gioco e infine un sostanzioso lavoro di ridoppiaggio dei dialoghi presenti.

Il gioco narra le gesta di Kazuma Kiryu, “il drago di Dojima”, componente della Yakuza che ormai è pronto a staccarsi dal gruppo mafioso di Shintaro Fuma, suo patrigno, per creare un proprio clan ma nel giorno della sua investitura viene incastrato per il presunto omicidio del suo oyabun, ovvero il boss del clan, Sohoei Dojima. Kazuma finisce in carcere a scontare una pena di dieci anni. Quando esce di prigione, le cose sono molto cambiate, l’amico di un tempo, Akira Nishikiyama, si è trasformato in una persona senza scrupoli e sanguinolenta, pronta a tutto per raggiungere l’apice e il tanto agognato potere, mentre Yumi, una ragazza che stava molto a cuore al nostro protagonista è misteriosamente sparita senza lasciare alcuna traccia evidente.

Ciliegina sulla torta, il terzo presidente del clan Tojo è stato assassinato e con lui sono scomparsi dieci miliardi di yen. Tutto sembra legato ad una bambina che Kazuma incontrerà in modo casuale. La trama di Yakuza è ben scritta e strutturata, ricca di colpi di scena e di personalità molto diverse fra loro. Il sistema narrativo è profondamente infarcito di elementi stereotipati della malavita giapponese, talvolta davvero estremizzati. Il tutto, ci viene presentato in maniera lenta e sempre al momento giusto, facendoci godere appieno non soltanto della trama in se ma anche dei personaggi che incontreremo.

Non mi provocare!

Trama a parte, le missioni di Yakuza Kiwami non offrono un tasso di sfida particolarmente elevato. Il tutto si basa, nella maggior parte dei casi nel recarsi in uno specifico luogo indicato sulla mappa per racimolare determinati oggetti che ci vengono richiesti. La missione, come è facile immaginare, si conclude con uno scontro finale. Proprio attraverso i combattimenti il titolo dà il meglio di se in quanto è stato abbandonato il tradizionale sistema adottato nella versione originale ed è stato implementato invece quello del recente Yakuza 0, ovvero gli stili.

Kazuma potrà sfoggiare tre diversi stili di combattimento + uno “inedito”: il Rush, il Beast e il Brawler. Il primo si basa su rapide schivate e combo brutali, il secondo invece su colpi dosati e più lenti ma in definitiva devastanti anche grazie alla possibilità di poter utilizzare gli svariati oggetti presenti, il terzo infine è un misto fra il Rush e il Beast, risultando quindi anche il più bilanciato. Ognuno degli stili citati potrà essere utilizzato a proprio piacimento, non ci sono limiti e basterà semplicemente premere uno dei quattro tasti direzionali. Inoltre è previsto un sistema di potenziamento e di crescita, utilizzando i PE accumulati ad ogni aumento di livello. Essi saranno spendibili in tre differenti categorie: Body, Tech e infine Soul. Nella prima sezione, potremo aumentare i punti vita del protagonista e la potenza dell’attacco, nella seconda invece sarà possibile apprendere nuove e devastanti abilità di combattimento e infine nella categoria Soul rientrano tutte le mosse speciali, ovvero quelle utilizzabili quando la barra dedicata sarà completamente riempita.

Come vi dicevamo nel precedente paragrafo, oltre ai tre stili descritti, c’è un ultimo e inedito stile che sostanzialmente è quello “base” di Kazuma, ovvero quello Dragon. La vera novità? E’ lo sviluppo e il potenziamento dello stile di combattimento che prevede una serie di “siparietti” chiamati Majima Everywhere. Chi è Majima? Goro Majima, noto come il “Cane Pazzo di Shimano”, è uno dei personaggi più celebri di Yakuza, ma la sua presenza è stata davvero marginale. Per ovviare a tale “affronto” ed evitare quindi ripercussioni da parte della Mafia giapponese, SEGA ha saggiamente pensato di dargli un ruolo, non di primissimo livello ma comunque degno di nota. Per non tirarle per le lunghe il Majima Everywhere prevede che girando per Kamurocho, vi imbatterete casualmente nello stesso Majima il quale, manco a dirlo, vi sfiderà in un combattimento. Se riuscirete a batterlo, otterrete nuovi potenziamenti alle mosse e allo stile Dragon.

Gioca responsabilmente

Una trama profonda, un sistema di combattimento convincente e appagante… Cosa manca? Ah sì, il buon Kazuma dovrà pur svagarsi in qualche modo ed è qui che entrano in gioco le tante attività secondarie presenti. Oltre ai negozietti in cui sarà possibile acquistare bevande e cibi necessari per ripristinare Energia e Chi, in giro per Kamurocho potremo entrare negli Hostess Bar, in cui alcune avvenenti signorine ci faranno rilassare, andare a giocare nei Casinò e provare a sbancare il lunario attraverso il Black Jack o la Roulette ad esempio oppure dedicarsi ad attività come il bowling, il biliardo, le freccette, lo shogi, le gare con le mini 4WD e il karaoke.

C’è davvero tanta carne a cuocere e forse la grande mole di attività può rendere l’esperienza a tratti dispersiva. La durata è per forza di cose elevata, si parla di circa 20 ore per portare a compimento le quest principali, intermezzate da attività e missioni secondarie.

Un lavoro certosino

Se tutte le versioni rimasterizzate e i remake propinatici in questi anni avessero avuto la stessa cura che SEGA ha dato in Yakuza Kiwami, non staremmo qui ad elogiare il grande lavoro svolto dal team “Made in Japan”. La risoluzione 1080p e i 60 fps rendono il gioco a dir poco spettacolare. A partire dal quartiere di Kamurocho, il quale brilla di luce nuova. Le luci al neon, si rifletto sulle pozzanghere create dalla pioggia, le pozzanghere stesse si allargano al depositarsi della pioggia, la telecamera libera ci permette di apprezzare ancora di più il gioco e la mancanza di caricamenti fra una zona e l’altra, sebbene permangano negli ambienti più grandi, bè è una vera e propria manna dal cielo. I volti dei personaggi sono stati finemente modellati, presentando imperfezioni ed espressioni molto realistiche. Anche il doppiaggio e comparto audio, come detto anche qualche paragrafo fa, sono stati interamente rimasterizzati.

L’unica nota negativa, se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo è data dall’intelligenza artificiale dei nemici. Con 1 o 2 combo assestate al momento giusto, riusciremo a superarli senza quasi alcuna difficoltà. Maggiore attenzione bisognerà invece darla ai boss, i quali non saranno agevolissimi da battere, quindi attenzione e concentrazione.

Commento finale:

Yakuza Kiwami rappresenta un titolo davvero eccellente. Il lavoro svolto da SEGA è di alto, se non addirittura altissimo livello. Nuova veste grafica, un combat system rivisto, grazie alle meccaniche del più recente Yakuza 0, un comparto audio e il doppiaggio finemente rivisti e riadattati a questa “nuova” versione. La trama era già il punto forte del titolo, ma si è arricchita di nuovi elementi grazie alle scene di intermezzo (circa 30 minuti per quanto riguarda la durata) che porteranno a scoprire elementi mai visti anche ai fan di vecchia data. Cosa dire? Se vi siete approcciati da poco alla serie, Yakuza Kiwami rappresenta un continuo alle vicende del buon Kazuma, ma anche se avete già giocato alla versione originale, più di dieci anni fa su PlayStation 2, vi consigliamo di fare un nuovo salto a Kamurocho perché non ve ne pentirete.

 

 

 

 



PRO


CONTRO

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