Recensione Yakuza: Like a Dragon

Versione testata: Xbox Series X

In molti si sono approcciati in ritardo al franchise di Yakuza. La stravagante serie mafiosa di Ryu Ga Gotoku Studio è popolare ormai da un po’ di tempo, specialmente in Giappone, ma non ha mai coinvolto il grande pubblico fino all’arrivo del magistrale Yakuza 0. Il suo mix di commedia, azione e stile esagerato ha letteralmente conquistato il pubblico occidentale.

Ogni gioco della serie racconta la sua storia, ma funzionalmente sono tutti collegati fra loro. Il primo Kiwami era abbastanza solido, ma quando arrivarono Yakuza 6, Yakuza Kiwami 2 e lo spin-off Judgment, la serie stessa ha compiuto un balzo di qualità netto, consacrandosi al pubblico mondiale.

Per fortuna, mentre Yakuza: Like a Dragon (in offerta su Amazon qui) non è abbastanza “bello” per detronizzare del tutto Yakuza 0, è certamente sufficiente per far felici i fan della serie Yakuza.

Gli stessi fan, che sarebbero potuti essere preoccupati per un nuovo protagonista, un sistema di combattimento rivoluzionato e una storia che si svolge in gran parte in un luogo inedito possono dormire sogni tranquilli. Il gioco abbatte i vecchi sistemi e trova il giusto equilibrio di innovazione e vecchie abitudini senza perdere ciò che rende la produzione così speciale.

Un nuovo “Drago”

Piuttosto che il protagonista della serie di lunga data, Kazuma Kiryu, Yakuza: Like a Dragon segue Kasuga Ichiban, un tipetto molto particolare che lavora nella familiare città di Kamurocho. Ichiban idolatra il patriarca del suo clan, che lo ha tirato fuori dai guai in giovane età; così quando una situazione va male, Ichiban si assume la colpa di un omicidio e va in prigione per 18 anni.

Quando esce di prigione, però, nessuno della sua vecchia vita lo sta aspettando, e molto presto, si rende conto di essere stato tradito o dimenticato da tutti quelli che appartenevano alla sua vita precedente. E come se ciò non bastasse, gli eventi cospirano per farlo atterrare nella città di Yokohama, dove deve arrancare e sopravvivere solo per scoprire perché tutto è andato storto mentre era via.

I precedenti giochi di Yakuza erano incentrati sul taciturno Kiryu, che sembrava non trovare mai un limite di potere che non potesse rompere. In questo senso, il cambio di prospettiva su Ichiban potrebbe essere uno degli aspetti migliori di questa storia. Ichiban inizia la storia da debole, da solo e fuori dal suo ambiente; ma la sua passione incrollabile e la sua spinta a fare del bene nel mondo (enfatizzata dalla sua ossessione per la serie Dragon Quest) sono contagiose. Il nuovo protagonista della Yakuza è facile da amare, tifare e empatizzare.

Non siamo soli

Eppure Ichiban non è l’unico protagonista di questo gioco. Yakuza: Like a Dragon non è un gioco d’azione picchiaduro come gli episodi precedenti. Piuttosto un gioco di ruolo a turni, e questo significa avere membri del gruppo diversificati.

Nel corso del tempo, Ichiban recluta vari personaggi che si uniscono alla sua banda itinerante di disadattati. I membri chiave sono l’ex detective Adachi, la conduttrice di cabaret Saeko e il dottore senzatetto che salva la vita di Ichiban, Nanba.

Avere un gruppo intorno a noi significa che interagiscono e formano legami nel tempo che si dipanano in storie complementari alla principale. C’è una notevole influenza di Persona in Yakuza: Like a Dragon, e funziona incredibilmente bene per la narrazione; è una gioia vedere le diverse personalità del gruppo interagire a vicenda, ognuna portando il proprio bagaglio personale di esperienze nel gruppo.

Yokohama

Gran parte della storia di Yakuza: Like a Dragon si svolge a Yokohama, e soprattutto nel quartiere a luci rosse di Ijincho, che è descritto come una “rete” che cattura le anime ribelli. La maggior parte del tempo, sia nelle sottostorie che nella prima metà della narrazione principale, viene spesa lavorando con la gente di Yokohama. Questa è una storia di vagabondaggio, senzatetto, lavoro sessuale e criminalità che fa andare avanti le persone verso un futuro migliore. Ed è l’unico posto in cui possono ricominciare da capo.

Molti giochi di ruolo considerano il protagonista che lavora per il bene superiore, ma in Yakuza: Like a Dragon ci mette nei panni di uno degli oppressi. Si può quindi sperimentare cosa vuol dire fare buone azioni allo stesso livello di chi ti circonda. Ogni storia secondaria sull’aiutare qualcuno a superare la perdita della moglie o ripensare alla propria visione del mondo è un piccolo momento di gentilezza. Yakuza: Like a Dragon è pieno di tanti momenti simili.

Una questione di soldi

Ovviamente, per finanziare tutte le attività che si devono fare, si devono fare soldi. Yakuza: Like a Dragon è pieno di attività collaterali che fanno progredire il personaggio ed espandono la ricchezza. Tra queste c’è un gioco secondario per la raccolta di lattine, un lavoro part-time da “eroe”, un campionato di corse in stile Mario Kart e una gestione della proprietà sorprendentemente solida.

In tutto questo, Yakuza: Like a Dragon non perde mai il suo “cuore“. C’è dolore, tradimento e più punti in cui si può sentire un nodo in gola mentre le rivelazioni si sono svolte.

Correre per la città, svolgere varie attività collaterali e sottostorie, guadagnando allo stesso tempo più denaro e oggetti, è ciò che fa sembrare Yakuza: Like a Dragon un vero “Yakuza”. Ma è il sistema di combattimento ad aver ricevuto un enorme scossone, passando dall’azione in tempo reale dei precedenti capitoli, alle battaglie a turni. Inoltre, a volte, questo sistema di combattimento nuovo, riesce a brillare davvero, anche se è ancora in una forma imperfetta.

Yakuza Like a GDR

Il party di Ichiban può essere composta da un massimo di quattro persone, ciascuna con il proprio “lavoro” (o classe) . Nel mondo della Yakuza, questa è una miscela di reale e surreale. Infatti, ad un certo punto Ichiban inizia ad avere allucinazioni ed immagina che i nemici sono in realtà versioni fantascientifiche del loro vero sé.

Personaggi diversi possono intraprendere nuove professioni presso l’azienda di collocamento locale, Hello Work, per ottenere posizioni lavorative e acquisire nuove abilità. Lavori come Guardia del corpo, Host, Chef e Idol rappresentano compiti nel mondo reale che vengono tradotti in abilità di combattimento. Come ripristinare la salute del gruppo con una canzone ringiovanente o infiammare un nemico con una fiamma ossidrica. Il tutto rende il combat system davvero epico e surreale.

In combattimento, si possono usare queste abilità (consumando dei Magic Point in stile Final Fantasy), attacchi di base o chiedere aiuto a un amico che avete incontrato nella storia attraverso il sistema di consegna dei combattenti Poundmates.

I combattenti seguono un ordine a turni e c’è un sistema di risposta simile a Paper Mario, in cui le abilità possono essere migliorate facendo pressioni sui pulsanti a tempo.

Yakuza Like A Dragon

L’intero combat system rientra perfettamente nei vari standard dei gioco di ruolo. Alcune abilità o tipi di attacco risultano essere super efficaci o completamente inefficaci a seconda delle debolezze e delle resistenze. Il sistema è abbastanza facile da imparare, anche se la trama richiede tempo per fornire ogni strumento che alla fine sarà disponibile. Anche le boss fight con i boss di fine livello di Yakuza: Like a Dragon rimangono spettacolari, come quelle dei precedenti titoli.

E’ tutto rose e fiori quindi?

Purtroppo la risposta è no. Molti attacchi si basano sul posizionamento, ma non si ha il controllo su dove ci si trovi nel ​​campo di battaglia. Tutti camminano su e giù, “ballando” in cerchio l’uno intorno all’altro, quindi a volte la differenza tra l’atterraggio di un Giga Swing a gruppo completo o il colpire solo un cattivo dipende dalla generosità del gioco. Altre volte, i personaggi correranno inutilmente contro gli ostacoli prima di sfrecciare magicamente davanti al loro bersaglio.

Yakuza Like A Dragon

Inoltre, mantenere le opzioni di cambio di lavoro situate esclusivamente all’interno di Hello Work a Yokohama sta a significare anche dover tornare spesso lì per spostarsi tra i set di abilità, costando tempo o, almeno all’inizio, preziosa tariffa del taxi.

Anche solo avere la possibilità di passare a lavori precedentemente svolti “al volo”, tramite un menù, ad esempio, avrebbe incoraggiato il giocatore a passare più tempo a cambiare le classi, piuttosto che specializzarsi in poche. Inoltre, anche le opzioni di lavoro/classe sono specifiche per genere maschio/femmine, e questo limita un po’ la varietà del sistema stesso, anche se rimane comunque funzionale alla trama del gioco.

Yakuza Like A Dragon

Anche se è “roba” di poco conto, ci è sembrato giusto menzionare queste piccole lacune del nuovo combat system della serie. Tutto sommato, funziona abbastanza bene e porta una “ventata” di aria fresca a tutto il brand.

Tecnicamente il titolo è molto solido, e giocato su Xbox Series X è davvero un piacere perdersi per le strade della città. Certo, si tratta pur sempre di un titolo cross-gen, ma già da ora si può intravedere uno sprazzo di next-generation. Anche il sonoro fa il suo dovere e le musiche che ci accompagnano per tutta la durata del gioco sono molto azzeccate.

Non dimentichiamo inoltre che, all’interno del gioco stesso, ci sono i classici cabinati “SEGA” dove si può giocare a vecchi classici, come ad esempio OutRun. Come da tradizione della serie, le attività secondarie sono davvero tantissime e i minigiochi vi terranno impegnati per ore e ore. Si va dalle classiche sale gioco citate precedentemente a nuove attività, come ad esempio riuscire a guardare vecchi film senza addormentarsi oppure fare gare su strane biciclette a rimorchio per raccogliere il maggior numero di lattine usate da rivendere.

Un nuovo inizio per Yakuza: Like a dragon

Problemi di combattimento a parte, Yakuza: Like a Dragon sembra un nuovo inizio per Ryu Ga Gotoku Studio. Il cambio di ritmo è il benvenuto e funziona bene, e speriamo che questo diventi la base per altre avventure di gioco di ruolo in questo universo, magari limate di alcuni difetti sparsi qua e la. Trama di alto livello, ambientazioni curate e gameplay molto soddisfacente sono comunque tutto quello che un giocatore chiede. Decine e decine di ore da passare insieme a Ichiban, un protagonista tanto distante dai canoni di Kazuma, quanto adatto per un nuovo inizio della saga. Yakuza: Like a Dragon è una nuova frontiera per la serie Yakuza e in quanto tale la consigliamo a tutti i fan del franchise.

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8.5

Un titolo da non perdere


Yakuza: Like a Dragon è una scommessa vinta. Dopo così tanti episodi del brand che utilizzavano la stessa formula, questo gioco è il primo da molto tempo a sentirsi fresco e innovativo. Yakuza: Like a Dragon è una nuova frontiera per la serie Yakuza e in quanto tale la consigliamo a tutti i fan del franchise.

PRO

    -Ottima Storia
    -Graficamente su buoni livelli
    -Sistema di combattimento totalmente rinnovato
    -Tante cose da fare

CONTRO

    -Il combat system è ancora un po' grezzo
      -Ad alcuni questo cambio di rotta potrebbe non piacere

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