Resident Evil 2 – Remake, la nostra recensione

Versione testata: Xbox One S

Il ritorno di un classico!

Resident Evil 2 non è solo uno dei migliori episodi della celebre saga horror targata Capcom, ma potrebbe anche essere il più grande remake mai realizzato sino ad oggi. Fin dalla sua release originale del 1998, tanti videogiocatori sono stati affascinati da Raccoon City e dalle tristi, emozionanti e avvincenti vicende che contraddistinguono la città e la sua storia. Con personaggi unici, nemici e ambientazioni iconiche, RE2 ha superato la prova del tempo.

Come? Oltre 20 anni dopo, Capcom ha completamente rifatto Resident Evil 2 da zero; grafica moderna, nuovo feeling di gioco e aggiunte alla storia principale, fanno sì che il peso emotivo sia ancora più elevato rispetto all’originale. Il prodotto finito non è soltanto migliore in quasi tutto rispetto a quello del 1998, ma ha il grande merito di apparire di gran lunga superiore a titoli del medesimo genere pubblicati in epoca recente, portando RE2 ad imporsi ancora una volta come uno dei migliori giochi horror di sopravvivenza di sempre, pronto per le nuove generazioni ma con un occhio di riguardo anche ai giocatori che hanno avuto il privilegio di vivere l’esperienza su PS1 alla fine degli anni 90.

Leon Kennedy e Claire Redfield sono tornati!

Al netto dei grandi cambiamenti che contraddistinguono Resident Evil 2, la formula di gioco è pressoché rimasta invariata. Ritroviamo due vecchie conoscenze, Leon Kennedy, un poliziotto novellino a Raccoon City per il suo primo giorno di lavoro, e Claire Redfield, una studentessa universitaria alla ricerca di suo fratello, Chris. Entrambi i personaggi seguono trame in qualche modo diverse che, una volta messe insieme, offrono il quadro completo di ciò che è successo a Raccoon City e di come gli zombi si sono impadroniti delle sue strade.

La storia in Resident Evil 2 è, per la maggior parte, identica a quella che molti di noi conoscono, ma in questo remake, Capcom ha deciso di aggiungere alcune scene e ambientazioni inedite per migliorarla ulteriormente. I vecchi giochi di Resident Evil, sebbene tanto amati e apprezzati, sono sempre stati un po’ trascurati dal punto di vista della presentazione. Resident Evil 2 si presenta diversamente, più maturo e cruento, sin dalle prime battute di gioco. A nostro giudizio la scelta di evitare le leziosaggini che caratterizzavano la serie in origine è più che azzeccata.

Una delle cose che ci ha riportato indietro nel tempo durante le circa quindici ore passate in compagnia di Leon e Claire è stata la capacità di Capcom di caratterizzare al meglio i tratti caratteriali dei personaggi. Ci siamo sentiti in qualche modo in empatica con loro nelle diverse sezioni e durante gli eventi che abbiamo vissuto nei loro panni, cosa che non ci aspettavamo minimamente, avendo già al tempo giocato al gioco in prima persona. La moderna presentazione in stile cinematografico è una delle principali ragioni dietro a questo ulteriore senso di peso dei personaggi, ma anche le prestazioni sono sembrate in definitiva piuttosto buone.

Gli zombie come non li avete mai visti!

Dal punto di vista squisitamente tecnico, siamo rimasti a dir poco sbalorditi. Al netto di qualche lieve sbavatura, RE2 è eccezionale. Altri remake recenti: Crash Bandicoot, Spyro, Shadow of the Colossus non hanno avuto la cura minuziosa invece riservata a Resident Evil 2. Grazie al motore RE, già utilizzato in Resident Evil 7, molti elementi appaiono davvero realistici. Dagli ondeggiamenti delle singole ciocche di capelli di Leon mentre si muove a perdifiato per evitare una minaccia, ai corridoi e alle stanze del dipartimento di polizia di Raccoon City, tutto in RE2 è stato realizzato con cura non solo per emulare il gioco originale, ma anche per distinguerlo dai tanti titoli tripla AAA del medesimo genere presenti oggi sul mercato.

Inoltre per renderlo più idoneo all’epoca videoludica attuale, la componente horror/splatter è stata rivista. Resident Evil 2 è a conti fatti uno dei giochi più spaventosi e violenti che abbiamo mai avuto modo di giocatore in questi anni. Avere un Licker alle calcagna o celato nell’oscurità pronto a balzare su di noi o girare un angolo e ritrovarsi all’improvviso ad avere un incontro ravvicinato con uno o più zombi è assolutamente unico nel suo genere e da jumpscare assicurato. Per fare un paragone abbiamo avuto un feeling molto simile a quanto accadeva nel 1996, quando per la prima volta abbiamo incontrato i cani zombie pronti a saltarci addosso e a sbranarci con un solo morso.

Tyrant alias Mr. X

Il motivo principale per cui RE2 è così spaventoso è a causa del nemico Tyrant (o Mr. X se preferite). Quando ad un certo punto della campagna il Tyrant si presenterà dinanzi a noi, il livello di intensità e stress salirà vertiginosamente. Il Tyrant, una volta apparso, ci inseguirà quasi per l’intero gioco, il che significa che vagare liberamente nella stazione di polizia (o in altri luoghi), con tranquillità, è assolutamente vietato.

Il sound gioca un ruolo fondamentale. Per questo motivo i momenti di paura in Resident Evil 2 funzionano davvero bene ed è quest’aspetto che fa in modo che il Tyrant infonda così tanta paura. Mentre il mostro ci insegue, sentiremo i suoi passi echeggiare in tutto l’ambiente. Nella stazione di polizia, ad esempio, potremmo trovarci ad esplorare il retro del primo piano dell’edificio e il Tyrant invece, potrebbe trovarsi al terzo piano, ma sentiremo ugualmente dei riverberi e il forte rumore dei suoi passi mentre cammina. Questo ci rende essenzialmente nervosi, perché non sappiamo esattamente quando potremmo ritrovarci a girare l’angolo e trovarci a faccia a faccia con l’energumeno e il suo poderoso pugno. Sia Claire che Leon possono scappare via dal Tyrant. Scelta assolutamente obbligata, in quanto è invulnerabile ad ogni nostro colpo e ben poche sono le stanze in cui potremo sentirci almeno momentaneamente al sicuro dalla sua costante presenza.

Il vero passo avanti, il gameplay

Non ci siamo ancora soffermati sull’elemento cardine del gioco, ovvero il gameplay. Sia Leon che Claire si riescono a controllare piuttosto bene in RE2, e ognuno di loro ha un kit unico di armi e gadget a disposizione. I puzzle, in una formula rinnovata, ritornano in grande stile, e seppur non risultano essere di difficile risoluzione, rendono l’esperienza complessiva molto divertente e appagante.

Ciò che abbiamo apprezzato di più di Resident Evil 2 è la scelta di aver mantenuto intatta la visuale in terza persona. Diversamente da quanto accade in simil sparatutto nei vari Resident Evil 4, 5 e 6, sin da subito, ci renderemo conto che zombi, Licker e qualsiasi altro mostro che incontreremo sarà piuttosto difficile da uccidere, proprio come lo era nei giochi originali della serie.

Immaginiamo che chi è alle prime armi con Resident Evil proverà a farsi strada a suon di pallottole. RE2 non è pensato per essere giocato in questo modo. Resident Evil 2 enfatizza in primo luogo l’aspetto survival, il che richiede una certa gestione dell’inventario a disposizione e all’occorrenza la necessità di sparare agli zombi al solo scopo di rimanere in vita. Nei primi trailer del gioco, sembrava che Capcom avesse deciso di puntare in una direzione molto simile a quanto visto in RE4, invece (e aggiungiamo per fortuna), il prodotto finale è un perfetto connubio tra il gioco originale di RE2 e Resident Evil 4.

Vale la pena ricordare che alcune sezioni del gioco si discostano dalla prospettiva diretta di Leon e Claire. Nelle rispettive campagne, controlleremo brevemente l’affascinante e seducente Ada Wong e Sherry Birkin, la figlia dello scienziato William Birkin. Come nell’originale, queste sezioni di gioco sono per lo più incentrate sulla risoluzione di puzzle dalla durata complessiva di circa 20-30 minuti ciascuna. Tuttavia, tali sezioni, risultano essere pause divertenti e necessarie per prendersi una “pausa” dalla campagna principale.

Qualche problemino c’è

Fino ad ora ci siamo concentrati sugli aspetti positivi riguardo Resident Evil 2, e come detto ampiamente è sicuramente uno dei migliori survival horror degli ultimi dieci anni. Detto questo, c’era un problema piuttosto significativo relativo alla struttura del gioco originale che purtroppo è ancora presente anche nel remake. Una volta completato il gioco con Leon o Claire, avremo la possibilità di fare una seconda run con il personaggio opposto per approfondire ulteriori aspetti della trama. Il problema di fondo risiede nel fatto che molti dei puzzle che affronteremo nella prima sessione di gioco saranno identici nella seconda.

Ad esempio, entrambi i playthrough richiedono a un certo punto di raccogliere tre medaglioni, in un altro di raccogliere componenti elettriche per un circuito stampato e così via. Mentre la componente narrativa che introduce tali obiettivi varia, in definitiva finiscono per essere quasi del tutto identiche fra loro. Entrambe le storie, tranne per alcuni sottili aspetti, sono molto più simili di quanto si possa immaginare. Ad eccezione del percorso individuale che ogni personaggio deve compiere per completare gli obiettivi. Abbiamo affrontato la prima run con Leon e ci è sembrata anche quella più unica e originale, a differenza di quella di Claire piuttosto derivativa.

Infine, non si comprende pienamente come le singole storie di Leon e Claire riescano ad intersecarsi l’una con l’altra. Se abbiamo due personaggi differenti, con due percorsi differenti, non ha senso che entrambi i personaggi abbiano scontri con gli stessi boss e/o che venga richiesta la risoluzione dei medesimi enigmi ambientali. Capcom avrebbe dovuto fare qualche sforzo in più e correggere tali incoerenze.

La rigiocabilità è comunque assicurata

Tuttavia, a parte questi problemi, Resident Evil 2 ha un grande livello di rigiocabilità. Con quattro varianti in totale, Resident Evil 2 ha molto da offrire, soprattutto se siete fra i cacciatori di trofei e collezionabili e avete intenzione di raggiungere il rango S. Inoltre, la modalità 4th Survivor del gioco originale con Hunk e Tofu ritorna nuovamente aggiungendo qualche sfida interessante.

Concludiamo parlando dei collezionabili e degli altri oggetti sbloccabili, ce ne sono una tonnellata. La maggior parte di questi include modelli di personaggi o oggetti insieme ad alcuni concept art. Per sbloccarli sarà necessario raggiungere un determinato risultato all’interno del gioco, il che aggiungerà all’esperienza complessiva di gioco ulteriori ore di divertimento.

Commento finale

Solo qualche anno fa il futuro di Resident Evil era davvero incerto e appeso ad un filo ma le ultime iterazioni, ovvero RE7 e ora il remake di RE2 dimostrano che stiamo assistendo a una rinascita di uno dei franchise migliori di sempre. La formula vincente? Ritornare alle origini.

Ciò che Capcom ha creato con Resident Evil 2 è qualcosa senza precedenti. Sebbene i remake non siano una novità nei videogiochi, il modo in cui Capcom è stata in grado di cambiare tanti aspetti di Resident Evil 2 mantenendo intatto il nucleo del gioco è un vero e proprio successo. I numeri sono già dalla sua parte, tre milioni di copie vendute e con ogni probabilità un remake di Resident Evil 3 in serbo.

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8.8

Un ritorno in grande stile


Solo qualche anno fa il futuro di Resident Evil era davvero incerto e appeso ad un filo ma le ultime iterazioni, ovvero RE7 e ora il remake di RE2 dimostrano che stiamo assistendo a una rinascita di uno dei franchise migliori di sempre. La formula vincente? Ritornare alle origini. Che voi abbiate già giocato a Resident Evil 2 o no, l'acquisto di questo remake è assolutamente imprescindibile. Non perdete tempo, Raccoon City vi attende.

PRO

    -Ottimo lavoro di restyling
    -Il nucleo del gioco è rimasto intatto
    -Feeling di gioco piacevole
    -Un survival horror impegnativo

CONTRO

    -Le due campagne sono troppo simili fra loro
    -Qualche problema di frame rate

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