Le pesanti sanzioni economiche inflitte dai paese dell’occidente contro il governo Russo di Putin stanno avendo anche importanti conseguenze in due settori “non strategici” come quello dell’intrattenimento videoludico e cinematografico.
Sono infatti tantissime le compagnie che hanno annunciato di aver sospeso la commercializzazione dei propri prodotti su territorio Russo. Ubisoft, Activision Blizzard, Microsoft, Sony, Rockstar, EA, ma anche CDPR, Epic Games e Steam, hanno annunciato, sebbene con tempi e modalità diverse pesanti limitazioni agli account provenienti dalla Russia fino alla totale sospensione degli stessi.
Per quanto riguarda Hollywood, invece Netflix ha sospeso le operazioni nel paese, fermando le future produzioni e acquisizioni, mentre questa settimana è stato il turno di Discovery, WarnerMedia e Amazon che hanno cessato completamente i loro servizi in Russia. Soprattutto tra i più giovani, abituati a vivere all’occidentale e già colpiti dalla sospensione da parte del governo Russo dei principali social network come Facebook, Instagram e Twitter accusati di diffondere “fake news” sulla “pacifica operazione di peace keeping in Ucraina” (sic! ndr.) il malcontento sintetizzato nella frase diventata oramai un tormentone, “tenetevi il Donbass e ridatemi Netflix”, hanno portato la Russia a ricorrere a soluzioni drastiche come la legalizzazione della pirateria di giochi e film.
“Si sta valutando la possibilità di revocare le restrizioni all’uso della proprietà intellettuale contenuta in determinati beni, la cui fornitura alla Russia è limitata“, ha affermato il ministero. “Ciò attenuerà l’impatto sul mercato delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento, nonché la carenza di beni e servizi dovuta alle nuove sanzioni dei paesi occidentali“.
Rossiyskaya Gazeta o City A.M., principali notiziari e media Russi stanno già informando che queste misure contro i paesi occidentali potrebbero essere già in vigore da oggi, sospendendo tutte le forme di sanzione che riguardano la tutela della proprietà intellettuale nei confronti di prodotti provenienti da qualunque paese abbia aderito alle sanzioni contro la Russia. Si tratta in sostanza di una forma di “legalizzazione” della pirateria di giochi, film, musica mai vista prima perchè ufficialmente promossa dalle istituzioni. Naturalmente si tratta di una soluzione che allontanerà sempre di più le grandi major e publishers dal mercato russo, rischiando di isolare ancora di più non soltanto politicamente ma anche culturalmente la Russia.