S.T.A.L.K.E.R. 2 hands on dalla Gamescom 2023: decisamente non quello che ci aspettavamo

Mentre il grosso dei colleghi della stampa era impegnato con la presentazione di Starfield, le Ferrovie tedesche con i loro ritardi assurdi, anche superiori all’ora e mezza (e poi noi siamo quelli con la nomea…) “decidevano”, invece, che per noi il primo gioco da provare alla Gamescom 2023 di Colonia, dovesse essere S.T.A.L.K.E.R. 2: Hearth of Chornobyl, seguito della pluripremiata serie di giochi per PC sviluppata da GSC Game World.

Sviluppo travagliato, gioco sfortunato

S.T.A.L.K.E.R. 2: Hearth of Chornobyl sta attraversando una fase di sviluppo turbolenta dovuta alle conseguenze della guerra in Ucraina. Il team di sviluppo Ucraino con sede a Kyev, con l’inizio della guerra ha infatti dovuto bloccare le sue attività e spostare il suo centro operativo a Praga, dove lo sviluppo del titolo è ricominciato a maggio 2022. Ciò nonostante parte del team non è tornata al lavoro per continuare a combattere nella guerra di invasione, e tra questi anche Volodymyr Yezhov, ucciso in azione nei pressi di Bachmut nel dicembre 2022.

Inoltre proprio nei giorni scorsi, prima un gruppo di hacker russi ha trafugato alcuni asset di gioco, diffondendoli in rete, e successivamente un incendio ha colpito il palazzo di Praga presso cui le attività si sono spostate. Tutte le disavventure hanno portato nei giorni scorsi all’annuncio di un ulteriore rinvio: il titolo infatti non uscirà più nel 2023, ma nel primo quadrimestre nel 2024.

Nonostante questo, l’hype per il titolo è ancora altissimo, come testimoniato dalle tantissime persone assiepate allo stand ospitato nel padiglione Xbox. Il gioco infatti sarà uno dei titoli di punta dell’offerta Gamepass nel 2024 e, proprio per questo, Microsoft è intervenuta finanziariamente per aiutare il team a portare a termine il lavoro.

Hands-on

Abbiamo avuto modo di giocare ad una demo di circa 15 minuti tratta da una versione sicuramente in uno stadio iniziale di sviluppo ma che ci è sembrata comunque sufficientemente rifinita da consentire ai giornalisti presenti di avere un’idea di alcune delle meccaniche di gioco e dell’aspetto tecnico del titolo.

Il nostro giocato, inizia con il nostro alter ego Skif disteso al suolo nel mezzo di un boschetto nell’Area di esclusione, mentre un cane mutante prova a strapparci via una gamba. Nemmeno il tempo di farci prendere dal panico per la nostra pistola inceppata, che il cane viene trascinato via da un’anomalia e letteralmente esplode dinanzi ai nostri occhi.

La demo ci mostra quindi, già nei primissimi secondi, alcuni degli elementi che faranno parte della nostra esperienza: la gestione delle armi, che possono incepparsi e le cui risorse sono estremamente scarse, e la gestione delle anomalie ambientali, di cui il mondo di Hearth of Chornobyl è letteralmente pieno zeppo.

Dopo esserci rimessi in piedi, facciamo la conoscenza di un nostro alleato, strategicamente appostato su una piccola collina poco più lontano dal luogo del risveglio, che ci invita a raggiungerlo ma facendo attenzione alle anomalie presenti nell’area. A tal fine ci lancia un “bullone”, uno strumento iconico della serie e che ci permetterà di individuare anomalie nascoste. Lanciando il bullone in un’area sospetta, infatti, l’anomalia si appaleserà come una sorta di miraggio, facendo vibrare l’aria ed in questo modo potremo evitarla o spingere i nostri nemici verso di essa per eliminarla.

Una volta raggiunto il nostro NPC, riceviamo il nostro primo incarico: metterci in contatto con un gruppo di persone rifugiatesi in un vicino gruppo di case. Dopo un po’ di girovagare senza meta tra piccole abitazioni diroccate e e anomalie spuntate in ogni dove come funghi, raggiungiamo il luogo indicato dalla nostra bussola (in alto nell’hud di gioco) solo per essere accolti da un comitato di benvenuto non esattamente amichevole, che però ci ha dà l’opportunità di provare il gunfight.

S.T.A.L.K.E.R. 2 Hearth of Chornobyl

Gunfight

S.T.A.L.K.E.R. 2: Hearth of Chornobyl non è Call of Duty; non lo è per quanto riguarda trama e ambientazione, ma non lo è soprattutto dal punto di vista del gunfight. Le armi e le munizioni sono scarse, la gestione dell’inventario fa sempre la differenza tra la vita e la morte e il fuoco nemico, anche nei livelli di difficoltà più bassi, è sempre letale.

Se proprio dobbiamo fare un accostamento ad un altro gioco recente che non sia un altro capitolo della serie, potremmo dire che S.T.A.L.K.E.R. 2: Hearth of Chornobyl si avvicina alle meccaniche di Escape from Tarkov. Nonostante questo, il gioco non è “simulativo” o punitivo come il titolo appena citato, ma consente al giocatore anche di divertirsi in intense sessioni di shooting perdonando qualche approccio non proprio brillante dal punto di vista tattico.

Le armi a cui abbiamo avuto accesso durante la breve demo, sono state una pistola e un Kalashnkov con un discreto numero di munizioni ancora disponibili. Con il tasto TAB si accede ad un menù rapido di selezione armi, dispositivi e medkit piuttosto folto, il che ci lascia intendere che saranno tanti gli strumenti che avremo a nostra disposizione per sopravvivere.

Il feeling delle armi ci è sembrato buono, ricordandoci in parte quello di un altro grande gioco, Metro 3, mentre le hitbox sono estremamente precise e questo non può che farci molto molto piacere.

Raggiunta l’area indicata, lo scontro con gli altri NPC è durato appena un paio di minuti; ad un certo punto infatti il cielo è diventato improvvisamente rosso ed un messaggio di stato ci ha invitato a raggiungere un luogo al chiuso per evitare la “tempesta” radioattiva. Si tratta con buona probabilità di una delle nuove meccaniche “atmosferiche” con cui dovremo fare i conti durante la nostra avventura, ma anche un ottimo modo per chiudere la presentazione.

Tecnicamente da migliorare

Abbiamo detto che nonostante questa fosse la prima demo pubblica del gioco, S.T.A.L.K.E.R. 2: Hearth of Chornobyl ci è sembrato comunque ad un buon livello di sviluppo. Tuttavia, rispetto ai video di gameplay girati nei mesi scorsi, non abbiamo avuto quell’effetto “Wow!” che quei video e gli screenshot (li trovate tutti nella galleria in fondo alla pagina) avevano generato.

S.T.A.L.K.E.R. 2 Hearth of Chornobyl

Certo l’atmosfera, il feeling di trovarsi in un mondo segnato da un cataclisma nucleare c’è ancora, così come quell’ambientazione che, pure diventando a “mondo aperto”, resta comunque insidiosa e angosciante. Tuttavia la modellazione dei personaggi, l’interazione con l’ambiente circostante e con la vegetazione, praticamente immobile al nostro passaggio, l’esplosione delle granate e gli altri effetti particellari, ci sono sembrati un po’ troppo “vecchia scuola” e solo in parte giustificabili dal precoce stato in cui l’opera si trova. Persino il nostro amico NPC appariva senza alcuna animazione facciale e, dopo il dialogo con noi, è rimasto prima a camminare nel vuoto per poi scomparire improvvisamente.

Si tratta di un qualcosa che ci saremmo aspettati di vedere su un gioco di qualche anno fa, ma non su un titolo che fa orgogliosamente sfoggio della dicitura “Sviluppato su Unreal Engine 5“.

Insomma The Zone, la zona, dal punto di vista tecnico non ci ha lasciato impressionati, ma di qui al 2024 c’è ancora molto tempo per migliorare.

Facciamo il tifo per voi

Da amante della serie, S.T.A.L.K.E.R. 2: Hearth of Chornobyl è indubbiamente uno dei titoli che attendevo di più di questo 2023, e la notizia di un suo rinvio al 2024, e soprattutto dei tanti problemi che il team di GSC Game World sta affrontando, non può che dispiacermi enormemente.

Tuttavia, dopo aver visto i primi minuti di gioco sono convinto che questo rinvio al 2024 non possa che far bene ad un gioco su cui tanti ripongono enormi aspettative. Siamo convinti che il supporto di Microsoft gioverà sicuramente al team che potrà lavorare con maggiore tranquillità; speriamo solo che i tanti problemi affrontati non abbiano definitivamente compromesso l’opera.

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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