Treyarch, scuse riguardo tweet su terrorismo in Singapore

Ineccepibile.

Circa un paio di settimane fa, il brand di Call of Duty è stato coinvolto in uno scandalo clamoroso e veramente molto grave. Il team addetto al marketing, dunque alla pubblicizzazione dei vari prodotti (attraverso anche i social), ha cambiato il proprio nome di “Call of Duty” in “Current events aggregate” con lo slogan “where we bring you real news“.
Così facendo, è stato diffuso un tweet secondo il quale era appena avvenuto un attacco terroristico in Singapore, dalle fonti prima incerte e poi confermate. Si sono poi susseguiti tweet aggiornati rigurardo le condizioni del paese e la messa in vigore della legge marziale. Tutto ciò ovviamente era falso, e si è notato che questo profilo, era in realtà Call of Duty. In pratica, il brand più conosciuto nel mondo dei videogiochi, ha diffuso false notizie sotto diverso nome, utilizzando la vasta audience che il profilo aveva su Twitter (circa 3 milioni), per una campagna pubblicitaria a sostegno del nuovo capitolo in uscita: Black Ops III. Oltre a lasciarci sconcertati, dobbiamo inoltre specificare che un account verificato, non può cambiare ne nome ne tematiche nei post pubblicati.
Inutile dire che appropinquarsi di notizie fasulle, scatenando il panico generale e diffondendo disinformazione su scala internazionale, a supporto delle proprie vendite, è inaccettabile, sconcertante e disumano. Una presa in giro bella e buona ai propri clienti ed ai non. Utilizzare la propria influenza dichiarando il falso su questioni di rilevanza estera, con tanto di terrorismo, non può far altro che ricadere sull’opinione pubblica, alterandola.
Fatto sta che, terminata questa farsa, il team su Twitter si è giustificato dicendo che “questa sarà parte della storia del nuovo gioco”. Cosa che si sarebbe dovuta specificare all’inizio, e non inscenando una recita, spacciandosi anche per un profilo – media. 
Nessun comunicato ufficiale ne dichiarazioni ancora da parte di Treyarch o Activision, solamente le scuse di Jason Blundell, non coinvolto nel ramo del marketing, ma che si scusa a nome della società e cerca di ammortizzare la faccenda spiegando il suo punto di vista:

«Ecco il mio punto di vista, ed ancora – sono un semplice direttore, non coinvolto nel marketing assolutamente. In ogni caso, non è stato assolutamente fatto per nessun tipo di attenzione. Non è stato fatto con cattiveria, o con qualche precisa tattica. Sono personalmente dispiaciuto per chi ha frainteso, perché non era stato pensato per questo.»

Un punto di vista sostanzialmente molto di parte, che cerca un po’ di attutire quello che è stato un duro colpo da digerire. Aspettiamo però le scuse ufficiali di entrambe le compagnie e un chiarimento per tutti quanti. 

Rispondi

Ultimi Articoli