Stato e attività ludiche: i comuni scelgano gli orari delle sale

Lo Stato ha deciso che spetta proprio ai comuni regolare gli orari di attività delle sale da gioco.

di Dave G.

Sono state la sentenza stabilita lo scorso 30 giugno e l’ordinanza dello scorso 27 agosto a riconoscere e ribadire tale compito ai comuni, ovvero la possibilità di imporre dei limiti agli orari di apertura e chiusura delle sale da gioco o di qualsiasi attività ove sono presenti giochi di casinò in generale, sia “dal vivo” che la possibilità di giocare allo slot machines online come per esempio in siti come questo. Ogni comune dunque, applicherà il proprio potere relativamente alle proprie esigenze per tutelare non solo la sicurezza pubblica, ma anche e soprattutto l’ordine e la quiete, senza tralasciare aspetti fondamentali che spesso vengono accantonati in tali contesti: la dignità e la libertà umana, la sicurezza e la salute dell’individuo che usufruisce del gioco delle slot machines e simili.
Inoltre, il titolare e/o gestore dell’attività dovrà far rispettare l’orario stabilito, esponendo ben visibilmente gli orari d’apertura e chiusura, già comunicati al Comune, il quale dovrà essere avvisato di qualsiasi modifica.

Tali apparecchi vengono installati in esercizi appositamente autorizzati o in attività commerciali. Qui si recano i clienti cui, dietro pagamento, viene data larga scelta di intrattenimento tramite apparecchiature automatiche, semiautomatiche e videoludiche, oppure giochi in cui viene esercitata l’abilità fisica o mentale del fruitore.
Tutti questi giochi, per legge, devono essere privi di alcun rischio che possa intaccare la salute e l’incolumità di chi li utilizza.

I congegni leciti che si possono trovare in una sala da gioco a norma di legge si dividono in:
apparecchi di intrattenimento elettronico o anche videoludico, come le slot machines o le console, ma anche giochi automatici o semiautomatici ai quali è possibile giocare una partita (non inferiore per legge a dodici secondi) tramite il pagamento di un euro e non oltre, rilasciando inoltre al giocatore un eventuale premio che può essere ricevuto alla conclusione di una partita o nel ripetere e prolungare quest’ultima sino ad un numero non superiore a dieci volte;
apparecchi che richiedono abilità intellettive o fisiche che il fruitore può attivare tramite l’inserimento di una moneta dal valore di un euro, i quali consegneranno al vincitore dei premi quali piccoli accessori funzionali o ornamentali, il cui valore non può superare di dieci volte il costo della partita. Non si può lucrare su qualsiasi premio vinto in una sala da gioco: il premio non può assolutamente essere venduto o scambiato per denaro o barattato.

Questo è il mondo delle sale da gioco, dove sempre più spesso i giochi di natura fisica lasciano lo spazio a quelli elettronici, ma soprattutto videoludici e virtuali.
Non è più un mistero ormai che la stragrande maggioranza dei giovani (non solo gli adulti) abbia la possibilità di intrattenersi con una grande varietà di giochi videoludici presenti nelle sale da gioco, semplicemente avendo uno smartphone o un tablet (oltre a PC, console, etc.), che ormai sono ai primi posti nel mercato elettronico a livello globale.
Dunque il problema non riguarda più tanto l’aspetto fisico di una sala da gioco, ma va ben oltre, introducendosi in un contesto internazionale che non può essere controllato dal comune. Il sempre più enorme numero di persone che gioca online dimostra quanto ormai questo sia facile soltanto grazie all’acquisto di smartphone o tablet.

Per quanto siano presenti regole e leggi che vincolano giocatori e proprietari al rispetto e a un uso regolato e salutare dei giochi, queste, a livello virtuale e globale, sempre più spesso risultano frivole.

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