Recensione Metal Gear Rising: Revengeance


Luci e Ombre

Il comparto tecnico vive di luci e ombre, se i modelli poligonali dei personaggi primari sono ben dettagliati e curati mostrando senza ombra di dubbio il tocco di Shinkawa, le ambientazioni di gioco, alcuni modelli tridimensionali secondari e diverse animazioni lasciano parecchio desiderare. La stonatura viene a galla grazie alla modalità “Blade” che permette a Raiden di distruggere qualsiasi elemento a schermo, qualsiasi? Volevamo dire quasi tutto, è si perchè la nota più stonante del comparto tecnico è vedere Raiden tagliare e distruggere ogni elemento a schermo ma, trovarci un bidone o un altro elemento del tutto indenne fa il suo effetto “negativo” sia chiaro e, se aggiungiamo a tutto ciò una sciattezza degli ambienti di gioco, la qualità tecnica non può essere di certo premiata per la sola buona riuscita di alcuni modelli poligonali.

Se l’aspetto grafico vive di alti e bassi, la campionatura sonora invece vive di soli alti. La soundtrack è lodevole, calzando pienamento lo stile di gioco. Gli effetti sonori sono davvero più che buoni e ad affiancare la buona colonna sonora c’è anche il doppiaggio, che si attesta su buoni livelli.

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Una nota di demerito nonostante la sua buona rigiocabilità va alla longevità del titolo che si attesta sulle 4/5 ore di gioco, davvero basse se calcoliamo che il livello di difficoltà settato era su “Normale“.

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