Recensione Thief

Un emozionante ritorno, 14 anni dopo.

Versione testata PC, PS4

Square-Enix ha deciso di affidare allo studio Eidos-Montreal, oltre al brand di Deus Ex, anche il reboot della saga di Thief, popolare videogioco stealth, l’ultimo episodio del quale (Deadly Shadows) è uscito nel 2000. Dopo un’attesa di ben 14 anni possiamo dunque tornare a vestire i panni di Garrett, ladro che torna a rubare nella città senza nome. Un flop, un buon gioco oppure un ottimo ritorno? Il lavoro compiuto da Eidos Montreal merita di essere analizzato da cima a fondo.

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Un grande comeback

Thief fonda le sue basi in una trama non proprio originale, ma comunque stimolante, che convince il giocatore ad andare avanti per tutta la sua durata. Il Barone tiene sotto scacco “La Città” e il ritorno di Garrett in questo luogo si trasforma in una missione per poter liberare i cittadini e la città dal terribile tiranno che ha affamato la popolazione.
Nonostante quindi un plot decisamente non originale, il gioco si riscatta proprio per il coinvolgimento in prima persona di chi guiderà il Ladro per le sue avventure e missioni principali e secondarie. Purtroppo sono presenti dei buchi narrativi che non giovano alla natura del titolo. Nonostante tutto, si continua a giocare proprio ed esclusivamente per il gusto di proseguire passo dopo passo.  

Stealth Approved 

Il problema più grande di Eidos Montreal è stato non dispiacere la fan base originale della saga. Dopo ben 14 anni, infatti, e visto il non esaltante ritorno di un altro videogioco piuttosto atteso come Duke Nukem 3D, le scelte della software house canadese dovevano risultare il più in linea possibile proprio con chi non aveva mai abbandonato l’amore verso Garrett. La missione è riuscita al 75%, a favore di un titolo stealth che si rivela funzionale proprio sotto questo aspetto. Saranno molteplici infatti le situazioni dove ci troveremo costretti ad armarci di tutta la nostra pazienza. Ogni fascio di luce o rumore, anche i più piccoli ed irrilevanti di essi ci porterebbero dritto incontro alle possibilità di esseri scoperti dai nemici e quindi trovarci a scappare oppure combattere. Ed è proprio sul sistema di combattimento che bisogna essere chiari: molto spartano e poco travolgente, dobbiamo comunque sia ricordarci che non stiamo giocando ad Assassin’s Creed oppure GTA o Skyrim, ma bensì che per tutte le 8/10 ore circa che ci porterà via la campagna stiamo impersonando un semplice ladro, che non ha esperienza nel combattimento il quale quindi avviene in forma decisamente superficiale. Nonostante tutto, se la componente combattimento è stata trascurata a favore di una immedesimazione molto alta ne siamo contenti: Garrett potrà infatti spegnere le fonti di luce, sporgersi, scassinare silenziosamente e con abilità, rendendoci così dei veri e proprio ladri d’alta classe. Una prerogativa sicuramente azzeccata e funzionante.

I veri problemi però insorgono dopo: l’IA non è molto coerente e molto spesso ci siamo trovati in situazioni di pericolo dopo un minimo movimento ed è bastato nasconderci per bene e approfittare delle zone d’oscurità per fare in modo che gli NPC in pochissimo tempo si allontanassero, come se non fosse successo nulla. In aggiunta troviamo (come già specificato in apertura) una narrazione e una trama non proprio ai massimi livelli ed infine, questo ci duole dirlo, il titolo ha sì un’anima stealth bella e cattiva come i precedenti, ma purtroppo segue il percorso base di queste generazioni: venire incontro, anche se in misura nettamente minore rispetto ad altri giochi, anche alle nuove fasce di giocatori e persone che si avvicinano al brand per la prima volta. Cinque anni di gestazione del titolo non hanno sicuramente giovano in questo senso.  

Chi ha veramente bisogno della grafica potente

Un altro elemento che sta molto a cuore ai giocatori è sicuramente il design grafico e il comparto tecnico del gioco. La grafica e la tecnica in generale sono molto ben realizzate ed offrono al giocatore ambienti decisamente puliti e sopratutto vivi. Il level design steampunk che ha sempre caratterizzato la saga viene messo un poco da parte per favorire un’ambientazione che non temiano di definire di stampo vittoriano. Detto ciò si miscelano comunque molto bene elementi antichi con alcuni del futuro subito successivo. Per chi cerca dunque in Thief non solo un gioco stealth ma anche elementi steampunk e ucronistici non rimarrà soddisfatto al 100%. Nota dolente il doppiaggio in italiano, nettamente inferiore a quello in inglese che vi darà sicuramente più gioia.  

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Commento finale

Thief è veramente difficile da valutare: si tratta infatti di un ritorno molto gradito su molti fronti. I problemi che affliggono il titolo non sono colpa della sua natura, ma bensì di tempi sviluppo biblici e di un cambiamento generazionale dei videogiocatori. Un problema al quale non esiste rimedio ma solo un palliativo e Thief è proprio quel titolo di cui si sentiva bisogno. Stealth, con un elevato grado di sfida, un level design e comparto tecnico promossi a pieni voti, un gameplay molto stabile e solido che non crolla mai e una longevità sulle 10 ore per la campagna principale e 20 ore circa per il completamento al 100% pone i giocatori davanti ad una scelta, sopratutto quelli next gen: continuare ad aspettare una nuova IP per Xbox One o PS4 oppure investire immediatamente del denaro sul nuovo gioiello di Eidos Montreal? La risposta è sicuramente la seconda. Con buona pace di chi aspetta altri titoli.

Il voto di Thief non può dunque essere assemblato solo su alcune texture oppure sulla solidità della trama e il coinvolgimento, ma bensì sul ritorno di uno dei pilastri del genere, che si riconferma, e nell’immersione in Garrett.

 

Pro Contro 
– E’ Thief, è lo stealth
– Abbastanza longevo e pieno di cose da fare
– Tecnicamente ok
– Il doppiaggo in Italiano è bruttino
– Il titolo patisce i nuovi videogiocatori
  Voto Globale: 90 
 
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