Recensione Gravity Rush Remastered

Corsa gravitazionale

Versione testata PlayStation 4

Quando Gravity Rush ha fatto la sua comparsa su PlayStation Vita, sono stati in molti a credere che Sony avesse trovato finalmente il modo di contrastare il predominio pressochè assoluto di Nintendo e del suo 3DS. Gravity Rush non soltanto rappresentava un “atto di forza” della neonata console portatile Sony, dotata di un hardware ancora oggi impressionante e capace di offrire un’esperienza di gioco molto simile a quella di PS3 e Xbox 360, ma ha rappresentato anche la perfetta sintesi delle novità introdotte da PlayStation Vita, facendo largo uso dello schermo touch frontale e di quello posteriore della console, così come del giroscopio per orientare i movimenti di Kat. Le vendite dell’ip sviluppata da Japan Studios però, complice un supporto marketing alla nuova console fallimentare sotto ogni punto di vista, non furono quelle che Sony si aspettava (solo 600.000 copie complessivamente vendute – fonte vgchartz) e così una delle IP più interessanti di PS VITA cadde nel dimenticatoio. Questo almeno fino a qualche mese fa, quando, durante l’E3 2015, il titolo e il suo seguito spuntarono tra le esclusive PS4. Avendo amato il primo capitolo originale per PS Vita, questo ritorno della bella Kat su PS4 non può che farci piacere, ma è impossibile non credere che quell’annuncio abbia rappresentato per la console portatile di Sony il game over definitivo.

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La trama di Gravity Rush ricorda, almeno nella fase iniziale, quella di “The Man Who Fell to Earth”, il film che ha sancito l’esordio del compianto David Bowie nel mondo del cinema. Kat è caduta sulla terra, in una piccola cittadina di nome Heksevelle.  Rimasta senza alcun ricordo, la giovane e bella protagonista ha come unico amico uno strano gatto dal pelo luccicante che sembra sapere molto di più di quanto la sua natura felina lasci intendere. Attorno a sè inoltre, gli abitanti della piccola cittadina la guardano con disprezzo e diffidenza, attribuendole la colpa degli strani fenomeni che stanno sconvolgendo le loro vite. Ciò nonostante, spinta dalla voglia di saperne di più su sè stessa, sullo strano potere che le permette di volare alterando la gravità, sull’enorme frattura che ha letteralmente spaccato in due la città e soprattutto su quello strano gatto che le fa le fusa, Kat proverà a conquistare la loro fiducia tentando di dar loro una mano a rimettere in sesto le loro vite. Ben presto scroprirà però che la sua caduta e l’arrivo dei Nevi, strane creature che ricordano gli Heartless di Kingdom Hearts, sono tutt’altro che semplici coincidenze.
Questo è, in breve, il preambolo con cui si apre Gravity Rush, la cui trama, raccontata magistralmente attraverso le tavole di un fumetto, si sviluppa dapprima attraverso una progressione molto lineare, per poi assumere le tinte di una spy story, con nemici che si trasformano in amici e amici che scopriremo essere dei doppiogiochisti. Il tutto è tenuto insieme dal gusto per il bizzarro a cui tante produzioni Japan Studios ci hanno abituato.

Ipersalto generazionale

Quando abbiamo saputo che per il remastering del titolo era stato scelto lo sviluppatore Bluepoint games, abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo. Lo studio texano è infatti oramai specializzato nel remastering di titoli tripla A e nel suo palmares può contare le versioni remastered di titoli del calibro di Ico e Shadow of the Colossus HD, la Metal Gear Solid HD Collection, e, più recentemente, la Uncharted: The Nathan Drake Collection. In questo caso però il lavoro di Bluepoint games dal punto di vista del gameplay era quanto mai arduo, dovendo adattare al DualShock di PS4, meccaniche studiate per sfruttare l’hardware di PS Vita.
Anzichè lanciarsi in macchinosi adattamenti al touch pad di PS4, Bluepoint games ha optato per un sistema di controllo più tradizionale. La caratteristica principale di Kat è quella di poter alterare la gravità e “volare” in ogni punto del grande open world rappresentato dalla cittadina di Hakeville. In realtà più che volare, Kat cade. Grazie al potere di Dusty, lo strano gatto di cui vi dicevamo, Kat può azzerare la gravità intorno a sè (attenzione agli ignari passanti!), librarsi in aria, per poi “cadere” in un determinato punto della mappa. Se con PS Vita una volta attivato il controllo gravitazionale era necessario muovere la console per trovare il punto in cui si voleva viaggiare e poi attivare nuovamente la gravità, ora l’orientamento è affidato più semplicemente alla levetta analogica o, alternativamente, al giroscopio del DS4. Il fatto che non occorra più sbracciarsi, in maniera anche piuttosto goffa,  per muoversi nella mappa (pensate a che immagine di noi dobbiamo aver dato ai tanti che ci hanno visto giocare in metropolitana o in pullman mentre agitavano a mezz’aria le braccia), fa acquistare al titolo immediatezza, e la maggiore linearità giova anche al divertimento. Tutti i pulsanti prima affidati al touch ora sono collegati ad un pulsante del Dual Shock o alla combinazione di pulsante più levetta. A giovare incredibilmente del nuovo sistema di controllo è soprattutto il combat system, che diventa più rapido e divertente, non soltanto nelle sessioni sulla terra ferma, con schivate e scivolate che ricordano l’innarrivabile combat system di Bayonetta, ma anche nelle sessioni a mezz’aria. Controllando la gravità infatti, la nostra bella Kat potrà sollevarsi in aria e sferrare calci devastanti nei punti deboli dei Nevi, per poi muoversi verso il prossimo nemico con estrema grazia e senza soluzione di continuità sfruttando appunto la maggiore manovrabilità della levetta analogica. Tutto ruota insomma intorno alla gravità e prima imparerete a padroneggiarla, maggiore sarà la soddisfazione che trarrete dal gameplay di Gravity Rush Remastered. A voler essere pignoli durante le fasi più concitate dei combattimenti la telecamera non riesce a seguire alla perfezione Kat, facendovi perdere qualche istante prezioso per trovare di nuovo l’orientamento, ma si tratta di un problema che capita raramente e solo quando l’azione si fa veramente caotica.

Gravity Rush Remastered è un open world e come tale è ricco di missioni secondarie, luoghi da esplorare e persone da incontrare. Nel complesso l’intera trama è suddivisa in 21 capitoli, in grado di garantire almeno 15 ore di gioco, seguendo solo la main quest. A queste si aggiungono almeno altre 15 ore di divertimento garantite dalle missioni secondarie in cui dovrete dare una mano agli abitanti della città, o lanciarvi nella conquista di tutte le gemme viola. Se considerate che a questa già abbondante offerta sono stati aggiunti i 3 DLC rilasciati per PS Vita ed un prezzo budget di 29 euro, capirete bene che si tratta di una occasione da non lasciarsi sfuggire.

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Gravità 0 e 60 fps

La mano di Bluepoint games si vede anche e soprattutto sotto il profilo estetico. Gravity Rush era un gioco già bellissimo su PS Vita ma su PS4 è tutta un’altra storia. La combinazione di cel shading, fumetti manga, 1080p e 60fps “rock solid”, donano al gioco nuova linfa vitale, invogliandovi a scoprire luoghi della città sconosciuti e a lanciarvi in ogni quest secondaria incontrata, anche solo per la gioia di ammirare un nuovo paesaggio. Migliorata notevolmente anche la draw distance, grazie alla quale sarà più facile orientarsi nel mondo di gioco. Anche le tavole a fumetti che raccontano la trama sembrano aver ricevuto un trattamento rinvigorente e ora sarà ancora più piacevole sfogliarle. A tutto questo ben di dio si accompagna una colonna sonora davvero eccellente, che non ha subito modificazioni rispetto a quella originale, se non il campionamento 5.1 necessario per sfruttare le caratteristiche degli impianti home theater dei videogiocatori PS4.

Commento finale

Gravity Rush era una perla rara che la fine prematura di PS Vita rischiava di portare via con sè. La scelta di affidare a Bluepoint games la rimasterizzazione di un titolo così bello era un omaggio dovuto al talento dei Japan Studios, capaci di regalarci un titolo incredibilmente avvincente e originale che è un piacere rigiocare anche a distanza di qualche anno dalla sua prima uscita. Grazie ad un comparto tecnico eccezionale e ai controlli più tradizionali di PS4, il titolo può finalmente fare sfoggio di tutte le sue potenzialità. Gravity Rush è insomma, visto anche il prezzo contenuto di soli 30 euro, un acquisto caldamente consigliato a tutti, anche a coloro che hanno già amato le avventure di Kat su PS Vita.
Pro Contro 
– Trama e gameplay originali
– Remaster magistrale dal punto di vista grafico
– Un recupero necessario di una delle migliori ip PS vita
– Controlli non più così originali
– Telecamera ancora ballerina
  Voto Globale:  90
 
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Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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