Districhiamo la storia di Lothric.
Come in molti sapranno, la lore dei Souls non è facile da comprendere o comporre, poiché l’autore adotta un metodo di narrazione del tutto inusuale per questo periodo storico del videogioco, dove ormai tutto è diretto e difficilmente fraintendibile. Premetto che questo articolo sarà intriso di spoiler, quindi proseguite solo se avete finito almeno una volta il terzo capitolo e vi sentite sicuri di ciò che state per fare.
La serie di From Software stravolge i canoni sicuri sopra citati, tentando quasi l’impossibile ma venendone fuori vittoriosa. E se la trama risulta essere senza dubbio molto intricata, è proprio per questo motivo che esiste questo articolo, al fine di interpretare e condividere la lore di quest’ultimo capitolo. Sì, perché non si può parlare di certezza, ma di interpretazione. In ogni titolo sviluppato da From Software (compreso Bloodborne) non vi è mai stata un’assoluta certezza della storia del mondo in cui si sta camminando, perciò ogni giocatore ha dato il suo parere attraverso speculazioni ed ipotesi, contribuendo alla creazione di un filo narrativo coerente e plausibile. Con queste premesse, quindi, possiamo addentrarci nella storia di Lothric o, più nello specifico, nella storia dei Sei Signori dei Tizzoni affrontabili nel gioco. Per motivi di vastità dell’argomento, dividerò l’articolo in due parti sperando perlomeno di darvi qualche spunto su come mappare la propria lore. Let’s begin.
Chi sono i Signori dei Tizzoni?
Giustamente vi starete chidendo chi siano questi fantomatici Signori dei Tizzoni: un Signore dei Tizzoni è un essere dotato di un’enorme potenza, tanta al punto da potersi vincolare alla Prima Fiamma. “Quando la Fiamma va spegnendosi, le campane suonano e gli antichi Signori dei Tizzoni si risvegliano dalle loro tombe”, recita una frase dell’introduzione del gioco.
Questa Prima Fiamma, fonte di ogni grandezza ed esistenza (per citare “The Old Hunters“), con lo scorrere del tempo esaurisce la propria forza, necessitando di un “sacrificio” per ravvivarla e mantenere il mondo in questo malato ciclo. Cosa succederebbe se la Fiamma si spegnesse? Regnerebbe il buio. E non un buio di oscurità ma di neutralità, presente prima della nascita della Fiamma stessa. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi, i Signori dei Tizzoni si immolano alla Fiamma, sacrificando il proprio corpo e usando l’anima come carburante per evitare il ritorno di questa temuta era neutrale. Tuttavia, ad ogni “sacrificio” la terra cambia la propria forma, resettando la vita e ricominciando il ciclo in attesa che la Fiamma accetti nuova linfa vitale, consumando il Monarca dell’era che va sempre più spegnendosi.
Fatte queste premesse, ci getteremo nelle fiamme di Dark Souls III, cercando di ricostruire questo magistrale quadro “One last time” (citando Sabaku no Maiku).
Guardiani dell’Abisso
Questi potenti esseri sono i diretti discendenti consanguinei del primo Guardiano dell’Abisso, Artorias il Camminatore degli Abissi, facenti parte della Legione di non morti di Farron e votati, appunto, alla preservazione del mondo dalla minaccia dell’Abisso.
La catastrofe verificatasi ad Oolacile durante gli eventi narrati nel DLC del primo capitolo ha portato alla luce una drammatica verità: l’Abisso non può essere fermato, può solamente essere rallentato. Con questo obiettivo nascono i Guardiani dell’Abisso di Farron, portatori del sangue di Lupo. Questi maestosi guerrieri vengono considerati un cattivo presagio, come se la loro apparizione precedesse la rovina e la disperazione; questi soldati della Legione di non morti, infatti, utilizzavano mezzi estremi al fine di evitare la propagazione dell’Abisso. Appena un regno avverte i primi sintomi di questa propagazione, i Guardiani sterminano la popolazione e radono completamente al suolo il regno “contagiato”.
Secondo la mia teoria, le Catacombe di Carthus e la Fortezza di Farron fanno parte del medesimo ciclo di eventi, teoria giustificata nel momento in cui viene alla luce il collegamento tra Wolnir, il signore di Carthus, e l’Abisso. Wolnir, bramoso di potere, dopo aver ucciso molti sovrani di altri regni, cerca la via per ottenere la vita eterna, spingendosi talmente lontano da sacrificare buona parte del popolo di Carthus al fine di compiere il suo progetto e facendo sgorgare l’Abisso nelle Catacombe. Questo, però, attira inevitabilmente l’attenzione dei discendenti di Artorias, allertandoli.
All’arrivo dei Guardiani, la rimanente popolazione di Carthus viene massacrata (questo spiega la presenza di scheletri nelle Catacombe), azzerando la popolazione già per metà “assorbita” da Wolnir. A questo punto, tuttavia, l’Abisso ha preso tanto piede da non poter essere più fermato, non con mezzi convenzionali almeno. Gli accoliti di Farron, corrosi dall’Abisso, diventano Ghru, mostruse creature mutanti deformate, mentre il Forte viene inghiottito da una fitta foresta palustre, portandolo alla rovina.
Senza più alcuna possibilità di scelta, in un ultimo disperato gesto, i Guardiani dell’Abisso si immolano alla Prima Fiamma, fermando la propagazione dell’Abisso stesso e avviando un nuovo ciclo del mondo diventando, di conseguenza, Signori dei Tizzoni. Tuttavia, il Signore dei Tizzoni può essere uno soltanto: i Guardiani infatti sono potuti diventare Signori grazie al loro sangue di Lupo, che li rende a tutti gli effetti un’unica grande entità disposta di una enorme anima. Dopo questi eventi, il sangue di Artorias si prosciugò, non avendo più eredi diretti.
Con la convergenza di cicli che si verifica a Lothric, i Guardiani giacciono sepolti nelle loro tombe, come gli altri Signori dei Tizzoni, e ciò che rimane della fortezza di Farron non è altro che una fitta, paludosa foresta governata dai Ghru. Nonostante questa situazione, la Legione di non morti ancora sopravvive, capitanata dal Vecchio Lupo di Farron (probabilmente discendente di Sif, il grande lupo grigio, fedele compagno di Artorias), che prosegue l’obiettivo di proteggere il sonno dei Signori dei Tizzoni fondando, di conseguenza, il Patto dei Guardiani di Farron, nient’altro che frammenti e schegge di ciò che erano in origine.
Aldrich, Divoratore di Dei
“Prendi Aldrich per esempio, un chierico dei migliori, eccetto per l’abitudine di divorare uomini. Ne mangiò così tanti da gonfiarsi come un porco e diventare gelatina. Lo fecero Signore dei Tizzoni non per virtù, ma per potere.” – Hawkwood.
Non tutti i Signori dei Tizzoni sono divenuti tali onorevolmente. Sembra una frase banale, ma non lo è. Aldrich, chierico della Via Bianca, cominciò a divorare uomini allo scopo di ottenere sempre più potere, persino gli stessi Diaconi della Cattedrale delle Profondità gli porgevano sacrifici affinchè diventasse sempre più forte.
Come ogni cosa in Dark Souls, le azioni devote hanno SEMPRE un secondo fine. I tre Arcidiaconi Klimt, Royce e Mcdonnell, infatti, nutrivano Aldrich per fargli accumulare un potere sufficiente a vincolare la Prima Fiamma, molto probabilmente non per pura necessità, ma per fanatismo. Dal momento che Lloyd, antico leader della Via Bianca, è fortemente collegato a Gwyn, il primo Signore dei Tizzoni, è plausibile pensare che i Diaconi volessero creare una sorta di surrogato in grado di succederlo.
Dopo aver acquisito abbastanza potere, Aldrich venne gettato nella Fornace della Prima Fiamma, che lo rese appunto un Signore dei Tizzoni; l’evento, come ogni vincolamento, segnò un nuovo ciclo. Al collasso di cicli a cui possiamo assistere a Lothric, i Diaconi venerano Aldrich come una divinità nella sua tomba nella Cattedrale delle Profondità. Al momento del suo risveglio, come gli altri Signori, tornerà al suo luogo d’origine, ovvero Irithyll della Valle Boreale, leggendario luogo di provenienza di questo Signore. Sulyvanh, gran sacerdote e tiranno di Irithyll, conduce Aldrich alla sommità della città di Anor Londo, dal momento che proprio Irithyll è posta alle radici di questa antica capitale di Lordran ed ex dimora di Gwyn e dei potenti, antichi “Dei”. Come ogni cosa in Lothric, anche le “divinità” di Anor Londo rinascono: Sulyvanh, cosapevole di ciò, li imprigiona nella parte superiore di Irithyll assieme al vorace Aldrich per adempiere al suo compito di sacerdote e compiacendo il suo Signore.
Inutile dire che il Signore dei Tizzoni cominciò a divorare gli “Dei”, arrivando persino a consumare lentamente il Dio della Luna Oscura Gwyndolin, terzogenito di Gwyn, assumendone parzialmente le fattezze e poteri, guadagnadosi inoltre l’appellativo di Divoratore di Dei e trasformando la cattedrale di Anor Londo in una squallida rovina. Fino al nostro arrivo almeno, dove porremo fine una volta per tutte al suo dominio incontrastato.
Yhorm, il Gigante
Tra tutti i Signori dei Tizzoni, questo è quello che più si avvicina a Gwyn, il primo Signore dei Tizzoni: stando infatti a ciò che recita la sua Anima, discende da un grande conquistatore. Ovviamente si tratta di una mia speculazione, poichè potrebbe discendere da Vendrick, monarca di Drangleic e “quasi” Signore dei Tizzoni, o dallo stesso Signore dei Giganti, presente in Dark Souls II. Quest’ultimo, infatti, è simile a Yhorm sotto vari aspetti, come l’armatura o la razza; tuttavia, per motivi legati all’autore Hidetaka Miyazaki di “allontanarsi” dal secondo capitolo (sotto certi lati), non credo si possa trattare di questo Gigante. Potrebbe appunto discendere da Gwyn, perché entrambi sono diventati Signori dei Tizzoni, sono entrambi conquistatori e, a conti fatti, non possiamo dire cosa effettivamente potesse essere Gwyn prima di aver fatto sua l’Anima di Lord trovata nella Prima Fiamma. Per quel che ne sappiamo, Yhorm potrebbe essere molto simile a Gwyn prima che diventasse un Lord.
Yhorm, dopo numerose guerre combattute e vinte valorosamente, venne eletto Monarca dal suo stesso popolo. Menti spietate tramavano alle sue spalle però: le Sacedotesse della Capitale, abbagliate dalla potenza della Prima Fiamma (probabilmente venerata come una divinità, più o meno come i Giganti in Dark Souls II), cercarono di ricrearla per utilizzarne il potere a piacimento, purtroppo – o fortunatamente – fallendo. Questo diede origine alla Fiamma Profanata, un errore che creò in tutto e per tutto un’arma devastatrice che bruciò la Capitale, assengnadogli appunto il nominativo di Capitale Profanata.
I superstiti scampati a questo cataclisma cominciarono ad accusare Yhorm di aver provocato la devastazione, quando in realtà quest’ultimo non ne era fautore. La Fiamma non cessava di alimentarsi: al contrario, continuava a crescere senza sosta, rendendola ancor più letale di quanto già non fosse. Fu in quel momento che Yhorm accettò la sua chiamata (ulteriore similitudine a Gwyn: la rassegnazione ed il sacrificio di tutto quello che si ha guadagnato) donando le due spade in grado di sconfiggerlo, le cosiddette “Signore delle Tempeste“, armi nate con lo scopo di uccidere i Giganti. Una la diede agli uomini sfiduciati dal nobile Signore e l’altra al suo più caro amico, Siegward di Catarina, ed infine abbandonò persino il suo fedele scudo. Vincolò così la Prima Fiamma, divenendo Signore dei Tizzoni al fine di placare la furia della Fiamma Profanata; tuttavia, la Fiamma reagì in modo imprevisto a questo evento, facendo cadere il fuoco sugli uomini ed estinguendo, infine, la vita nella Capitale Profanata.
Dopo il collasso di Regni, Sulyvanh scoprì la Capitale Profanata e costruì sulla sua sommità le fondamenta delle Prigioni di Irithyll. Nella Capitale trovò anche i resti della Fiamma Profanata, rimanendone abbagliato dall’immenso potere: ne recuperò un frammento, infondendo il suo spadone di quel potere ed assegnandolo alle Streghe di Irithyll, fortificando inoltre le difese della città. Poco dopo il risveglio del Solitario Signore della Capitale Profanata, farà il suo ritorno nella Capitale, sedendosi sul suo trono ed aspettando l’arrivo del suo fedele amico, che lo condurrà al riposo eterno grazie al suo inestimabile dono.
Se siete ancora qui a leggere quest’ultimo discorso vi ringrazio davvero per l’attenzione e per il vostro interessamento. Ricordo che tutto quanto avete appena letto non è altro che una personale speculazione sulla lore di Dark Souls III, nulla di concreto in sostanza. Forse sta proprio nell’incertezza degli avvenimenti la vera bellezza dei Souls: ognuno può quindi attingere informazioni a questo grande ricettacolo, rendendolo sempre più completo ed intriso di significati. Ci rivediamo nella seconda parte (che potete trovare QUI) di questo speciale con gli ultimi tre Signori dei Tizzoni.