Dalla pellicola al videogioco.
La frase sopra potrebbe già spaventare i giocatori ancor prima che lo faccia la Strega di Blair. Già, perché tutti sappiamo che quando si entra nel campo delle trasposizioni videoludiche di un film (o viceversa), il rischio di ritrovarsi davanti ad un prodotto che sfrutta il marchio per essere più facilmente sotto i riflettori e poi ne rovina l’immagine, al punto da non avere praticamente nulla degno di nota, è davvero elevato. Ma non vogliamo fasciarci la testa in anticipo con Blair Witch, perché se è vero che il sequel uscito al cinema nel 2016 ha deluso le aspettative del pubblico, il videogioco potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa ed offrire un’esperienza di tutto rispetto agli amanti dell’horror. Non ci resta che avventurarci, quindi, nell’ultima fatica di Bloober Team, già dietro a dei buoni titoli come Layers of Fear e Layers of Fear 2 dei quali potete leggere la nostra recensione cliccando sui rispettivi link.
La foresta ha gli occhi
Diversamente da ciò che si potrebbe pensare, con questo gioco i ragazzi di Bloober Team hanno deciso di rifarsi principalmente alla storia raccontata nel primo film originale del 1999, riprendendo alcuni elementi ma variandone ovviamente altri in modo da non portare ai giocatori una mera copia della pellicola.
In Blair Witch vestiremo i panni di Ellis, un ragazzo disturbato dal passato tormentato, che insieme al suo fidato amico a quattro zampe Bullet decide di unirsi alle indagini della polizia riguardo la scomparsa di un bambino di 9 anni. Peter Shannon, questo il suo nome, è stato avvistato l’ultima volta nella foresta di Black Hills, luogo in cui dal 1994 si verificano eventi simili e ai quali non è mai stata trovata una soluzione. Ben presto, però, Ellis e i poliziotti si accorgeranno che la foresta nasconde presenze sovrannaturali che vanno ben oltre un semplice rapitore.
Lo sviluppatore si è concentrato prevalentemente sulla narrazione, che si rivela interessante e di buon livello con un susseguirsi di eventi alternati fra presente e flashback del passato del protagonista, grazie ai quali lentamente si dipaneranno le motivazioni che lo tediano e lo hanno portato ad una instabilità mentale. La confusione con cui ci vengono presentati gli avvenimenti, uno degli elementi su cui punta Blair Witch, riesce a trasmettere un senso tale anche nel giocatore, proponendo un mix di paranormale e reale che si intrecciano costantemente rendendo al meglio il “disordine cronologico” tipico di queste produzioni. Il gioco, dall’altro lato, offre una formula di gioco abbastanza circoscritta all’esplorazione ed all’osservazione, che riesce però ad intrattenere per merito dell’implementazione di una meccanica che si basa sull’utilizzo della videocamera. Sebbene all’inizio potrebbe non essere immediatamente intuitivo il funzionamento, questo dispositivo svolgerà un ruolo importante per il proseguimento dell’avventura, in quanto le cassette che troveremo sparse nel bosco, nello specifico quelle etichettate in rosso, ci permetteranno di manipolare la realtà.
Mandando avanti, riavvolgendo e mettendo in pausa in precisi punti le varie registrazioni, infatti, sarà possibile ottenere, ad esempio, degli oggetti fisicamente inesistenti nel lasso temporale in cui viviamo che, però, saranno recuperabili sfruttando questa meccanica. In questo modo, pertanto, potremo raggiungere luoghi diversamente inaccessibili o trovare importanti indizi che ci condurranno pian piano al bambino scomparso. Di tanto in tanto avremo anche a fare con degli enigmi abbastanza semplici, che non richiederanno una particolare logica per essere risolti ma solo un po’ di impegno.
Non sono da sottovalutare, inoltre, le chiamate e i messaggi ricevuti sul nostro telefonino né tantomeno il walkie-talkie, con il quale saremo perennemente in contatto con lo sceriffo. Sulla base di alcune nostre decisioni, fra cui rispondere o meno ad una chiamata, avremo accesso a dei finali multipli, disponendo di fatto di una discreta rigiocabilità. Tramite il nostro cellulare, in pieno stile anni ’90 (siccome il gioco è ambientato nel 1996), potremo poi “perdere tempo” giocando alle copie di Space Invaders e Snake, quest’ultimo indubbiamente una piccola perla per i nostalgici. Non neghiamo di averci speso almeno una mezz’oretta buona, incrementando leggermente la durata del gioco che si attesta sulle 5-6 ore circa, relativamente poche ma in linea con i titoli di questo genere. Se siete dei completisti e volete raccogliere anche tutti i collezionabili nascosti, comunque, la longevità potrebbe aumentare almeno di un’ora, a seconda di quanto siate “abili” a scovarli.
A ricoprire un ruolo chiave nell’avventura sarà anche il nostro cane Bullet, che non sarà un mero compagno di viaggio senza utilità ma, anzi, risulterà essenziale nella maggior parte delle situazioni, prima fra tutte l’identificazione della nostra posizione in quella distesa di alberi da cui saremo continuamente circondati e che non mancherà di mettere spesso in difficoltà il senso dell’orientamento. Dovremo prestare attenzione ai comportamenti di Bullet, i quali dipenderanno dal modo in cui lo tratteremo: tramite un menu a scelta rapida, infatti, avremo la possibilità di interagire con lui chiamandolo, inviandolo alla ricerca di oggetti, coccolandolo ed eventualmente sgridandolo (non abbiamo però visto la necessità di farlo siccome, appunto, questo andrebbe ad impattare negativamente sul suo atteggiamento). Oltre a ciò, sarà molto importante restargli sempre a fianco per evitare di cadere vittime di attacchi di panico e per individuare le varie presenze del bosco che vorranno farci la pelle. Per sconfiggerle, sarà fondamentale tenere d’occhio la direzione verso cui è rivolto il cane (sebbene a volte non sia molto preciso) per scovarle e puntarvi contro il fascio di luce della nostra torcia un paio di volte.
Blair Witch offre un doppiaggio in inglese di buona fattura (i sottotitoli sono in italiano) e basa la sua ambientazione prevalentemente nella foresta di Black Hills, che fa degli effetti sonori il suo punto forte riuscendo a trasmettere un buon senso di angoscia e tensione (allontanandosi dalla formula dei jump scares), a fronte però di un comparto grafico solo discreto su XBOX One S, modello su cui abbiamo avuto modo di testare il gioco.
Sin dalla prima sequenza di gioco, infatti, non è sfuggita ai nostri occhi la lieve instabilità del frame rate, affetto anche da un fenomeno leggero ma comunque evidente di stuttering. Nonostante proseguendo l’avventura tutto ciò paia assestarsi e sebbene la riproduzione del bosco risulti soddisfacente, non di rado ci siamo imbattuti in oggetti le cui texture sono in bassa risoluzione o che vengono renderizzate al momento della raccolta, oppure in qualche modello incompleto nei poligoni (un esempio sono i nastri della polizia appesi ai tronchi di alcuni alberi). Ancora, ci ha fatto storcere un po’ il naso la presenza, in alcuni punti, di muri invisibili “nudi”, posizionati quindi senza alcuna maschera sotto forma di alberi o arbusti per delimitare il mondo di gioco. Ben implementato, comunque, l’effetto Pac-Man, che ci farà ritrovare sempre nello stesso punto anche proseguendo nella stessa direzione finché non porteremo a termine tutto ciò che dovremo in quella specifica area, contribuendo al senso di disorientamento.
Commento finale
Per una volta, possiamo dire che i nostri pregiudizi sul discorso delle trasposizioni si siano rivelati infondati: il gioco di Blair Witch, infatti, riesce a superare il sequel cinematografico del 2016, rivelandosi di fatto un titolo di buona fattura in grado di soddisfare gli amanti del genere. La foresta di Black Hills vanta una caratterizzazione rispettabile, sebbene tecnicamente presenti svariati difetti, e la narrazione si lascia gustare senza troppe pretese. Forse si poteva fare di più sotto il profilo del gameplay in sé, ma se avete apprezzato gli ultimi lavori di Bloober Team, al prezzo di 30€ Blair Witch saprà come tenervi impegnati per una manciata di ore e trasmettervi la giusta dose di angoscia e tensione.
- - Narrazione ben sviluppata
- - Foresta ben ricreata che genera la giusta atmosfera
- - Formula di gioco tutto sommato interessante
- - Comparto grafico indubbiamente migliorabile su console
- - Non particolarmente longevo