Cosa sono gli Esports e perché piacciono così tanto

La cultura del videogioco è ormai radicata da tempo sia in Italia che nel mondo. A partire dagli anni 80, con la nascita e le diffusione delle sale “Arcade“, o sale giochi come venivano chiamate dalle nostre parti, fino ai giorni nostri dominati dai tornei online e in locale seguiti da milioni di giocatori in tutto il mondo, il videogame ha rappresentato la forma di svago più diffusa in assoluto, raggiungendo una capillarità mai conosciuta prima. Senza scomodare le teorie dello storico e linguista Johan Huizinga, poi riprese da Hideo Kojima, sull’Uomo Ludens, è indubbio che il gioco rappresenta il fondamento di ogni cultura dell’organizzazione sociale e oggi più che mai la forma di intrattenimento anche più remunerativa che la storia ricordi.

Ma l’uomo è anche un animale competitivo e la combinazione gioco – competizione è una di quelle imprescindibili quando si parla di gioco e videogioco. Nel corso degli ultimi decenni, si è passati dai mega lan parti alle competizioni online, dapprima con i primi computer passando per le varie generazioni di console. Tuttavia se pensate se pensate che gli eSport esistano solo da pochi anni, vi sbagliate di grosso. Il primo videogame competitivo della storia, infatti, fu scritto addirittura nel 1962 su un computer PDP-10 dall’informatico Steve Russel e da alcuni colleghi come Martin Graetz e Wayne Wiitanen del “Tech Model Railroad Club” del MIT. In Spacewar! due giocatori si affrontavano con un’astronave ciascuno avendo una scorta limitata di carburante e munizioni e dovendo combattere contro il campo gravitazionale di un pianeta.

Nel 1972, poi, il Laboratorio di Intelligenza Artificiale dell’Università di Stanford ospitò il primo torneo di eSports al mondo, le “Olimpiadi Intergalattiche di Guerra Spaziale”. Ventiquattro giocatori si incontrarono in quel giorno per competere in “Spacewar! Tra l’altro, il vincitore di allora ricevette un anno di abbonamento alla rivista “Rolling Stones”.

E’ solo con la diffusione delle reti internet negli anni ’90 e di quelle ad alta velocità però che il mondo degli sport videoludici competitivi – grazie anche alla diffusione delle piattaforme di streaming, fra cui YouTube e Twitch – diventa “virale”.

Le caratteristiche che deve avere il videogame per essere considerato nell’ambito di tornei e-sports

Gli Esports sono un sistema fondato sul meccanismo della competizione in cui due o più giocatori (o squadre) si affrontano fra loro su di un videogame specifico che favorisca tale scontro.

Gli Esports possono essere praticati sia a livello amatoriale che professionale. Facendo un esempio, per amatoriale intendiamo i tornei che vengono organizzati fra amici che si sfidano per vincere in un videogioco; l’aspetto professionale, invece, chiama in causa i cosiddetti Pro Player, ovvero chi ha fatto di questa passione un vero e proprio lavoro e a loro sono richiesti impegno e prestazioni da professionista. Un profilo simile a quello dei veri e proprio atleti, su cui società, aziende e brand di vario tipo investono spesso in sponsorizzazioni milionarie, e in cui utenti da tutto il mondo fanno pronostici e come quelle sugli sport tradizionali effettuate tramite l’app scommesse eurobet.

I videogiochi adatti agli esports presentano una serie di caratteristiche essenziali che ne determinano il successo nelle competizioni. Ecco alcuni dei principali fattori che caratterizzano un buon gioco per esports:

  • Competitività: Il gioco deve essere competitivo per natura, permettendo ai giocatori di misurarsi tra di loro in un ambiente equo, dove le abilità individuali o di squadra possono fare la differenza.
  • Bilanciamento: È essenziale che il gioco sia ben bilanciato, così che nessun giocatore o squadra abbia vantaggi ingiusti. Questo include l’equilibrio tra le classi di personaggi, le armi, le abilità e altri elementi di gioco.
  • Regole Chiare e Obiettivi Definiti: I giochi per esports devono avere regole chiare e obiettivi ben definiti, facilmente comprensibili sia dai giocatori che dagli spettatori. Questo aiuta a mantenere le competizioni organizzate e interessanti.
  • Possibilità di Sviluppo delle Abilità: I giochi devono permettere ai giocatori di migliorare attraverso la pratica e la strategia, offrendo profondità tattica e vari livelli di abilità.
  • Visibilità e Chiarezza: È importante che il gioco sia visivamente chiaro e comprensibile, non solo per chi gioca, ma anche per chi guarda. Questo include un’interfaccia utente che non sia sovraccarica e una buona implementazione di funzionalità di replay e di trasmissione.
  • Supporto del Produttore: Il gioco deve essere supportato attivamente dal suo sviluppatore, con aggiornamenti regolari che risolvono bug, bilanciano il gameplay e, se necessario, aggiungono nuovi contenuti per mantenere il gioco fresco e interessante.
  • Community e Fanbase: Un forte sostegno della community è vitale. Il gioco deve essere in grado di attirare e mantenere una base di giocatori attiva, oltre a supportare una fanbase che partecipa a visioni di eventi, discussioni e altre attività comunitarie.
  • Accessibilità: Idealmente, il gioco dovrebbe essere accessibile in termini di hardware richiesto e non troppo difficile da imparare a livello base, pur mantenendo una curve di apprendimento che premia i giocatori più dedicati e abili.
  • Aspetti Tecnici Stabili: Il gioco deve funzionare bene su diverse piattaforme, mantenendo alte prestazioni e bassa latenza, essenziali per il gioco competitivo.
  • Integrità Competitiva: Devono essere implementati sistemi per prevenire e penalizzare il cheating, come l’hacking o l’uso di cheat software, per mantenere l’integrità delle competizioni.

I Pro Player, infatti, possono avere relazioni con gli sponsor e contare su una vera e propria fanbase che li supporta e li segue costantemente.

Gli Esports, come detto, vengono infatti seguiti da una platea di spettatori sia dal vivo – quando per esempio vengono organizzati tornei locali, regionali, nazionali o internazionali – che nel mondo virtuale, ovvero tramite le trasmissioni delle partite in streaming. Non è raro, quindi, che le persone si trovino a incitare i propri beniamini e a spronarli verso la vittoria, empatizzando con loro.

Gli esports nel nostro paese: i videogiochi sportivi

Come abbiamo detto, gli Esports sono nati dalla diffusione capillare delle reti Internet e dai sistemi di trasmissione in streaming. Queste trasmissioni, soprattutto quelle aventi ad oggetti i tornei internazionali, sono seguitissime da milioni di spettatori in tutto il mondo.

Pensate che stando ai dati diffusi da Statista l’evento Esport più seguito della storia (fino ad ora ) è stato il Campionato mondiale di League of Legends nel 2023 con un picco di 6,4 milioni di spettatori in tutto il mondo, seguito dal Free Fire World Series 2021 di Singapore, con 5,41 milioni di spettatori di picco.

E in Italia? nel nostro paese gli esports stanno conoscendo sempre più diffusione, sebbene il nostro paese sembra più ancorato a giochi più classici, ed in particolare a quelli sportivi, come FIFA, pardon FC24, da sempre uno dei franchise più giocati e venduti nel nostro paese.

Altro grande successo sono i giochi motoristici come Assetto Corsa Competizione e soprattutto GT7, dove i nostri campioni, come Valerio Gallo, dominano le classifiche di tutto il mondo (qui sotto la sua intervista dopo la vittoria della medaglia olimpica Olympic Virtual Series)

Insomma, gli Esports sono un fenomeno in costante espansione e le prospettive tecnologiche radicate nella nostra società porta a pensare che sia qualcosa destinato a prendere sempre più piede e a declinarsi in differenti modalità. E chi sa che forse, in un futuro nemmeno troppo lontano, i nostri figli seguiranno più i loro campioni videoludici che gli sportivi di un tempo. Che sia un bene o un male, ai posteri l’ardua sentenza.

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