Nell’universo degli anime il tema dello sport è stato spesso una fonte di ispirazione. Calcio, pallavolo, nuoto e non solo: la disciplina sportiva diventa una parte centrale della trama del cartone, facendo da sfondo a tutte le vicende che coinvolgono i protagonisti.
L’infanzia di chi era bambino negli anni ’80 e ’90 è stata profondamente influenzata da questi anime, che in alcuni casi diventarono veri e propri fenomeni culturali capaci di segnare un’epoca. Abbiamo raccolto alcuni dei titoli più famosi e significativi.
Holly e Benji
Non serve essere un appassionato di calcio per ricordare – ed apprezzare – uno degli anime sportivi più famosi in assoluto. “Holly e Benji” ha raggiunto un successo immenso in tutto il mondo al momento dell’uscita e continua ad averlo ancora oggi, grazie alle repliche che vengono periodicamente riproposte. L’anime è andato in onda per la prima volta in Giappone nel 1983 (fino al 1986) ed è nato dalla mente del poco più che ventenne Yoichi Takahashi. Quest’ultimo aveva iniziato nel 1981 a pubblicare il manga sulla storica rivista giapponese di fumetti Weekly Shōnen Jump, continuando fino al 1988. Il successo pressoché immediato diede il via alla produzione dell’anime, che andò in onda in Giappone in un totale di 128 episodi.
La storia ruota attorno alle vicende dei due protagonisti, giovani studenti delle elementari (e poi delle medie) con il sogno di eccellere nel gioco del calcio. L’attaccante Holly (Tsubasa), in particolare, ha l’ambiziosa aspirazione di vincere il Campionato del Mondo, che cercherà di perseguire contro tutti i pronostici sul calcio della sua città e non solo. Fondamentale è l’incontro con il portiere Benji (Genzo Wakabayashi) che dà inizio all’avventura sportiva raccontata nelle diverse puntate della saga.
Una delle caratteristiche che è diventato un vero e proprio classico di questo anime sono le corse infinite sul campo di calcio, che sembrava essere chilometrico. Questo era un espediente per “rallentare” l’azione del cartone animato. Anche i dialoghi interminabili tra i protagonisti avevano lo stesso scopo.
Mila e Shiro, Due cuori nella pallavolo
Una altro classico degli anni ’80 è l’anime ambientato nel mondo della pallavolo: “Mila e Shiro”. Prodotto nel 1984 da Jun Makimura e Shizuo Koizumi, questo cartone ebbe un discreto apprezzamento in Giappone, mentre riscosse negli anni successivi un grandissimo successo in Europa e soprattutto in Italia. La serie si compone di 58 episodi ed è stata trasmessa per la prima volta in Italia nel 1986 da Italia 1.
La trama ha per protagonista una giovane ragazza di campagna che quando si trasferisce a Tokyo inizia ad appassionarsi allo sport della pallavolo. Mila Hazuki – questo il suo nome – si dimostra una giocatrice di talento a scuola e comincia il percorso che la porterà a diventare una campionessa. Nella squadra della scuola incontra la ricevitrice Nami Hayase, di cui diventerà amica nonostante la rivalità sportiva. L’altro personaggio centrale nella storia è il capitano della squadra maschile di pallavolo, Shiro Tachiri, di cui Mila si innamora.
L’uomo Tigre
Uno degli anime sportivi più famosi è “L’uomo Tigre”, adattamento dell’omonimo manga. Del cartone sono state prodotte tre serie: la prima andò in onda nel lontano 1969 (fino al 1971), la seconda nel 1981 e la terza nel 2016.
La trama racconta le vicende di Naoto Date, un bambino rimasto orfano dopo la seconda guerra mondiale. Dopo aver visto delle tigri allo zoo, viene ispirato dalla forza degli animali e decide di voler diventare molto forte per combattere le ingiustizie e le discriminazioni che devono subire gli orfani come lui. Per questo lascia i suoi compagni e si unisce ad una associazione che addestra lottatori di wrestling, la Tana delle Tigri, che ha la sua sede sulle Alpi. Qui Naoto rimane dieci anni, in cui si sottopone ad allenamenti durissimi che lo faranno diventare un lottatore fortissimo: al termine della lunga preparazione, inizia a combattere negli Stati Uniti dove si fa notare per la sua forza.
Tornato in Giappone, viene meno al patto con la Tana delle Tigri, che prevedeva l’obbligo di versare per tutta la sua carriera la metà dei compensi all’associazione. Naoto decide invece di usare i suoi guadagni per aiutare l’orfanatrofio in cui è cresciuto e per questo dovrà subire la feroce persecuzione dei sicari della Tana delle Tigri che hanno ricevuto l’ordine di ucciderlo. L’Uomo Tigre lotterà così per sottrarsi a questa pericolosa organizzazione criminale.