Guida per principianti alla VR – Parte II – Il miglior visore VR

Come scelgo il miglior visore VR?

In questa seconda parte della nostra guida per principianti alla VR, ci occuperemo finalmente del visore giusto per la realtà virtuale. Se non avete già consultato la prima parte di questa guida vi consigliamo caldamente di farlo in quanto in questo articolo utilizzeremo dei termini la cui conoscenza è fondamentale e che potranno aiutarvi ad effettuare il vostro acquisto con maggiore consapevolezza.

In un mercato ancora così frammentato scegliere il miglior visore VR in base alle proprie esigenze ed aspettative potrebbe essere un’operazione davvero complicata. Tantissimi sono i produttori che hanno cominciato a offrire prodotti di questo tipo, a volte con ottimi risultati, altre volte invece … meglio non esprimerci. In questa guida cercheremo di dare una panoramica completa dei visori più interessanti dividendoli per fascia di prezzo, per poi darvi un giudizio personale sul miglior visore VR per singola fascia di prezzo.

Il miglior visore nella fascia di prezzo sub 300 euro

C’è molto poco da dire, se volete partire davvero con i piedi di piombo e cercate soltanto qualcosa per vedere video, qualche esperienza VR e farvi stuzzicare dalle possibilità della realtà virtuale, ma non avete intenzione di spendere molto, le vostre scelte non possono che concentrarsi sulle due opzioni che vedete di seguito. In entrambi i casi vi anticipiamo che avrete un’esperienza davvero limitata e il nostro consiglio è quello di mettere da parte una piccola somma in più e puntare direttamente ai visori della fascia di prezzo immediatamente superiore, quella del miglior visore vr sub 500 euro. In ogni caso, qualunque sia la vostra scelta, ecco le nostre prime scelte con i rispettivi pro e contro.

Oculus Go oppure Samsung Gear VR?

Oculus è la proposta entry level di Oculus per il mondo VR. Si tratta di un visore stand alone, in quanto non è necessario né un pc né uno smartphone per poterlo utilizzare. Ad un prezzo di circa 200 euro è sicuramente una soluzione più costosa rispetto al Samsung Gear VR di cui appresso, ma questo è vero solo a metà in quanto, come vedremo, Samsung Gear VR ha comunque bisogno di uno smartphone piuttosto avanzato e costoso per poter funzionare.  Oculus Go è equipaggiato con un processore Snapdrago 821, non proprio un fulmine di guerra, ma comunque più che sufficiente per molte applicazioni VR e di un solo controller semplice e molto intuitivo. E’ però un visore 3DOF, ovvero con tre gradi di profondità (leggi il nostro glossario della VR qui). Questo lo rende non particolarmente adatto per le esperienze VR più moderne che sono generalmente studiate per controller 6DOF e, sebbene si tratti di questioni puramente personali, spesso molti utenti hanno rilevato maggiori problemi di motion sickness con sistemi 3DOF che con sistemi 6DOF. Tuttavia, lo ripetiamo, se state pensando di utilizzare il visore solo per godervi film e video in VR allora Oculus Go fa pienamente al vostro caso in quanto la maggior parte dei video sono girati per il 3DOF.

Samsung Gear VR potrebbe rappresentare un’alternativa solo per chi già possiede uno smartphone recente e compatibile da utilizzare in abbinamento: l’ultimo Samsung Gear VR 2019 infatti, è compatibile con solo alcuni degli smartphone del produttore coreano e in particolare: S10e, S10, S10+, Note9, S9, S9+, Note8, Note FE, S8, S8+, S7, S7 edge, Note5, S6 edge+, S6, S6 edge, A9, A8(2018), A8+(2018), A8 Star). Inutile dirvi che migliore è la qualità dello schermo amoled del vostro cellulare, migliore la resa finale. Il Samsung GearVR è stato realizzato in collaborazione con Oculus, quindi molte delle tecnologie di Oculus Go sono state implementate anche in questo modello Samsung, tuttavia riteniamo che, salvo il caso citato sopra,  Oculus Go sia comunque una  migliore soluzione anche perchè cambiando cellulare con uno non compatibile, il Samsung Gear VR diventerà un bel soprammobile.

Il miglior visore VR nella fascia di prezzo sub 700 euro

E’ questa la fascia di prezzo dove dovrebbe concentrarsi il meglio del mercato in quanto appetibile ad una fascia di popolazione molto ampia, quella dei curiosi di questa tecnologia e quella dei giocatori abituali. Eppure la fascia più interessante del mercato è praticamente monopolizzata da Oculus, che con Rift S e Oculus Quest non ha praticamente rivali.

Oculus Quest    

Oculus Quest è sicuramente uno dei prodotti più interessanti presenti in questa lista. Prodotto di punta di Oculus, è anche il suo prodotto più venduto tant’è che dalla sua uscita nel 2019 è continuamente andato sold out praticamente ovunque. Il motivo è semplice, Oculus Quest non soltanto è un visore con tracciamento inside-out e standalone 6DoF, quindi dotato di un hardware interno – Snapdragon 835 e 4gb di ram, gli permettono di far girare giochi senza la necessità di un pc – ma grazie ad un recente aggiornamento rilasciato dal produttore, Oculus Link (Beta), è in grado di trasformarsi in un visore tethered,  che cioè funziona sfruttando la potenza computazionale del PC. In questo modo la versatilità è praticamente raddoppiata: potrete giocare senza fili e senza necessità di un PC a moltissimi ed interessanti giochi originali della libreria Quest in mobilità e, quando a casa, sfruttando un cavo e Oculus Link (Beta), potrete utilizzare tutta la libreria di Oculus o Steam VR. Oculus sta inoltre implementando su gran parte dei titoli il cross purchase, ovvero la possibilità di acquistare il titolo per una sola piattaforma, ad esempio Oculus Quest, e scaricare poi la versione per Rift dallo store Oculus.

Certo in modalità stand alone dovrete accettare qualche compromesso in termini di grafica, il Quest utilizza infatti hardware di un cellulare di qualche anno fa, ma l’ottimizzazione è molto buona e i risultati a volte sono decisamente sorprendenti.

Non tutti i cavi tuttavia funzionano per questa funzionalità Oculus Link, Oculus ne ha rilasciato uno ufficiale e molto costoso, ma anch’esso molto difficile da trovare, in una prossima guida, già in corso di pubblicazione troverete una lista di cavi da noi testati per il funzionamento con Oculus link Beta.

Ma non finisce qui perché grazie alla enorme comunità di sviluppatori le possibilità di Oculus Quest sono aumentate ulteriormente. Grazie a Virtual Desktop (qui la nostra guida all’installazione) potrete anche giocare in wireless ai giochi PC, rendendo ancora più interessante l’offerta di Oculus Quest. Quest è inoltre dotato di un regolatore di IPD manuale (come quello presente sulla prima versione di Rift e poi sostituito nel Rift S con uno digitale) e un ottimo schermo OLED con risoluzione di 1440 x 1600 per occhio (Il primo Oculus Rift aveva invece una risoluzione di 1080×1200 per occhio) e una frequenza di refresh a 72Hz.

I difetti principali di Oculus Quest sono due: non è molto comodo e la batteria dura davvero poco. Oculus Quest ha utilizzando un sistema di fissaggio sulla testa più economico rispetto a quello presente su Rift e Rift S e questo penalizza un po’ la comodità quando lo si indossa, anche perché  il peso del visore è molto sbilanciato in avanti facendolo spesso muovere dalla posizione corretta e obbligandovi a continui riposizionamenti.

La batteria inoltre dura non più di 2-3 ore se si utilizza il dispositivo in modalità stand alone, qualcosa in meno in modalità Wireless. In modalità Oculus Link, invece, se si utilizza un cavo ed una porta Usb 3.1 gen 2 è possibile caricare il dispositivo mentre lo si utilizza. Nonostante questi difetti, comunque, il fatto che sia uno dei visori VR più venduti ha fatto si che fiorisse un enorme mercato per gli accessori, alcuni di questi utili per migliorare gli appena citati difetti di Oculus Quest; nel prossimo articolo di questa guida, troverete quelli da noi selezionati per migliorare l’esperienza complessiva con il visore.

Oculus Rift S     

L’Oculus Rift S è il più recente tra i visori Oculus. È dotato di tracciamento inside-out con 5 telecamere, il che rende la configurazione iniziale più semplice rispetto a visori con sistemi di tracciamento esterno (per conoscere la differenza tra tracciamento interno ed esterno, date uno sguardo alla nostra guida) come il Valve Index. Inoltre questo lo rende più portatile rispetto appunto ad altri sistemi con tracciamento esterno perché non richiede di adattare una stanza all’utilizzo con la VR. Vi basterà un portatile sufficientemente potente (e di recente tantissimi sono i portatili adatti a questo scopo) e avrete la VR ovunque. Il Rift S utilizza uno schermo LCD di nuova generazione che offre una buona risoluzione (1280 x 1440 pixels per occhio, sistema Subpixel Rendering RGB e refresh rate 80 Hz) e una discreta qualità nei colori. Tuttavia, non essendo uno schermo OLED, come nel caso di Oculus Quest i  colori e soprattutto i neri saranno di una qualità inferiore. Per alcuni tuttavia, il vantaggio di un fattore di riempimento migliore e la maggiore nitidezza offerta dagli schermi LCD con sistema subpixel RGB, fanno passare in secondo piano l’aspetto dei colori.

Anche se i sistemi di tracciamento esterni di solito tracciano meglio i vostri controller e i vostri movimenti rispetto a quelli con tracciamento inside out, il Rift S si comporta benissimo anche nelle posizioni delle mani più difficili da individuare (vicino alla testa, dietro alle spalle) e con scarsa luminosità nella stanza. Non di altissima qualità sono gli altoparlanti integrati e il microfono, elementi questi che tuttavia possono essere sostituiti con cuffie e microfoni esterni. Il più grande svantaggio di Oculus Rift S tuttavia è rappresentato dall’assenza di un regolatore fisico dell’IPD (distanza interpupillare, ancora una volta se non avete letto la nostra guida ai termini più comuni della VR vi consigliamo di farlo cliccando qui). Rift S, anziché un selettore manuale che registringe o allarga la distanza tra le due lenti per adattarla a quella delle vostre pupille, utilizza un sistema digitale che funziona bene se il vostro IPD è vicino alla media di 58/72mm, ma se fuori da questi standard la vostra immagine potrebbe non essere mai nitida. Un piccolo consiglio sulla regolazione dell’IPD, se utilizzate delle lenti graduate o le avete utilizzate in passato, controllate sulla ricetta medica, l’IPD è sicuramente riportato.

I controller sono simili a quelli di Oculus Quest, quindi confortevoli e leggeri. A 399 euro, l’Oculus Rift S è il visore tethered sicuramente più conveniente attualmente sul mercato

Il miglior visore sopra i 700 euro

HTC VIVE Cosmos

HTC è stato il primo grande player dell’elettronica di consumo a credere nella VR e i primi HTC Vive hanno rappresentato, nel 2016 e nel 2018, quanto di meglio potesse offrire il mercato. Oggi con i nuovi prodotti Oculus e Valve, HTC è passata un po’ in secondo piano. La società comunque non ha abbandonato il settore e tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020 ha provato a rilanciarsi con la sua nuova gamma di visori VR per PC  Cosmos che include, HTC Vive Cosmos, Vive Cosmos Elite, Vive Cosmos XR e Vive Cosmos Play. Il primo presentato sul finire del 2019 ha fatto da apripista, il secondo invece rappresenta il meglio dell’offerta Cosmos mentre il terzo dovrebbe coprire il settore della realtà aumentata. Cosmos Play, infine, si concentrerà sul settore entry level. Si tratta di visori che condividono lo stesso hardware ma con una particolarità che li distingue da tutti gli altri: la modularità. Tutta la serie Cosmos ha infatti un faceplate removibile che vi permette di modificare radicalmente il vostro visore. Il primo di questi faceplate vi permette infatti di trasformare il Vive Cosmos originale in un visore con tracking esterno per migliorare la qualità del tracciamento e di utilizzare pertanto i controller del precedente HTC Vive Pro o quelli di Valve Index. Naturalmente avrete bisogno in questo caso di illuminatori. I faceplate saranno inoltre intercambiambili, quindi sarà possibile modificare un Elite in un headset con tracciamento inside out e viceversa oppure ad esempio acquistare il faceplate XR per utilizzare la realtà aumentata.

Il modello di partenza, come dicevamo,  è HTC VIVE Cosmos. Il Cosmos abbandona il sistema di tracciamento esterno del  Vive e del Vive Pro e grazie alla presenza di ben sei telecamere può essere utilizzato senza gli ingombranti illuminatori SteamVR 2.0. Per la verità al momento del lancio, il Cosmos aveva un pessimo tracciamento, decisamente indietro rispetto a Quest e Rift S, ma dai recenti aggiornamenti la situazione è migliorata parecchio anche se non siamo ancora ai livelli di Quest e Rift S che si migliorano continuamente. Acquistando il faceplate per l’external tracking, che ha un costo di 199 dollari, potrete utilizzare gli illuminatori del precedente Vive e Vive Pro oppure quelli di Valve Index.

Il Cosmos ha un bellissimo display ( risoluzione 1440 x 1700 pixels per occhio 2880 x 1700 pixels combinati e refresh Rate a 90 Hz) che lo rendono molto simile a Rift S, ma ha rispetto a questo un paio di vantaggi in più, ovvero la regolazione manuale dell’IPD e le cuffie integrate, oltre ad una generale ergonomia superiore a quella di tutti gli altri visori in questo speciale. Infine l’altro grande plus di HTC Vive Cosmos è il kit HTC VIVE Wireless che vi permette di collegare il visore al PC senza cavi per una comodità senza pari.

Il difetto principale di HTC Vive Cosmos è che, pur essendo un dispositivo estremamente versatile e completo, non eccelle in nessuna delle caratteristiche menzionate. I controller pur essendo migliorati rispetto ai vetusti paddoni della prima serie di Vive, sono ancora un passo indietro rispetto a quelli di Valve Index, così come il tracciamento. Il prezzo inoltre è molto alto, circa 800 euro senza nessun illuminatore esterno, mentre se si vuole sfruttare la possibilità di collegare il dispositivo in wireless occorre spendere altri 350 euro per acquistare il kit. Volete i controller di Valve Index? siate pronti a spendere altri 600 euro tra faceplate, illuminatori e controller.  Facendo due conti, a questo punto non sarebbe più conveniente puntare a Valve Index direttamente?

Pimax 5K+ 8K e 8kx

Pimax è un outsider, i suoi prodotti non sono sempre così user friendly rispetto agli altri citati in questa mega review e sono solitamente indirizzati ad una utenza tech savvy, quindi non ci dilungheremo molto su di essi, anche perché non avendone avuto un’esperienza diretta come con tutti gli altri, non potremmo darvi un giudizio imparziale. La caratteristica comune di tutti i visori Pimax è quella di avere una risoluzione piuttosto alta rispetto a quella degli altri dispositivi in questa lista e soprattutto un FOV, un campo visivo, che non ha paragoni (ancora una volta, un salto al nostro glossario potrebbe tornarvi utile). Un campo visivo ampio è fondamentale per rendere l’esperienza ancora più immersiva. Non dimentichiamo infatti che il campo visivo umano è generalmente intorno ai 220° mentre quello dei visori, sebbene influenzato dalla distanza del visore dai vostri occhi, che a sua volta è un fattore soggettivo dipendente dalla conformazione del viso e dal rivestimento di schiuma che utilizzate (più spesso è il rivestimento maggiore sarà la distanza dello schermo dai vostri occhi e quindi, minore il FOV), può essere agevolmente riassunto nell’immagine di fianco

Se quindi la maggior parte dei visori si ferma a 130°, Pimax va ben oltre questo valore arrivando fino ai 170° per il Pimax 5K e ben 200° per il Pimax 8KX. Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica. L’altra faccia della medaglia infatti è che con un così ampio angolo visuale è impossibile evitare distorsioni delle immagini dovute alle lenti, ai bordi più estremi . Se vi intendete un minimo di fotografia saprete che più le lenti sono grandangolari, più l’immagine per forza di cose sarà distorta. Questo potrebbe essere un problema per quei giochi nei quali bisogna muovere lo sguardo a destra e a sinistra (pensate ad un FPS) ma invece è un fattore del tutto trascurabile quando si utilizzano titoli simulativi come un simulatore di corse tipo Assetto corsa o simulatori di volo, dove lo sguardo è quasi sempre fisso nella parte centrale della lente (dove non c’è distorsione) e un maggiore campo visivo consente di avere una maggiore immersività. I dispositivi Pimax inoltre sono anche quelli con una risoluzione maggiore, il che richiede una enorme potenza di calcolo del vostro PC. Pensate che il  Pimax 8KX, il top di gamma della compagnia, presenta due pannelli da 4k ciascuno con una frequenza di aggiornamento massimo a 90hz, decisamente tanti anche per la vostra 2080ti. Pimax infine utilizza il sistema di tracciamento e i controller di Valve Index e funziona con la libreria SteamVR.

Pimax 8Kx
Valve Index, dulcis in fundo.

Rilasciato nel 2019 e subito accolto con incredibile favore da pubblico e critica, Valve Index è al momento il visore VR per pc più avanzato sul mercato, e anche il più caro.

Si tratta di un visore tethered, che richiede cioè la presenza di un PC per funzionare, e a tracciamento esterno, ovvero il tracking è effettuato grazie a due “illuminatori” SteamVR 2.0. In maniera simile agli HTC Vive, Valve index dispone di un sistema audio Over Ear o meglio, Off-Ear, nel quale cioè i due driver non si appoggiano al padiglione auricolare ma vi si accostano soltanto. In questo modo è possibile offrire un’ottima qualità audio grazie ai due driver da 37,5mm e allo stesso tempo evitare il surriscaldamento delle orecchie dopo diverse ore di utilizzo. I punti forti di Valve Index sono da rintracciarsi però nei display utilizzati e nei controllers. La compagnia ha scelto di utilizzare LCD anziché la tecnologia Oled e ciò innanzitutto perché questo ha permesso di sfruttare moderni display con risoluzione 1440×1600 con il 50% in più di subpixel rispetto agli OLED. Il visore offre quindi una maggiore chiarezza visiva allo stesso costo di rendering. Inoltre, la velocità di riempimento tre volte superiore agli OLED (se volete saperne di più sui subpixel fate un salto qui) riduce notevolmente l’effetto “screen door” o effetto zanzariera.

I due schermi LCD RGB raggiungono una frequenza di 120 Hz con retrocompatibilità totale a 90 Hz e una modalità sperimentale a 144 Hz. Un frame rate più elevato aumenta il realismo e il comfort visivo, superando il motion sickness spesso determinato da un refresh rate non adeguato o incostante. Gli schermi utilizzati nel Valve Index inoltre, hanno una persistenza estremamente ridotta con un periodo di illuminazione ridotto che varia da 0,330 a 0,530 ms in base al frame rate. In questo modo, quando si muove la testa, le immagini rimangono nitide esattamente come quando si è immobili. Si tratta di un miglioramento di cinque volte maggiore rispetto alla prima generazione di visori VR per PC. Anche il FOV è sorprendente e di media si aggira intorno ai 130°, ma Valve permette anche di avvicinare o allontanare le lenti in modo da avere un ulteriore miglioramento in questo senso.

L’altro grande vantaggio di Valve Index rispetto a tutti gli altri visori presenti in questa guida, sono i controller. Al momento si tratta dei dispositivi più avanzati in circolazione. Grazie ai nuovi illuminatori Steam VR 2.0 il tracking è preciso in qualsiasi situazione anche nelle situazioni più complicate, come movimenti estremamente veloci o scarsa illuminazione. Sono inoltre estremamente comodi da utilizzare grazie ad un supporto esterno che avvolgendosi attorno al dorso della mano, permette anche di lasciare la presa senza che questi cadano. Questa soluzione unita al controllo touch sull’impugnatura che serve a fornire indicazioni sul controllo delle altre dita fornisce un ulteriore grado di immersività perchè vi consente di dimenticarvi del pad e di interfacciarvi con gli oggetti virtuali proprio come se si trattasse di oggetti reali, quindi afferrandoli serrando le dita, anzichè premendo un pulsante. Gli altri controller infatti sono in grado di tracciare le dita della mano solo quando si preme un pulsante sul controller o si muove lo stick analogico. I controller Valve, invece, tracciano il movimento di tutte le dita anche quando queste sono solo appoggiate o si distaccano dall’impugnatura. Sebbene Oculus abbia introdotto recentemente su Oculus Quest il tracciamento delle mani anche senza controller, siamo ben lontani dal grado di precisione dei controller di Valve Index.

Non ci sono solo pregi tuttavia. I difetti di Valve Index riguardano innanzitutto il prezzo. Valve Index insieme al Pimax 8K è il visore più costoso preso in considerazione, con un prezzo di 1079 euro per il kit completo che include il visore, due illuminatori e due controllers. Valve permette di acquistare anche solo il visore e poi procedere con l’acquisto separato di illuminatori e controllers, essendo il Valve Index compatibile anche con gli illuminatori di HTC Vive (illuminatori Steam VR 1.0), ma se si vuole una esperienza completa e definitiva, il kit è imprescindibile. Inoltre un display così avanzato per risoluzione e refresh rate, richiede un PC davvero potente: mettete in conto almeno una 2080ti ed in alcuni casi, questo potrebbe addirittura non essere sufficiente.

Conclusioni: qual è il miglior visore VR? 

Lo abbiamo detto più volte, questo è l’anno della VR: sul mercato sono arrivate esperienze e giochi che hanno segnato un balzo in avanti straordinario di questa tecnologia. Ci riferiamo ad esempio ad Half Life Alyx (tra i giochi con una media voto più alta di sempre), a Lone Echo che propone una esperienza incredibilmente affascinante di viaggio nello spazio, o Asgard Wraith un vero e proprio RPG in VR. Questi titoli (qui trovate una nostra guida ai migliori giochi per VR) hanno  fatto sì che l’alone di “fuffa” che girava intorno a questa tecnologia (in maniera simile a quanto avvenuto con il 3D al cinema e nei film) si disperdesse e le reali  potenzialità della VR venissero fuori. E’ soprattutto però grazie alle evoluzioni tecnologiche dei visori che questa tecnologia sta migliorando di giorno in giorno. E allora quale scegliere?

Saremo categorici, se state cercando il meglio in assoluto, non avete alcuna remora in fatto di prezzo di ingresso e soprattutto disponete di un PC già avanzato o contate di acquistarne uno, non possiamo che consigliarvi il Valve Index. Per tutti gli altri invece il consiglio è uno solo  Oculus Quest, ad oggi il miglior visore qualità prezzo, il più versatile e quello con una libreria più vasta. Con Oculus Quest non potete sbagliare.

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Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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