I suoni che ci sono mancati durante la pandemia

La pandemia da cui faticosamente stiamo provando ad uscire, ci ha portato via tante cose, oltre naturalmente in alcuni casi, all’affetto dei nostri cari. Tra le cose “meno importanti” tuttavia, ce ne sono alcune che un tempo ci sembravano normali e che ora non lo sono più.

Jabra, la compagnia danese specializzata in soluzioni audio professionali e consumer, attraverso una ricerca condotta da Censuswide in dieci nazioni, Italia compresa – ha indagato sui suoni che più suscitano nostalgia. E le risposte degli intervistati sono, in alcuni casi, decisamente sorprendenti.

I primi cinque suoni che più sono mancati agli intervistati sono:

  1. La musica live dei concerti – 65%
  2. Spruzzi d’acqua e risate intorno a una piscina – 60%
  3. Rumori di posate in una cena al ristorante – 58%
  4. Gli applausi dei teatri – 56%
  5. Il tipico rumore dei bar e dei pub – 53%

Nonostante alcuni dei risultati siano alquanto condivisibili, soprattutto per quanto riguarda quelli collegati alla musica e allo spettacolo in generale, non possiamo dimenticare che la pandemia ci ha consentito anche di riscoprire i suoni della natura (come magnificamente dimostrato nel documentario AppleTV+ “The Year Earth Changed) ma anche quelli di una città completamente deserta, ed in un certo senso di entrare in sintonia con essa riscoprendone la bellezza che avevamo forse dimenticato. Senza contare che poi sono proprio alcuni di questi suoni che ci mancano di più quelli da cui, in tempi normali, proviamo ad isolarci, anche grazie alle splendide soluzioni di cancellazione attiva del rumore di Jabra. Ma del resto si sa, si desidera sempre ciò che non si ha.

Se volete saperne di più su tutti i suoni che ci sono mancati durante la pandemia, vi consigliamo, quindi, di leggere il comunicato che segue.

I suoni che più sono mancati durante la pandemia: al top della nostalgia la musica e concerti

  • Una ricerca di Jabra, condotta da Censuswide in dieci nazioni, rivela quali sono i suoni che più sono mancati alla gente durante il lungo lockdown
  • La maggior parte degli intervistati ha sentito maggiormente la mancanza della musica dal vivo dei concerti (65%)
  • Le palestre hanno ottenuto il punteggio più basso nella ricerca, con solo il 31% dei partecipanti che ha dichiarato di aver sentito la mancanza del “suono” degli sforzi fisici
  • La vera ancora di salvezza durante la pandemia è stata la musica: il 49% del campione ha dichiarato di ascoltare più musica ora che prima dello scoppio del Covid
  • Anche i dati italiani testimoniano il ruolo centrale avuto dalla musica; si segnala in particolare l’incremento dell’ascolto della radio
  • Il campione italiano rivela anche il desiderio di tornare a sentire i tipici suoni/rumori dei ristoranti e dei teatri

Milano, 14 giugno 2021 – A più di un anno dall’esplosione della pandemia, molte cose che prima erano normali ora sembrano un lontano ricordo. Per scoprire cosa oggi desideriamo di più, per quanto concerne il suo settore di riferimento, Jabra – attraverso una ricerca condotta da Censuswide in dieci nazioni, Italia compresa – ha indagato sui suoni che più suscitano nostalgia. E le risposte degli intervistati indicano “desideri” riguardo a situazioni semplici. Le prime cinque sono:

  • La musica live dei concerti – 65%
  • Spruzzi d’acqua e risate intorno a una piscina – 60%
  • Rumori di posate in una cena al ristorante – 58%
  • Gli applausi dei teatri – 56%
  • Il tipico rumore dei bar e dei pub – 53%

Sorprendentemente (o no?), i rumori associati alla palestra non si sono classificati nelle prime posizioni, suggerendo che la pandemia ha fornito una pausa gradita dai suoni da “sforzo” associati all’allenamento. Solo il 31% dei partecipanti ha detto di sentire la loro mancanza, con gli inglesi particolarmente contrari, laddove solo il 20% ha perlomeno fretta di tornare alle lezioni di High Intensity Interval Training, vale a dire il metodo di allenamento cardiofitness.

Il patrimonio musicale europeo sembra aver influenzato le preferenze; con la musica di un concerto che manca a più di tre quarti degli italiani (77%), percentuale seguita da vicino dal 73% degli spagnoli e dal 68% dei tedeschi. In effetti, la ricerca ha scoperto che la musica è il suono che è mancato di più in tutto il mondo, con l’eccezione degli Stati Uniti. Invece, gli americani hanno messo il suono degli spruzzi d’acqua e delle risate in piscina in cima alla lista (74%).

Musica come “ancora di salvezza” durante la pandemia

Quasi la metà degli intervistati (49%) ha dichiarato di aver aumentato l’ascolto della musica dall’inizio della pandemia. Gli Stati Uniti guidano questa classifica: coloro che hanno dichiarato di aver incrementato l’ascolto dei propri artisti preferiti si attestano al 59%; a brevissima distanza seguono l’Italia e la Spagna (58% per entrambe).

I dati italiani

Riguardo alla musica, il focus sull’Italia ha fornito interessanti spunti, per le varie voci che compongono il campione degli intervistati (genere, età e provenienza geografica). Il 27% degli uomini del campione ha dichiarato di avere aumentato, dall’inizio della pandemia, l’ascolto dei Podcast (26,13% le donne). Tra questi la fascia di età che più ha contribuito all’incremento è quella dai 16 ai 24 anni (36,36%).

Esponenziale per l’Italia anche la crescita della fruizione della radio: il 41,30% per gli uomini, il 40,28% per le donne, con la fascia di età 25-34 a guidare il range (46,50%). La regione che ha visto maggiormente aumentare l’ascolto della radio è la Liguria (60.87% del campione). Più contenuti i dati relativi agli Audio books: la percentuale degli uomini che ne ha aumentato l’ascolto è del 17,98%, e del 19.25% quella delle donne. 

La musica live manca “molto” al 45,71% del campione (“abbastanza” al 31,33%). Per il massimo grado di nostalgia prevalgono le donne (49,71% contro il 41,70%) e per tutte le fasce che vanno dai 16 ai 54 anni la percentuale ha una media per la voce “molto” che sfiora il 50%.

Il desiderio di semplicità

L’anno trascorso è stato particolarmente drammatico e difficile, ma ha consentito alla maggior parte delle persone di sviluppare un vero apprezzamento per le piccole cose della vita; e questo si riflette in alcuni dei suoni che più sono mancati. Non sorprende che le “melodie” della spiaggia e del mare siano ai primi posti, oltre a quelli correlati alla vita notturna e al tifo della folla agli eventi sportivi. È interessante notare che i suoni che prima sarebbero passati inosservati, oggi sembrano essere desiderati, compresi quelli dei bambini che giocano nei cortili delle scuole, del rumore del traffico e delle strade congestionate.

Anche in questo caso è interessante il focus della ricerca sull’Italia. Vediamo le principali percentuali divise per “voci” per una serie di suoni.

Rumore di posate e commensali che chiacchierano in un ristorante

Questo suono manca “molto” al 27,09% degli intervistati, “abbastanza” al 33,99 %, “non molto” al 25,91%, “per nulla” all’11,53%. Con un’equa distribuzione tra i sessi. 

La fascia di età che più coltiva questa nostalgia è quella 25-34 (32,51%), seguita dai 45-54enni (30,35%). All’Umbria, con il 42,86%, va il podio delle regioni per la voce “molto”.

I tipici suoni dell’aeroporto (come l’annuncio delle aperture dei gate per l’imbarco)

Questi suoni mancano “molto” al 29,36%, “abbastanza” al 27,59%, “non molto” al 23,35%, “per nulla” al 14,88%. In questo caso il campione delle donne prevale con il 33,79% (24,90% per gli uomini).

La fascia di età che prevale è anche in questo caso quella 25-34 (35,80%), con a ruota quella dei 16-24enni (33,84%). La nostalgia per i suoni dell’aeroporto è particolarmente sentita nella regione Calabria (47.50%).

Rumori da bar/pub (conversazioni, musica ad alto volume, ecc.)

In questo caso prevale nettamente la voce “abbastanza” (37,14%), con equa distribuzione fra le altre. E per la stessa voce, le donne prevalgono sugli uomini (39,10% contro il 35,18%).

Bar e pub mancano “abbastanza” nella fascia di età 45-54 (39,80%) e in particolare tra gli abitanti della regione Umbria (57,14%).

I suoni degli sforzi fisici in palestra

Anche in questo caso prevale in generale la voce “abbastanza” (28,08%), mentre, un po’ a sorpresa, il grado di nostalgia è più evidente tra gli uomini, sia pure di poco: il 18,18% per la voce “molto” (contro il 15,91% delle donne), e il 28,66% per la voce “abbastanza” (contro il 27,50%).

La palestra manca “molto” alla fascia di età 25-34 (22,22%). Tra le regioni non si registrano picchi particolari per questo tipo di suoni.

Gli applausi alla fine di uno spettacolo teatrale

La percentuale degli appassionati che ha dichiarato che il teatro manca “molto” è del 35,37% (34,48% “abbastanza”). Il massimo grado di nostalgia è appannaggio delle donne (ben il 40,08% contro il 30,63% degli uomini).  E i riti e i suoni del teatro mancano “molto” nella fascia d’età 25-34 (39,92%)

Il desiderio di tranquillità

Più in generale, per tutti i Paesi sondati, la mancanza d’interazione sociale è emersa anche attraverso i risultati della ricerca, con gli intervistati che sentono la mancanza delle voci della vita “reale” (familiari e amici), della melodia del classico ‘Happy Birthday’, o della semplice richiesta di ricevere un abbraccio.  

“Le nostre vite sono cambiate rapidamente quando la pandemia ci ha colpito. E oggi, dopo più di un anno, le persone riflettono su questi cambiamenti”, commenta Claus Fonnesbech, Senior Director di Jabra. “Il suono gioca un ruolo più importante nella vita quotidiana delle persone. Più di quanto molti possano pensare. E questa ricerca dimostra che i suoni che prima potevano sembrare banali o passare inosservati, ora vengono appositamente ricercati”.

La musica continuerà a svolgere un ruolo cruciale nella nostra vita, ma la ricerca ha evidenziato anche il desiderio di vivere momenti e situazioni molto rilassanti: il 33% degli intervistati ha dichiarato che – rispetto a prima – preferirà luoghi più tranquilli da visitare una volta che l’emergenza pandemica sarà finita, rispetto al 24% che continuerà a preferire location rumorose. Tra i primi, più della metà (55%) ha dichiarato di aver imparato ad amare i propri spazi, e il 43% di essersi abituato alla situazione attuale.

Tra coloro che continueranno a preferire i luoghi rumorosi, il 73% ha dichiarato che il desiderio è quello di tornare al “normale” trambusto della vita, e le donne (76%) lo desiderano più degli uomini (70%).

Metodologia ricerca

Condotta da Censuswide, questa ricerca si è svolta nell’aprile 2021 con risposte da un totale di oltre 12.000 partecipanti in 10 paesi del mondo: Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Spagna, Germania, Paesi Bassi, Francia, Italia, Svezia e Danimarca.

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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