Il Re: Luca Zingaretti al di sopra della legge nel primo prison drama firmato Sky Original

Da Prison Break a Orange is the new black, passando per Oz e per Vis a Vis: di certo le serie tv ambientate in carcere hanno dimostrato in questi anni di saper incuriosire e intrattenere il pubblico. Per questo è già iniziato un certo fermento intorno all’uscita, a marzo, del primo prison drama targato Sky Original, peraltro tutto italiano.

Il titolo è “Il Re”, e il sovrano assoluto designato è Bruno Testori, il direttore del carcere di San Michele, che già dai teaser mostra una personalissima e astrusa idea di giustizia. A interpretare questo controverso personaggio è Luca Zingaretti, che si è così ritrovato nei panni di un protagonista molto differente da quelli che è solito portare sullo schermo. All’interno del suo carcere di frontiera le leggi ufficiali vengono infatti sostituite dalla sua stessa persona, che decide tra bene e male, tra spietatezza e magnanimità.

La serie, una produzione televisiva Sky Studios con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, si articola in 8 episodi. La direzione è stata affidata a Giuseppe Gagliardi, che conta all’attivo la regia delle serie tv 1992,1993 e 1994, nonché di Non uccidere. A contraddistinguere lo Gagliardi è da sempre uno stile secco, che accompagna una profonda analisi psicologica dei personaggi.

Luca Zingaretti è "Il re"
Luca Zingaretti è “Il re” nella prima prison drama tutta italiana targata Sky Cinema

Il cast, oltre che da Zingaretti, è arricchito da Isabella Ragonese (già vista per esempio in Lei mi parla ancora e in Rocco Schiavone) nelle vesti di un’agente della polizia carceraria, da Anna Bonaiuto (Loro, Mio fratello è figlio unico) nei panni di un pubblico ministero impegnato in un’indagine su Testori, da Barbora Bobulova (Scialla!, Cuore sacro) che interpreta la ex moglie del direttore, e infine da Giorgio Colangeli (Il divo, Speravo de morì prima), nel ruolo dell’amico nonché collaboratore stretto di Testori.

Nel teaser trailer della serie Sky, mentre sullo sfondo scorrono cupe e crude immagini dal carcere, la voce di Zingaretti racconta «mio padre diceva sempre che di fronte alla morte bisogna rimanere in silenzio, per darci il tempo di pensare. E in questo il carcere assomiglia alla morte, il tempo per pensare non manca. E così noi, che il carcere lo abitiamo, le cose che fuori ci sembrano sfuggenti, incomprensibili, a poco a poco ci appaiono chiare, anzi chiarissime».

Ecco che allora il direttore Testori, a partire dalla consapevolezza che dietro a ogni detenuto si trova una storia unica, una vita deragliata, agisce seguendo i pilastri della propria etica personale, lasciando in disparte leggi e codici di procedura penale. 

Tra le pareti del carcere di San Michele, il controllo di Testori è assoluto e senza confini; all’infuori di quelle stesse mura, però, la vita del direttore sta andando a rotoli, ed è forse questo a motivare la tenacia con cui il protagonista affronta la propria missione, seppur con un approccio quanto meno discutibile. Da questa situazione iniziale prende il via il prison drama Sky, con un susseguirsi di eventi che mette in bilico il regno fino a quel momento incontrastato del direttore. Anzi, del re.

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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