Un’edizione da non dimenticare!
4news.it come di consueto si è presentata alla fiera italiana più grande in tema videoludico. Quest’anno situata per la prima volta a Rho-Fiera, Milan Games Week non ha perduto la sua affluenza e l’entusiasmo di oltre 148.000 visitatori. Caratterizzata dai consueti ampi spazi tecnologici, la fiera va di pari passo con l’andamento del mercato videoludico, in costante crescita.
Novità assoluta di questa edizione è stata la PG Arena, nuovo spazio dedicato agli eSports, che ha ospitato più di 900 spettatori per match. Teatro di otto finalissime di tornei internazionali e nazionali, tra cui Intesa Sanpaolo e-Football Cup, torneo approdato nell’Arena dopo una fase eliminatoria on line ed eliminatorie disputate in tutta Italia all’interno di 8 filiali della Banca, partner istituzionale di Milan Games Week.
Ad inaugurare la fiera è stato Tim Schafer, Presidente e CEO di Double Fine. Quest’ultimo è stato intervistato in merito alla sua carriera, raccontandoci come partendo da Project Leader in LucasArts, ha in seguito contribuito tra gli altri progetti alla realizzazione di Day of the Tentacle e dato il suo supporto come sceneggiatore su The Secret of Monkey Island. Una volta datoci il benvenuto, non resta che congedarci da lui ed entrare. Ecco i titoli che ci hanno colpito di più.
A volte ritornano.
Non sono mancate le più grandi aziende sviluppatrici di videogiochi al mondo, venditrici ogni anno di milioni di copie e in grado di muovere quantità enormi di soldi. Tra le tante, i francesi di Ubisoft, di cui abbiamo provato l’attesissimo Assassin’s Creed Origins.
Dopo essere passati dalla terra santa all’Italia rinascimentale, dalla guerra d’indipendenza americana alla rivoluzione francese, fino all’epoca vittoriana, quest’anno verremo catapultati nell’Antico Egitto. L’uscita del gioco, che avverrà il 27 ottobre in tutto il mondo, è ormai imminente, infatti si è già detto molto di questo titolo. Per questo parleremo solo di quanto provato alla fiera.
La console testata è l’Xbox One X, joystick alla mano non ci si può che soffermare ad osservare ciò che ci circonda: “è enorme e bellissimo” viene da esclamare immediatamente. L’aspetto grafico infatti non è da trascurare nemmeno questa volta, e oltre al vasto open world, sono i dettagli a fare la differenza. La velocità e i tempi di calcolo delle aree sono pressoché immediati, la cura delle texture e dei modelli non lasciamo spazio a dubbi ed evidenziano l’obiettivo a cui il direttore del gioco, Ashraf Ismail, ha dichiarato di voler arrivare: soddisfare tutti i giocatori delusi dagli ultimi Assassin’s Creed.
Quindici minuti di demo purtroppo non sono molti, quindi abbiamo lasciato perdere la missione consigliata. Questo ci ha permesso di correre in un mondo vivo e colorato, tuffarci nelle acque calde del Nilo e osservarne le profondità, arrampicarci sulle dure rocce di qualche collina. Scoprendo che dietro ogni albero, roccia o canneto, si possono nascondere delle sorprese. Purtroppo anche pericolose, come coccodrilli o enormi ippopotami. Queste temibili creature, tali e quali alla realtà sia graficamente che nei movimenti, non hanno esitato ad attaccarci, permettendoci di scoprire il nuovo sistema di combattimento. L’approccio è positivo, lo scambio tra le armi a distanza e quelle corpo a corpo è immediato e intuitivo, ciò ci ha permesso di affrontare lo scontro in modo dinamico e gestito in base alle necessità.
Lo stesso è valso in un combattimento con un paio di soldati egiziani a guardia di un prigioniero. Sebbene in questo caso si è avuta l’occasione di utilizzare un approccio più diretto, con un insieme di schivate e attacchi, sempre diversi e con molta più libertà di azione rispetto agli anni precedenti.
Immancabile qualche nota negativa. Infatti se da una parte abbiamo a che fare con un gioco tripla A, bello e divertente, dall’altra si ha che fare con sempre i soliti problemucci, come i momenti in cui i soggetti in gioco si bloccano difronte a muri invisibili, o peggio veder sprofondare il proprio Bayek in un buco nero mentre è intento a nuotare. Ma ci dicono che si tratta di un’Alpha. Quindi li perdoniamo.
Proseguendo nel nostro tour, circondati da ragazzi e ragazze di ogni età, musica e applausi, ci imbattiamo in una lunga e apparentemente infinita coda e seguendola fino alla cima capiamo che non può che trattarsi dello stand Activision.
Ad attirare l’attenzione è Call Of Duty WWII. Come ormai annunciato da tempo è infatti la seconda guerra mondiale il nuovo tema dello sparatutto dei record, che come mai prima d’ora deve dimostrare di essere ancora il migliore sulla piazza.
La mappa provata è Point du Hoc, in una sfida 6vs6 deathmatch a squadre. Fin da subito è piacevole osservare come la scelta delle armi sia essenziale in uno scontro come quello affrontato. Tra case diroccate e spazi stretti sono infatti inutili i fucili dalla lunga distanza, contro i più versatili shotgun o mitragliatrici leggere. Il combattimento diventa quindi più “fisico”, veloce e pieno di adrenalina. “Il solito COD” direte voi, invece no. Rispetto al passato abbiamo la presenza di punti di difesa ben studiati, che ci permettono di coprire vaste aree a favore del nostro team, l’assenza di scudi e l’impatto dei proiettili direttamente sulla nostra carne, le armi storiche del secondo conflitto mondiale, l’assenza di doppi salti e jetpack. Insomma si tratta di qualcosa di nuovo, ma che vuole riprendere il passato glorioso della saga. Non ci resta che attendere però la sua uscita per provare tutte le mappe e le modalità, specialmente per la modalità campagna, solo allora scopriremo se Call of Duty si è riscattato nei confronti degli utenti.
Passiamo da uno sparatutto multigiocatore all’altro, Star Wars Battlefront II. Il precedente titolo prettamente online, ha fatto storcere il naso ai vecchi appassionati della saga spaziale, che nel lontano 2004 si scontravano sui campi di battaglia ricreati su Playstation 2. Quest’anno Electronic Arts ha valuto ascoltare i suoi affezionati clienti e oltre a migliorare il comparto online con classi personalizzabili e nuovi eroi come Yoda e Darth Maul, ha fornito una campagna per giocatore singolo. Purtroppo non è quest’ultima modalità ad essere provata, ma le spettacolari battaglie spaziali.
Scelto infatti il veicolo, tra caccia, caccia-bombardieri e bombardieri, veniamo catapultati sopra il pianeta Coruscant. L’obiettivo è distruggere i reattori presenti nei vari nuclei della struttura spaziale nemica, e nel contempo eliminare quanti più nemici possibili. I giocatori presenti sono 24, 12 dalla parte dell’Impero e gli altri naturalmente dalla parte dei ribelli.
Il sonoro e l’impatto grafico è impressionante. Mentre ad alta velocità inseguiamo gli Ala-X a bordo del nostro TIE è inevitabile non notare l’incredibile accuratezza e fedeltà nel dettaglio. Non ci pentiamo nel dire che poco si differenzia dall’immersione e credibilità creata nelle migliori scene delle trilogie cinematografiche. Ma ora non è Anakyn Skywalker al comando, siamo direttamente noi.
Presa confidenza con i comandi direzionali del velivolo, che non risultano inizialmente semplici da approcciare, abbiamo a che fare con un gameplay fluido e divertente. Prende il meglio dal titolo precedente con la semplicità nella gestione delle armi e una gestione dei combattimenti abbastanza arcade, senza però esagerare, dandoci la netta sensazione di avere il completo possesso del mezzo e allo stesso tempo la consapevolezza che sbagliando una virata o surriscaldando i cannoni laser rischiamo di essere disintegrati.
Cambiamo ora totalmente genere con Detroit Become Human, provato anch’esso come Star Wars Battlefront 2, all’interno dello stand Sony Playstation. La sessione di gioco testata è la stessa presentata all’E3 2017, e come a Los Angeles abbiamo vestito i panni di un androide, il quale apparente compito è sventare il rapimento di una bambina che ha appena visto uccidere suo padre proprio dal cyborg. L’area del crimine è ricreata in modo maniacale, è nostro compito trovare più indizi possibili per aumentare le nostre possibilità di successo. La musica e il passare del tempo crea un costante crescendo di tensione, fino a quando siamo costretti ad interagire direttamente con il rapitore, pericolosamente posizionato sul cornicione del tetto del palazzo, minaccioso e con in braccio la bambina. Inizia quindi la trattativa, sotto la pioggia incensante e la luce del faro dell’elicottero della polizia. Ogni parola, ogni frase e ogni movimento può fare la differenza tra la vita e la morte. Nella nostra prova siamo noi a cadere dal tetto insieme al rapitore, salvando però la bambina, sappiamo però che gestendo diversamente la situazione le cose sarebbero andate in modo completamente differente, in meglio o in peggio.
Infine passiamo all’atteso Kingdom Come: Deliverance, titolo targato Warhorse, originariamente annunciato nel 2015 e previsto su PC, Playstation 4 e Xbox One. Teniamo a precisarlo perché si ha a che fare con un gioco a nostro avviso nuovo almeno per quanto riguarda il mondo console. Si tratta infatti di un Action RPG ambientato nella Boemia dei primi anni del 1400, che, rispetto ai titoli di cui siamo normalmente abituati, si avvicina più a una simulazione, Preso possesso dei comandi a seguito di un piccolo video introduttivo, ci troviamo nei panni di un giovane ragazzo, acerbo di conoscenze sociali e militari. E’ nostro padre ad invitarci a compiere i primi passi nel gioco, chiedendoci di recuperare del denaro da un compaesano a cui è stato venduto del materiale a credito. Sfortuna vuole che il cattivo pagatore non ha alcuna intenzione di accontentarci, da qui nasce una piccola rissa, da cui usciamo vincitori grazie ai nostri pugni.
Proseguendo incontriamo un maestro di spada, che ci insegna i fondamentali del combattimento. Il titolo propone un combat system basato su cinque tipi di fendente e due affondi, più relative combo da concatenare attraverso la combinazione di questi attacchi. Nessun combattimento frenetico o attacchi potenziati, Kingdom Come: Deliverance è simulativo anche sotto questo aspetto e per uscire vittoriosi dai duelli è necessario studiare ogni movimento dell’avversario, approfittando del giusto momento.
Graficamente il gioco dà il meglio di se nell’accuratezza storica del paesaggio e dei personaggi, mentre pecca in alcuni dettagli, come la profondità di campo e il caricamento delle texture durante i movimenti veloci della telecamera.
Oltre i giochi citati abbiamo avuto occasione di provare World Rally Championship 7, seduti su un simulatore dinamico che ci ha permesso di assaporare l’emozione di guidare un bolide a 200 Km/h tra le montagne, e allo stesso tempo il terrore di un dosso preso a troppa velocità. Davanti a noi tre schermi che ci hanno permesso di apprezzarne la qualità grafica.
Immancabili le aziende produttrici di prodotti di elettronica, componenti e accessori del mondo dei videogame.
Samsung, partner quest’anno di Xbox e AK Informatica ha fornito per i loro stand i Curved Gaming Monitor ideati per ottimizzare e arricchire l’esperienza di gioco. Tra questi il nuovo monitor curvo CHG70 da 27”, che si distingue per un design pulito e una risoluzione WQHD, che uniti a una curvatura di 1800R immerge completamente il giocatore nella sessione di gioco. Basato sulla tecnologia Quantum Dot, il monitor è dotato di supporto HDR e un tempo di risposta da 1 Ms, garantendo ricchezza cromatica e una maggiore gamma di livelli di luminosità. Come altre aziende anche Samsung ha investito negli eSport, che ha portato alla fiera il suo team, i MorningStars, accompagnato dal team manager Davide “Crirawin” Scavo e dal coach Edoardo “edOzz” Pahle.
Un’altra azienda che ha puntato molto sugli eSport è MSI, sempre più in crescita in Italia e nel mondo. La casa di produzione informatica taiwanese ha infatti evidenziato durante la sua conferenza la volontà di valorizzare il loro nuovo marchio TGL (True Gamers League). Si tratta di una lega creata in collaborazione con Personal Gamer per unire la community di videogiocatori professionistici, rendendo questo hobby videoludico un vero e proprio sport. Ne deriva la creazione di team seguiti da coach di grande livello, che non insegnano solo come giocare al meglio o i segreti dei videogame.
Ma anche come comportarsi nei confronti di un avversario fuori dal gioco, le regole da seguire, il percorso per diventare i migliori al mondo. La strada è lunga, ma solo all’inizio, nel frattempo sono state create in tutta Italia le cosiddette “sale LAN”, punti di ritrovo dove competere e gareggiare. Immancabile per MSI la presentazione dei nuovi componenti, di cui ancora non possiamo parlare, insieme all’anteprima dei nuovi notebook e desktop, incredibilmente innovativi dal punto di vista hardware e software. La promessa è la possibilità per ogni giocatore di trovare l’assetto preciso per la propria esperienza videoludica.
Anche Asus, al quale stand spicca una Yamaha R6, ha permesso ai visitatori di provare e vedere un nuovo catalogo di prodotti. Punto forte dell’allestimento è la nutrita selezione di PC assemblati “Powered by ASUS”, con a farne da padrone postazioni desktop evolute, allestite in collaborazione con Corsair, Intel e Nvidia. Composte dai componenti più performanti sul mercato, questi computer possiedono processori Intel Core i9-7900X, motherboard ROG Strix X299-XE Gaming, schede grafiche ROG Strix GeForce GTX 1080 Ti OC edition, SSD M.2 Corsair Force MP500, 16GB di RAM DDR4 2666MHz Corsair Vengeance RGB a elevate prestazioni con illuminazione a LED RGB e supporto XMP 2.0.
Ampio anche lo spazio dedicato ai notebook, tra cui il ROG Zephyrus, notebook da 15,6”, acclamato come il più sottile al mondo e che vanta i più performanti processori Intel® Core i7 abbinati a una sezione grafica NVIDIA GeForce GTX 1080.
Non solo PC però, spicca in particolare la postazione di guida, allestita con tre monitor da gaming ASUS VA326H con pannello curvo da 32″ e i nuovissimi smartphone della famiglia ASUS ZenFone 4, ovvero le serie ZenFone 4 e ZenFone 4 Pro, ZenFone 4 Selfie e ZenFone 4 Selfie Pro, ZenFone 4 Max.
Ultimo ma non per importanza la multinazionale statunitense dell’informatica HP, che ha presentato una vasta gamma di prodotti della linea OMEN. Tra questi l’OMEN X, PC desktop progettato espressamente per il gaming, potente e performante, offre un sistema di raffreddamento innovativo, che consentono di affrontare i giochi più recenti, anche alle impostazioni più elevate. E il notebook OMEN 15, un PC portatile pensato per offrire la migliore combinazione tra prezzo e caratteristiche tecniche e rispondere alle diverse esigenze, con prestazioni elevate e un costo accessibile, utile anche per studiare o lavorare in mobilità.
Che dire, la fiera è stata strabiliante e sicuramente ci faremo ritorno il prossimo anno.
Qui di seguito una serie di foto scattate all’evento.