Le origini della roulette, il gioco entrato nell’immaginario comune

Dopo il nostro articolo, accompagnato da una simpatica infografica, che riassumeva in brevissimo le origini dei più noti giochi dell’antichità che sopravvivono ancora oggi, sebbene in forme profondamente diverse, in questo articolo approfondiamo un po’ l’origine di uno dei più elitari e stereotipati giochi da Casinò, la roulette.

Le origini antiche

Giochi d’azzardo basati sul movimento di una ruota risalgono addirittura agli antichi romani, che utilizzavano la ruota di un carro da guerra rovesciato su un lato e una freccia, in una sorta di “gioco della bottiglia” antelitteram: una freccia era infatti conficcata sulla ruota e sul terreno erano tracciati dieci spazi. La ruota veniva poi fatta girare sul suo mozzo, di modo che lo spazio indicato dalla freccia al momento dell’arresto della ruota determinasse il vincitore.

Per avere però una versione più simile a quella attuale di roulette bisogna spostarsi più in là nel tempo, fino alla francia del XVII, quando il matematico, fisico, filosofo e teologo francese, Blaise Pascal (a lui si devono gli studi sulla meccanica dei fluidi e i concetti di pressione e di vuoto) mentre cercava di sviluppare una macchina per il moto perpetuo, ebbe l’idea di realizzare un gioco basato su una ruota e una pallina che, spinta dalla forza centrifuga, potesse indicare un determinato numero.

La prima descrizione della roulette moderna

Gli storici tuttavia, sembrano far risalire le origini del gioco moderno ad una fusione di diversi giochi già esistenti, come gli italiani Biribissi e Hoca (in entrambi si puntava su un tabellone di 36 numeri), l’ inglese E.O. (dalle iniziali di “even” e “odd”, pari e dispari in inglese) in cui si puntava sul risultato di una ruota divisa in caselle marcate solo con pari o dispari, e i giochi francesi hoca e portique.

Un primo riferimento storico alla versione attuale, però, si avrà solo nel 1716 a Bordeaux, e quasi un secolo dopo, nel 1801, la roulette verrà descritta in un romanzo di Jaques Lablee, “La Roulette Francese, ou le Jour” in cui si parla della roulette conservata nel palazzo reale di Francia, durante il periodo della Prima Repubblica di Francia.

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Uno dei più riconoscibili

Ci sono ben pochi giochi più riconoscibili della roulette francese. Il grande fascino che ha da sempre esercitato sul mondo della letteratura, del cinema, della musica e in generale sull’immaginario comune ne hanno decretato un successo popolare anche tra chi, di giochi, ne capisce ben poco. Oggi tra le tantissime varianti della roulette che esistono le più note sono quella Europea o Francese (la cui unica differenza riguarda i nomi scritti in francese anzichè in inglese impair/pair) che si gioca su una ruota con un totale di 37 caselle, una delle quali contiene lo zero, e quella americana che è probabilmente quella più nota grazie alla popolarità assunta nel cinema e che si differenza esclusivamente per la presenza di 38 caselle anziché 37, poiché c’è una casella aggiuntiva contrassegnata con 00.

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La roulette rappresenta sicuramente il più affascinante dei giochi e la sua popolarità è tale da essere entrata addirittura nel linguaggio comune ad indicare una sorta di aleatorietà assoluta, in cui è solo il destino o la fortuna a decidere l’esito di una partita. Del resto la famosa frase “Rien ne va plus, les jeux sont faits” deriva proprio da qui.

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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