Recensione Assassin’s Creed Origins

Il ritorno che stavamo aspettando.

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Fino allo scorso 27 Ottobre, giorno in cui Assassin’s Creed ha fatto ufficialmente il suo ritorno sugli scaffali dei negozi (e su quelli digitali) avevamo ancora molta paura per il destino della saga. L’ispirazione a livello di trama e di gameplay era andata infatti spegnendosi, lentamente ma senza dubbio: erano rimasti, in Unity e in Syndicate, soltanto dei bei luoghi da visitare, ma che si perdevano subito nella ripetitività di mille cose uguali.

Non che in passato la ripetitività non fosse stata comunque il tallone d’Achille della serie: ma almeno ai tempi di Ezio c’era il pure interesse di sapere dove sarebbero andati a parare gli eventi raccontati, nonchè il parallelismo con i giorni nostri col co-protagonista Desmond. Assassin’s Creed Origins è un vero ritorno alle origini, di quelli di cui la saga aveva bisogno, riuscendo a recuperare tutti i vecchi punti di forza del franchise e andando a rimediare laddove risultava più debole.

Certo, qualche scivolone qui e là persiste, ma finalmente viene proposto al solito prezzo un titolo tripla A completo, longevo, divertente e solido. Dopo oltre 40 ore passate nel deserto tra miraggi e predoni, tolemaici e romani, siamo pronti per il nostro verdetto – che vi anticipiamo, e lo avrete capito, è decisamente positivo.

Il guardiano dell’Antico Egitto

All’epoca di Assassin’s Creed Origins gli assassini come li conosciamo non sono ancora nati: la cosa più simile all’eroe chiave della saga è rappresentato dal medjay, una sorta di guardia spirituale del Faraone che si preoccupa di aiutare i deboli, salvare i malcapitati di turno dai soprusi dei potenti, e altre imprese nobili. Il problema è che Origins è ambientato allo scadere del primo secolo a. C., egli amanti di Storia sapranno che all’epoca non è che l’Egitto fosse messo così tanto bene a livello dinastico. Era in corso la guerra interna tra le famiglie dei Tolemaici e l’epoca dei grandi Faraoni e sovrani solari era solo un lontano ricordo.

I medjay sono loro stessi soltanto un ricordo: Bayek, il protagonista del titolo, è l’ultimo della loro stirpe, e animato da una ferrea volontà di aiutare il prossimo fin dove possibile, farà di tutto per dare una mano ai bisognosi di questo Egitto in ginocchio. Una terra dove (e qui si inserisce la trama vera e propria) cominciano ad agire anche coloro che un domani verranno chiamati col nome di Templari. Semplicemente appellati come “membri dell’Ordine”, questi loschi figuri trovano un oggetto dell’Eden e iniziano a scatenare il caos ovunque instaurando i loro giochi di potere e di soprusi, colpendo anche la famiglia di Bayek (non vogliamo anticiparvi altro).

Inizia così il viaggio del nostro primo vero assassino mai esistito, che lo porterà via via ad avvicinarsi sempre di più al Credo, assieme alla sua compagna Aya, fino a prendere due direzioni completamente diverse. Longeva e interessante, dalla durata di almeno 30 ore, la trama di Assassin’s Creed Origins è la più riuscita dai tempi di quella di Ezio Auditore da Firenze, e si richiama apertamente a quella del primo Assassin’s Creed di Altair, cercando di motivare e variare le mille uccisioni che saremo portati a compiere. La ripetitività di fondo è diluita in un ambiente di gioco mastodontico e variegato, che raramente la fa risultare pesante. E per la prima volta può essere finalmente affrontata scegliendo tra tre diversi livelli di difficoltà.

Gameplay completamente rinnovato

I passi in avanti fatti nella regia di gioco non sono l’unica novità di Assassin’s Creed Origins: il fan della saga al primo impatto si troverà completamente spiazzato, alle prese con un sistema di combattimento completamente rinnovato. Si tratta del potenziamento e di una serie di miglioramenti che erano necessari da tempo, e l’incertezza durerà appena una manciata di minuti.

Innanzitutto l’intelligenza artificiale è diventata ora degna di questo nome: i nemici vi attaccheranno insieme, non uno alla volta, e la loro potenza varierà in base al livello e alla gerarchia nei ranghi dei Tolemaici e dei romani. Per quanto riguardo il mero combat system, Bayek possiede un’attacco leggero (R1) uno pesante (R2) e una miriade di combo che possono essere effettuata moltiplicando e combinando variamente le due tipologie di attacco. Con L1 invece si impugna lo scudo e ci si difende dai nemici, e con Quadrato si effettua una scivolata/scatto per evitare i colpi lungo una delle quattro direzioni possibili.

Se vi sembra poco, aspettate di vedere il resto. Un gigantesco albero delle abilità, intuitivo, pratico e tutto sommato economico, ci permette di potenziare il nostro medjay a seconda che preferiamo un approccio più stealth o uno violento al titolo. Lo stile di gioco del protagonista potrà quindi valersi di una varietà mai vista prima, spendendo i punti abilità acquisiti salendo di livello (si può salire all’infinito, ma il level cap è fisso a 40 per ora) o scoprendo gli Eremi disseminati per l’Egitto (un punto abilità donato dalla scoperta di ciascuno di esso).

Ancora non vi basta? La deriva di Assassin’s Creed Origins è quella di un GDR, ma condito dalla base action/stealth della serie. Questo significa che avremo ora a disposizione armi su armi, vestiti, equipaggiamento vario, persino personalizzazioni delle cavalcature, tutti acquistabili o reperibili tramite loot nella varie aree di gioco, presso gli accampamenti dei banditi o caverne del tesoro nel deserto. Un po’ come The Witcher 3, ma più come Assassin’s Creed.

Senu, la prima delle Aquile

Se vi ricordate il drone da utilizzare in Watch Dogs 2 per dare un’occhiata agli ambienti in cui ci saremmo dovuti introdurre di lì a poco, sappiate che in Assassin’s Creed Origins faremo più o meno la stessa cosa. No, questa volta non utilizzeremo l’occhio dell’aquila, il celebre potere interiore/percezione degli assassini. Stavolta useremo una VERA aquila. Che si chiama Senu.

Altra meccanica che va adeguatamente padroneggiata e che all’inizio lascerà completamente spiazzati i neofiti, il volo di Senu ci permette di studiare nella sua interessa gli ambienti circostanti grazie ad un utile colpo d’occhio dall’alto. Nonchè di segnare sulla mappa di gioco punti interessanti, soldati che trasportano merci preziose (e utili per i potenziamenti), animali selvatici da cacciare e via dicendo. Potenziandola attraverso l’albero della abilità, Senu potrà anche cacciare gli animali più deboli senza il nostro aiuto, oppure correrci in soccorso distraendo i soldati durante gli scontri.

Ancora un paio di cartucce restano ad Assassin’s Creed Origins nella colonna sonora ispiratissima e in un comparto tecnico, grafico e artistico eccezionali. A prescindere dal fatto che visivamente l’ultimo capitolo del franchise è semplicemente impressionante nella sua esplosione di colori dovuti a un ambientazione che noi reputiamo ispiratissima, non c’è solo questo. La cura nella ricostruzione storica, nel dipingere quegli ambienti in quel determinato periodo della loro storia, le città, persino i sobborghi dei poveri e le dune del deserto: tutto questo, nella sua accuratezza, è da 10 e Lode. Nessuno può battere Ubisoft nello studio sul territorio e nella riproduzione dei mondi antichi in un videogioco. Al momento, semplicemente nessuno.

Commento Finale

Che siate appena approdati alla serie degli Assassini, che li conosciate da tempo, Assassin’s Creed Origins è un gioco che una volta nella vita dovete giocare. Essendo action, stealth, GDR e narrativo tutto allo stesso momento, può soddisfare i gusti un po’ di tutti. Una storia interessante, combattimenti agguerriti, esplorazioni di luoghi incantevoli vi accompagneranno per ore ed ore di gioco. Se poi vi piace l’Egitto, aggiungete pure un punto al voto finale della recensione. Questa saga è stata infangata capitolo dopo capitolo, a volte anche a ragione: adesso che ha fatto i giusti passi in avanti va premiata, e noi la premiamo. Se non lo avete ancora ordinato, potete acquistare il gioco al prezzo migliore garantito, su Amazon a questo indirizzo).



PRO


CONTRO

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