Arriva il MOBA targato Ninja Theory.
Versione testata: PC.
Prendete For Honor, aggiungete un pizzico di Overwatch, Heroes of The Storm quanto basta, mescolate con League of Legends e infornate tutto per un annetto. Sono questi gli ingredienti della ricetta di Bleeding Edge, il nuovo team-based battle arena di Ninja Theory, un prodotto in salsa decisamente agrodolce.
Anche questa volta il team di sviluppo alla base di titoli del calibro di Vader Immortal (per dispositivi Oculus), Hellblade: Senua’s Sacrifice, DmC, Enslaved: Odissey to the West e il mai troppo elogiato Heavenly Sword prova ad innovare gli schemi classici di un genere che sembra oramai aver trovato la sua dimensione grazie a giochi di enorme successo come LoL. Tuttavia, questa volta l’obiettivo sembra fin troppo ambizioso anche per uno studio talentuoso come quello in questione ed il risultato, possiamo già anticiparvelo, è un gioco che, nonostante spunti interessanti ed una direzione artistica ispirata, pecca lì dove invece si gioca il successo di titoli come questo: i contenuti.
La prima regola del fight club
In un futuro distopico in cui la cibernetica è oramai una realtà accessibile ai più, un gruppo di folli personaggi, ciascuno con una propria motivazione, decide di impiantarsi componenti cibernetiche ed organizzarsi in una sorta di fight club. Ciò tuttavia, proprio come nel film di David Fincher, è solo l’inizio, uno strumento per opporsi al sistema e alle corporations. E’ questa la semplice premessa narrativa che fa da sfondo ad un team brawler in cui squadre di 4 giocatori se le danno di santa ragione con armi da mischia e da fuoco.
Caos calmo
Le modalità di gioco sono sostanzialmente due, Dominio e Celle Energetiche. La prima è la classica modalità “cattura la bandiera” nella quale è necessario catturare e mantenere tre punti della mappa, che varieranno di volta in volta nel corso della partita. Questo dona agli scontri una certa dinamicità non solo dal punto di vista del movimento dei giocatori, elemento essenziale in Bleeding Edge, ma anche perché obbliga a ricalibrare continuamente le proprie strategie di attacco o difesa a seconda della posizione nella mappa. Celle Energetiche, invece, è una modalità più originale divisa in due fasi. La prima consiste nella raccolta delle celle contenute all’interno di contenitori sparsi in giro per la mappa; nella seconda, invece, le celle raccolte vanno consegnate in specifici punti.
Ovviamente, sia durante la fase di raccolta che di consegna i giocatori sono costretti a difendere il proprio bottino dagli attacchi dei membri dell’altra squadra: questi infatti potranno soffiar loro le celle energetiche raccolte, eliminandoli durante la raccolta o durante la consegna. Per la riuscita di questa modalità è quindi essenziale una buona coordinazione tra i membri del gruppo senza la quale i portatori di celle saranno facili prede della squadra nemica.
Oltre a ciò è fondamentale che il team sia equilibrato nella sua composizione. I dodici personaggi presenti nel roster sono infatti divisi in 3 classi: assassino, supporto e tank. Il primo ha prevalentemente abilità di attacco (nelle varianti assassino da mischia, votato al combattimento stealth, e assalto da mischia per attacchi frontali), il secondo abilità curative e il terzo ovviamente può fare da scudo a tutti gli altri. Ciascuna delle tre classi è fondamentale per la riuscita delle missioni, merito anche dell’ottimo level design che spinge i giocatori a muoversi in maniera coordinata.
Le meccaniche di gioco sono quelle classiche di un hack and slash e lo stile di gioco varia a seconda delle abilità specifiche e di classe del singolo personaggio. Così un assassino come Daemon che privilegia il combattimento a corto raggio, grazie all’abilità stealth che gli consente di rendersi invisibile e attaccare il nemico alle spalle, può risultare utile per tendere un agguato al giocatore pronto a consegnare le celle energetiche, mentre un altro personaggio come Gizmo, armata fino ai denti con torrette e pistole giganti, può risultare utile nel presidiare una zona sotto il vostro controllo o abbattere dalla distanza i componenti della squadra avversaria.
A queste meccaniche classiche si aggiunge l’interessante novità dei mod “chip” in grado di modificare, anche considerevolmente, le abilità del vostro personaggio. Ogni eroe ha infatti a disposizione tre slot nei quali inserire i chip di modifica utili ad attivare effetti aggiuntivi per abilità e attacchi, migliorare la quantità di salute, i tempi di ricarica o la durata delle abilità. Salendo di livello mediante utilizzo dei punti esperienza guadagnati durante il gioco, potrete poi sbloccare nuovi set di modifica. Queste meccaniche funzionano, ma dopo un po’ tendono a diventare ripetitive e poco stimolanti, soprattutto se vi lancerete nella mischia senza una rodata squadra di amici sperando di trovare online compagni di gioco coordinati. E la situazione è destinata a peggiorare senza ulteriori contenuti che spingano gli early adopters a restare e quelli nuovi ad avvicinarsi.
Nonostante questo evidente problema, all’orizzonte non si vede alcuna ranked mode, nessuna lobby per la selezione del tipo di partita e nessuna nuova modalità. A tutto ciò si aggiunge anche un certo senso di “lentezza” che non ci è piaciuto, sia nei movimenti dei personaggi che nello spostamento nella mappa. In sostanza, si ha come la sensazione di un “caos lento” che è l’esatto contrario di quello che dovrebbe essere un gioco di questo genere.
Stile da vendere
E questo è davvero un peccato perché, come detto, la direzione artistica del gioco è davvero eccezionale, come del resto ci si aspetterebbe da un team come Ninja Theory. I pazzi personaggi, 11 al momento più uno annunciato ma non ancora disponibile, sono tutti incredibilmente dettagliati e il cel-shading da comic occidentale sembra sposarsi alla perfezione con le ambientazioni cyperpunk del titolo. Molti e di ottima qualità anche i contenuti aggiuntivi di personalizzazione, acquistabili esclusivamente con la moneta di gioco, un elemento che abbiamo apprezzato molto soprattutto in un periodo in cui praticamente tutte le software house puntano a sistemi di microtransazionii inserite a forza nei loro giochi.
Le ambientazioni dal punto di vista grafico sono ottime e con un level design molto buono, sebbene alcune appaiano decisamente più riuscite di altre. Ottima infine la colonna sonora, che si attaglia perfettamente allo stile di gioco.
Conclusioni e giudizio
Bleeding Edge lascia un po’ spiazzati. Se da un lato è possibile intravedere elementi davvero interessanti, come un ottimo level design, una magnifica caratterizzazione dei personaggi pari a quella a cui ci hanno abituato software house come Blizzard (seppure l’attenzione alla lore non sia nemmeno lontanamente paragonabile) ed un comparto tecnico discreto, sono tanti gli elementi che non ci hanno pienamente convinti, a partire dalla carenza di contenuti. Nonostante questo, complice la nostra straordinaria fiducia nel team di Ninja Theory, per la possibilità di provarlo gratuitamente tramite il Game Pass (il prezzo pieno del gioco è comunque ridotto, 29,99 euro) e per le potenzialità di un gioco come questo, ci sentiamo di attribuirgli un voto “interlocutorio”, o di incoraggiamento se volete. Un giudizio, quello della nostra recensione, capace di trasformarsi in una sufficienza più generosa o in qualcosa di più nei prossimi mesi, quando e se continuerà il supporto di Microsoft e del team di sviluppo.
Abbiamo provato il gioco su PC grazie ad un codice fornitoci da Microsoft.
- - Ottima caratterizzazione dei personaggi
- - Buon level design
- - Troppo poche le modalità disponibili