Avverto un senso di Déjà-Vu
Una volta terminato l’addestramento base, torneremo sulle strade della città in preda al caos e al disordine. Dopo qualche ora di gioco per puro scrupolo ho espulso il disco dalla console per controllare se stessi effettivamente giocando Crackdown 2 e non il predecessore. Ciò che balza subito agli occhi è l’ambiente che ci circonda: Pacific City è esattamente la stessa del capitolo precedente, solo più invecchiata e disastrata. Chi ha giocato il prequel non faticherà di certo a ricordare e riconoscere luoghi già visitati in precedenza. Come detto, la sostanza di Crackdown 2 è rimasta invariata rispetto al primo episodio; oltre alla mappa cittadina anche il gameplay ed il concept sono fotocopie del precedente.
Complice una trama blanda e poco articolata agli inizi, ci troveremo a vagare liberi per la città con la libertà di scegliere ciò che più ci aggrada fare. Possiamo ad esempio saggiare le doti atletiche del nostro agente scavalcando qualche palazzo, andare a caccia di sfere luminose, prendere parte alle missioni principali oppure dedicarci a quelle secondarie. Come potete vedere, sono i classici elementi che fanno parte del genere free-roaming o sandbox che dir si voglia. I nostri obiettivi primari sono due: sconfiggere il gruppo terroristico La Cellula ed eliminare la minaccia rappresentata dai Freak. Per fare tabula rasa dei gruppi di lotta armata dovremo recarci verso i presidi occupati dal loro esercito, eliminare tutti i soldati e chiamare il supporto aereo dell’agenzia per fare nostro tale presidio.
Se il procedimento può apparire piuttosto semplice, molto più interessante è debellare i mutanti: l’Agenzia ha messo a punto un’arma che sfrutta l’energia solare per dissolvere letteralmente gli infetti; durante le nostre esplorazioni in città è possibile notare come di giorno vi sia totale assenza di mutanti, mentre all’arrivo del crepuscolo, come bestie assetate di sangue, troveremo orde di Freaks pronte a farci a pezzi. Per attivare questa potente arma di distruzione, denominata Sunburst è necessario prima attivare delle stazioni di carica solare. In seguito dovremo scendere in un nido pullulante di tali creature nefaste e dare il via all’operazione di bonifica. Verrà sganciata una bomba ad energia fotovoltaica nel covo da ripulire, ed attendere l’esplosione. Se vi suona tutto troppo facile sappiate che non è così; infatti la detonazione richiede un tempo di ricarica, durante il quale orde di mutanti tenteranno in tutti i modi di distruggere il nostro ordigno. Fondamentale sarà dunque la difesa del prezioso strumento preso di mira.
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Oltre alle missioni che fanno parte della storia principale, tutti gli Agenti potranno scegliere di prendere parte a side-quests (missioni secondarie) piuttosto varie e divertenti. Il trittico è composto da corse sui tetti, sfide di guida, sfide di acrobazie con veicoli e sfide di volo con tuta alare e chiudere le buche dalle quali di notte escono i Freaks. Come potete vedere la varietà non manca di certo, purtroppo molte di queste sono solo riproposizioni tratte dal primo capitolo. Bisogna ammettere comunque che sono piacevoli da svolgere.