Esploratori alla scoperta delle terre più remote del globo in gara per diventare il più famoso di tutti.
Versione testata: Nintendo Switch
“Il settore dei giochi indie è l’incubatrice del futuro del videogioco come medium“, ha dichiarato in un toccante discorso ai TGA 2019 Reggie Fils-Aimé. E in effetti tra questi titoli sviluppati da team di una manciata di persone possiamo scorgere opere coraggiose, innovative, sperimentali. Proprio questo è il caso di Curious Expedition, un titolo uscito per PC nel 2016 in arrivo su tutte le console tra pochi giorni. L’opera segna l’esordio dei Maschinen-Mensch, un piccolo studio tedesco con sede a Berlino nato nel 2014.
E che esordio! Il gioco, già fortemente apprezzato dagli appassionati degli indie su PC, è un particolare ibrido tra roguelike e gestionale, e, nonostante alcuni adattamenti, funziona alla grande anche su console.
Esploratori virtuali alla scoperta di nuovi mondi
Curious Expedition è in sostanza un simulatore di viaggi alla scoperta di terre selvagge ambientato nel 19° secolo. Partendo da una Londra vittoriana potremo scegliere in ogni partita un eroe di cui vestire i panni. Tra le nostre scelte ci sono vari personaggi storici, come Darwin, Marie Curie o Tesla, ognuno con delle peculiarità specifiche e un diverso team di partenza.
Lo scopo del gioco è vincere una gara scandita in sei diverse spedizioni contro altri 4 famosi esploratori, ottenendo più fama degli altri. La notorietà guadagnata dopo ogni viaggio dipende da vari fattori, oltre ovviamente al completamento della missione con il ritrovamento di una piramide dorata. Ad esempio avere con noi un fotografo o un artista a documentare le nostre imprese aumenterà la nostra popolarità al rientro in patria. Allo stesso modo anche la rapidità ci potrebbe garantire un bonus in fama, come pure la donazione di reperti preziosi rinvenuti nelle terre selvagge.
Insomma Curious Expedition vuole essere un’esperienza atta a replicare il senso di scoperta e di avventura di un certo tipo di narrativa e cinematografia, passando anche per molti dei suoi cliché. Bisogna dire che il titolo comunque non si prende mai troppo sul serio e spesso con situazioni ai limiti del surreale stempera un’atmosfera che rischierebbe altrimenti di risultare pesante.
Gameplay sperimentale
Come detto, Curious Expedition è un ibrido. La struttura di base è quella di un roguelike, nel senso che il gioco ci permette di scegliere un personaggio a inizio partita, genera le varie aree che esploreremo in ogni spedizione randomicamente e comporta la morte permanente in caso di game over. Tuttavia l’esperienza si discosta non poco dallo stile classico dei roguelike. Soprattutto se si intende il genere come è stato declinato negli ultimi anni, in un filone molto action che passa per The Binding of Isaac, Enter the Gungeon, Nuclear Throne fino al più recente Dead Cells.
Nel titolo d’esordio dei Maschinen-Mensch, il ritmo è molto più calmo, scandito dai lunghi giorni di viaggio e dalle notti di riposo, e l’azione è decisamente più ragionata. Il gioco ci mette nei panni di un esploratore che guida il suo gruppo in questa serie di spedizioni.
Un team equilibrato è la chiave
Prima ancora di partire per ogni viaggio, Curious Expedition dedica una piccola sezione alla preparazione per la missione. Situati nel porto di Londra potremo organizzare l’equipaggiamento e il nostro piccolo gruppo, composto da cinque membri, inclusi possibili animali.
Potremo reclutare i nuovi membri sulla banchina a Londra oppure nei villaggi indigeni che incontreremo. Ognuno di essi avrà delle abilità specifiche, come un bonus alla reputazione o al carico trasportabile, e dei dadi, che ne determinano l’utilità in combattimento e non solo.
Una volta giunti nella terra da esplorare, l’avanzamento nel gioco si gestisce utilizzando la levetta sinistra, pianificando gli spostamenti. La mappa, inizialmente quasi del tutto oscurata, è composta da piccoli esagoni di terra su cui spostarci. Ogni esagono appartiene a un tipo di terra e ha diversi tempi di percorrenza. Come è naturale che sia il percorso sul prato è scorrevole, mentre è più faticoso scalare una montagna o attraversare una foresta, oppure ancora muoversi nel deserto. Ma le cose si fanno ancora più interessanti quando ci si accorge che muoversi per le dune sabbiose consuma le scorte di acqua del gruppo. Come pure stupisce scoprire che utilizzando delle unità di machete si può facilitare l’avanzamento nella giungla e allo stesso modo le corde facilitano le scalate.
Le tappe lungo il cammino
Curious Expedition utilizza, in pratica, vari espedienti per simulare una vera e propria esplorazione tra le insidie della natura, e ci riesce meravigliosamente. Ovviamente il campo visivo sulla mappa si va ampliando man mano che ci si muove. Un’altra piccola chicca è che si avvistano prima le vette più alte, per aumentare ulteriormente il senso di realismo dell’esperienza.
Durante queste peripezie nella natura si consuma la sanità mentale del gruppo, che si può recuperare con dei consumabili o riposando in dei luoghi specifici. Ad esempio potremmo incontrare una cascata o un riparo roccioso dove passare qualche notte, per ristorare la nostra squadra. Oppure potremmo scegliere di chiedere ospitalità in un villaggio di indigeni, se la nostra reputazione ce lo permette. Altrimenti potremmo barattare degli oggetti in cambio di un giaciglio per la notte.
Nei villaggi si può anche commerciare e reclutare nuovi membri per il gruppo, e spesso si può anche trovare qualche obiettivo secondario assegnatoci prima della partenza, al porto di Londra. Ma attenzione: approfittare dell’ospitalità degli indigeni riduce la nostra reputazione e potrebbe innervosire gli animi.
I pericoli della scoperta
Un’altra alternativa è quella di riposare in una missione religiosa, anche qui barattando beni per un tetto. Se nel nostro gruppo ci fosse un uomo di chiesa potremmo invece ricevere ospitalità gratuitamente presso questi luoghi.
Le possibilità di un viaggio in Curious Expedition non si fermano qui ovviamente. Capita di incontrare dei santuari con oggetti preziosi, che in alcuni casi se depredati ci malediranno, rendendo la spedizione molto più complicata. Può succedere che la maledizione porti a eruzioni vulcaniche, glaciazioni, sprofondamenti del terreno o invasioni di enormi aracnidi.
D’altro canto è anche possibile incontrare altari sacrificali dove rubare i beni offerti. In ogni caso si perderà reputazione nel depredare luoghi spirituali. Ma non sono solo questi i luoghi che è possibile esplorare. Caverne insidiose, nidi di pericolosi animali, sorgenti termali, tombe egizie e tante altre sono le insidie che è possibile incontrare.
Questione di dadi
In molti casi per superare questi pericoli, siano essi l’ingresso in un piccolo tunnel o lo scontro con una pericolosa tigre, si deve ricorrere al sistema di dadi del gioco. Nel caso di azioni da compiere, come scalare un tempio pericoloso, insinuarsi in una fessura stretta o entrare senza torcia in una grotta, il gioco semplicemente farà un roll dei nostri dadi e se otterremo il valore specifico necessario supereremo indenni la situazione. In alternativa invece subiremo ferite o perdite nel gruppo.
Per quanto riguarda il combattimento, questo avviene a turni. Durante il nostro turno potremo tirare i dadi dei nostri personaggi tutti insieme, più volte, eventualmente scegliendo di conservarne alcuni. Tra le varie facce uscite potremo creare delle combinazioni da utilizzare contro i nostri nemici. Per fare un esempio pratico, se otterremo una spada potremo usarla per fare un punto di danno. Combinando una spada e uno scudo potremo usare l’abilità contrattacco e infliggere due punti di danno ottenendo uno scudo del valore di difesa due al prossimo turno.
Va da sé che il combattimento risulta compassato, complesso, ma soddisfacente una volta capito.
Leader del gruppo
Curious Expedition inserisce anche una componente narrativa, per quanto appena accennata, in questo già singolare mix di meccaniche. Capiterà infatti di potersi trovare in piccoli dialoghi a scelta multipla con gli indigeni, e una risposta potrà donarci maggiore reputazione, ad esempio.
Allo stesso modo ci si può trovare davanti a particolari richieste dei membri del gruppo, che spesso si invaghiscono di componenti delle tribù che si incontrano. Capita così che un compagno ci chieda di restare nel villaggio, cosa che comporta la sua perdita. Oppure è possibile che ci venga chiesto di far fuggire la persona di cui il nostro adepto si è innamorato. Se sceglieremo di accettare questa proposta, sarà un lancio di dadi a stabilire il successo dell’operazione. In caso di riuscita guadagneremo un nuovo membro del gruppo e maggiore lealtà. Altrimenti perderemo reputazione.
Inoltre il gioco spesso ci pone davanti a dispute interne alla nostra squadra o a richieste d’aiuto durante le notti di riposo da parte di indigeni feriti.
Allo stesso modo in alcuni casi veniamo posti davanti alla scelta tra mandare avanti un compagno a rischiare la pelle per noi – l’esito dipende, anche in questo caso, dai dadi – oppure rinunciare. Curious Expedition è così: non si prende troppo sul serio, ma può schiaffeggiarvi in faccia con scelte morali complesse o con la morte di un compagno a cui eravate affezionati, magari dopo tanti viaggi assieme.
Esperimento riuscito
Il titolo d’esordio del piccolo team di Berlino è una perla nascosta. Un po’ difficile da approcciare, per via della sua estetica pixel art cheap e del gameplay poco appariscente, certo. Ma d’altra parte è un’esperienza soddisfacente, profonda e varia, che riesce pienamente a dare le sensazioni che gli sviluppatori volevano ricreare.
Curious Expedition è un gioco difficile, tra le altre cose, impegnativo anche alla modalità più accessibile, ma divertente e appagante. Lo spirito di avventura, la voglia di scoperta, la sensazione di pericolo e la prudenza che una spedizione comporta, compongono nel complesso un’esperienza davvero suggestiva. Per tutti questi motivi, quest’opera indie ha un valore enorme, soprattutto per i giocatori che amano uscire dai confini stabiliti che separano i generi, alla ricerca di nuove emozioni.
Peccato per alcuni difetti, come l’adattamento in italiano che in certi casi risulta superficiale, o qualche bug, come quello fastidiosissimo che affligge le piramidi sotterranee. In questi casi bisogna attivare alcuni sigilli per fare emergere l’obiettivo, ma ci è capitato che, pur avendo attivato tutto il necessario, ciò non sia avvenuto.
Problemi che certamente minano in parte l’esperienza di gioco, ma non tolgono nulla al valore del titolo e all’esperienza particolare che riesce a restituire. Curious Expedition rappresenta perfettamente la sperimentazione che solo nei giochi indie è possibile trovare. E in questo specifico caso, i giocatori che sceglieranno di dare un’occasione al titolo di Maschinen-Mensch riceveranno in cambio un ventaglio infinito di possibilità e avventure. Sono opere come queste che ci ricordano l’importanza della varietà e la bellezza della scoperta.
- - Esperienza realistica e appagante
- - Varietà delle situazioni
- - Longevità elevata
- - Tasso di sfida adeguato
- - Impatto estetico cheap
- - Adattamento italiano a tratti superficiale
- - Qualche bug da risolvere