Un pericolo incombe.
Versione testata: PlayStation 4
Come da routine, a tre mesi dal lancio di Destiny 2, Bungie si appresta a lanciare sul mercato il primo DLC La Maledizione di Osiride. Non posso non fare a meno di paragonare questo pacchetto a quel che fu L’Oscurità dal Profondo tre anni fa.
Ho deciso di recensire questo titolo leggermente in ritardo per poter almeno avere accesso ad ogni contenuto del DLC, in modo da poter giudicare il prodotto nel complesso.
Gli eventi narrati sono cronologicamente successivi alla Guerra Rossa, colonna portante della trama iniziale del gioco. Il risveglio del Viaggiatore, provocato da Gaul, sarà l’evento scatenante che darà il via alla trama principale. Il DLC inizierà con una cinematica estesa che durerà qualche minuto; in questa sequenza ci verrà introdotto il più potente stregone dell’Avanguardia: Osiride. Questi è impegnato in una battaglia contro i Vex – ai veterani del titolo sarà semplice riconoscere la Volta di Vetro -, i quali in realtà lo hanno tratto in inganno per impossessarsi del suo Spettro. Colto l’inganno, lo stregone si sacrificherà per poter spedire Sagira alla Torre, riuscendo a metà nello scopo in quanto questa viene colpita da un’arma Vex e trasportata su Mercurio, dove verrà trovata dai fanatici di Osiride.
Nel corso dell’avventura miglioreremo la conoscenza del fratello Vance, primo fanatico di Mercurio, e verremo a conoscenza della minaccia da affrontare: Panoptes, una mente Vex. Il nostro compito, dunque, sarà fermare la mente Vex ed impedire che si avveri il Futuro Nero e riunire Sagira con Osiride.
Nuove destinazioni nel profondo blu.
La durata della storia principale si attesta sulle due ore di gameplay; inoltre, a parte qualche sporadico passaggio su pianeti già visitati, le missioni principali si svolgeranno sul pianeta Mercurio, tra la Foresta Infinita e la versione passata, presente e futura del pianeta stesso, il quale è una delle destinazioni più ispirate e meglio strutturate mai viste in Destiny. Per la prima volta, un DLC aggiunge una nuova destinazione, e noi ne siamo ben felici.
Le dimensioni della superficie esplorabile sono all’incirca le stesse di Titano, guardando i vari indicatori e misurando ad occhio le distanze, con l’aggiunta della Foresta Infinita, simulazione Vex che collegherà le varie versioni temporali di Mercurio. Tuttavia, quest’ultima sarà accessibile solo in determinate missioni, e non è liberamente esplorabile.
Sul pianeta, per concludere, sono disponibili tutte le attività classiche di Destiny, dagli scrigni dorati agli eventi pubblici, passando per le avventure e il settore perduto. Parlando un momento degli eventi pubblici, ne è stato inserito uno ad hoc, il più grande per ora, che ci farà correre da un capo all’altro del pianeta per fermare i Vex; inoltre, completato l’evento, avremo accesso ad una nuova zona del pianeta, prima non esplorabile.
Fai del male a chi ti aiuta.
Nel gioco, vengono introdotti due nuovi assalti e tre nuove mappe del crogiolo.
Gli assalti partiranno dalla Foresta Infinita, per poi deviare il percorso e condurci uno nel passato ad affrontare Vex e l’altro nel presente a fermare Cabal. Entrambi, comunque, risultano ben strutturati per meccaniche, ambientazioni e narrazione. Difatti, rispetto al passato, la storia degli assalti sarà più centrale e pertanto meglio integrata nella trama principale. Tuttavia, questi due contenuti saranno parte portante per giungere a Panoptes e, quindi, finita la storia principale si avrà una sensazione di incompletezza e inconcludenza che di certo stona con la narrazione del titolo.
Le mappe pvp, invece, saranno ambientate su Titano, una nelle piattaforme e una nel Solarium, e su Mercurio, nella versione passata. Nulla cambia rispetto alle solite mappe di gioco, offrendo una certa freneticità nel medio/corto raggio.
Lodevole, infine, l’avere accesso ad un engramma potente al completamento di tre assalti dalla playlist, in quanto viene dato a quest’ultima un senso di esistenza all’interno dell’economia del gioco.
Breve ma intenso.
Parliamo dell’ultimo temuto contenuto: l’incursione. Rispetto al Leviatano, e a tutti gli altri raid di Destiny, il Divora-mondi è piuttosto breve e poco variegato. Tuttavia, ciò che all’apparenza può sembrare un dolcetto scaduto, in realtà levata la carta si rileva essere un ottimo cioccolatino. Infatti, nonostante la durata e le sole tre fasi, il raid è molto divertente e richiede un certo livello di impegno. Superato una specie di tutorial, l’arena rimarrà la medesima sia per la fase 2 che per la fase 3. A stupire è la presenza dei Vex, spiegata in maniera piuttosto semplice. Difatti, il Leviatano ha divorato un pianeta infestato dai robotici alieni, che ora stanno manomettendo i motori di reazione della nave stessa. Le ambientazioni sono ben curate, tra rocce sospese e Vex dalla dimensione di Oryx che entrano in contrasto con le sfarzose stanze della residenza di Calus.
Armato di cattive intenzioni.
Infine, sono stati aggiunti nuovi equipaggiamenti da trovare e indossare. Per di più, è stato anche modificato il meta di riferimento per il pvp. Mentre per gli equipaggiamenti leggendari troveremo reskin di pezzi già visti, tra le armi e armature esotiche troveremo nuovo materiale oltre ad alcuni rientri di pezzi già incontrati nel primo capitolo. Un’interessante novità è la forgia Vex, che, settimana per settimana, ci equipaggerà con pezzi dallo stile Vex.
Fuggite, guardiani!
La colonna sonora de La Maledizione di Osiride è ben composta, con musica egregie e ben distinguibili. Ammirevole, o stridente, dipende dal livello di tolleranza, la somiglianza di determinate musiche ai capolavori composti da Shore per il Signore degli Anelli. Inoltre, i suoni ambientali sono sempre ben calibrati e non risultano mai né meccanici né forzati.
- - OST indimenticabile
- - Raid ben curato nonostante l'eccessiva velocità
- - Nuovi tasselli alla personalizzazione del gameplay
- - Le attività sono fini a se stesse
- - Blocco delle attività più difficili ai soli possessori del gioco base
- - Campagna troppo breve e scontata