Recensione Amerzone – The Explorer’s Legacy, il ritorno del primo progetto di Benoît Sokal

Amerzone (L’Amerzone: le Testament de l’explorateur), rappresenta il primo progetto di Benoît Sokal (noto per il suo lavoro successivo su Syberia, il cui ultimo capitolo è stato pubblicato nel 2022). Il gioco – pubblicato nel 1999 da Microïds e basato sulla serie di fumetti del 1986 dell’Ispettore Anatroni (nome originale: Inspecteur Canardo)- è ambientato in un misterioso angolo del mondo, dove il protagonista intraprende un viaggio epico per scoprire la verità dietro una leggenda perduta e una civiltà sconosciuta. Con la sua atmosfera enigmatica e la sua narrazione coinvolgente, Amerzone ha conquistato un posto speciale nel cuore degli appassionati del genere delle avventure grafiche. E dato che viviamo in un’epoca in cui remake e rivisitazioni di opere del passato è un qualcosa a cui ormai ci siamo abituati, era praticamente inevitabile (considerando che l’originale ha venduto oltre 1 milione di copie) che Amerzone ricevesse una rielaborazione e un ammodernamento. Amerzone – The Explorer’s Legacy naturalmente rende omaggio al gioco originale ma offre anche un’esperienza leggermente diversa. Ma tranquilli, l’eredità del compianto Benoît Sokal, che fonde realismo e poesia, consapevolezza delle verità terrene e meraviglia, viene onorata e magnificata. E il gioco rimane attuale anche oggi, sia per il messaggio che trasmette, sia per la firma artistica unica di Benoît Sokal, sia per il nostro bisogno impellente di evadere in mondi fantastici.

Amerzone – The Explorer’s Legacy sarà disponibile per PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC il 24 aprile 2025. 


Versione testata: PlayStation 5


Maestosi velieri celesti

Come il fumetto, il gioco racconta la storia di un esploratore francese, Alexandre Valembois, che negli anni ’30, intraprende una spedizione nel misterioso e immaginario paese sudamericano di Amerzone. Lì, scopre molti animali fantastici, tra cui una specie di Grandi Uccelli Bianchi. Questi animali si ritrovano – loro malgrado – minacciati quando un amico di Valembois Antonio Alvarez – trasforma Amerzone in una brutale e sanguinaria dittatura, e Valembois decide quindi di impegnare se stesso per salvare la specie in via di estinzione. Ormai, troppo anziano per tornare di nuovo nel paese, e divorato dai sensi di colpa, si affida ad un giornalista in erba (il giocatore), il quale ha l’arduo compito – ripetendo l’itinerario dell’esploratore e utilizzando i suoi stessi mezzi (come l’hydraflot) – di riportare il simbolo di una civiltà perduta – da cui dipendono – essendo strettamente legati al destino del solo paese in cui vivono – tutte le generazioni future di uccelli bianchi – attraversando il globo e raggiungendo il cuore di una terra misteriosa e lontana.

La ricerca si snoda attraverso paesaggi mozzafiato, giungle dense e paludose, antiche rovine e luoghi ricchi di misteri tribali. La narrazione di Amerzone è uno degli aspetti più affascinanti del gioco. La storia si dipana con lentezza, ma la sua bellezza risiede proprio nella scoperta graduale degli eventi che hanno portato alla situazione attuale. Il ritmo pacato, accompagnato da un’ottima colonna sonora, crea un’atmosfera poetica e onirica. La combinazione di elementi di fantasia e realismo rende altresì il racconto coinvolgente e ricco di sorprese. A migliorare ulteriormente l’esperienza di questa nuova versione di gioco, l’inclusione di elementi narrativi aggiuntivi, interazioni più approfondite con i personaggi e dialoghi rifiniti.

Gameplay

Il gameplay di Amerzone è tipico delle avventure grafiche della fine degli anni ’90. All’epoca “fece scalpore” la scelta di adottare una grafica 3D abbinata ad un sistema di esplorazione con visuale in prima persona, che permette sia di girarsi a 360° in ambientazioni prefissate e sia di modificare l’angolo verticale (cioè poter guardare più in alto o più in basso).

Il remake non si discosta molto dalla formula originale; è principalmente basato sulla risoluzione di enigmi (rimasti pressoché invariati in quanto a dir poco memorabili e fondamentali per raccontare la storia), l’esplorazione di luoghi misteriosi e l’interazione con oggetti e personaggi (in stile punta e clicca) che possono richiedere di utilizzare oggetti raccolti durante il gioco o di parlare con gli NPC. Alcuni oggetti non sono necessari per risolvere gli enigmi, ma servono invece a sviluppare la trama del gioco: questo è lo scopo del diario dell’esploratore e della lettera di Valembois. La navigazione attraverso il mondo di gioco resta piuttosto lineare, con il protagonista che esplora aree specifiche mentre raccoglie indizi e risolve puzzle. L’interfaccia è semplice ma funzionale, e nonostante la sua linearità, il gioco riesce a mantenere il giocatore coinvolto grazie alla varietà degli enigmi, che non sono mai troppo difficili, ma comunque vi garantiamo essere piuttosto stimolanti. Amerzone fa leva sulla curiosità e sulle capacità di osservazione del giocatore nell’esplorare il suo mondo affascinante, i suoi luoghi magici e la sua dolorosa storia.

Durante il viaggio, dovrete svelare anche i misteri dell’idrovolante (hydrafloat), una fantastica invenzione che si trova a suo agio sia in acqua che in cielo (potendo “mutare” forma). Sarà il vostro unico alleato (che dovrete gestire adeguatamente in termini di risorse) per superare i pericoli che si frappongono tra voi e il cuore di Amerzone.

Il tutto contraddistinto da un movimento del personaggio limitato. Elemento cardine dei punta e clicca. Nel dettaglio: Non è possibile camminare liberamente (la levetta destra praticamente non serve a nulla) ma bensì, è necessario muovere la levetta sinistra, guardandosi intorno e capendo quali possano essere i sentieri da seguire e/o gli elementi con cui interagire. A schermo appariranno delle icone che vi faranno capire che azione state per compiere (se doveste avere problemi – il tasto triangolo vi permetterà di accedere ad un utile consiglio). Detto questo, sebbene a primo acchito ci si possa sentire un po’ “ingessati”, c’è da dire che ci si muove con una sensazione molto naturale e fluida proprio come se ci si trovasse all’interno del gioco. Una decisione molto audace, ma che abbiamo trovato particolarmente piacevole.

L’esperienza può essere personalizzata in termini di difficoltà; infatti, è possibile scegliere tra la modalità “Avventuriero” per un’esperienza impegnativa o la modalità “Viaggiatore” per un viaggio più rilassato.

Grafica e tecnica

Essendo passati ormai circa 26 anni dal lancio di Amerzone, gran parte del lavoro di rivisitazione andava fatto sul comparto grafico. Dai modelli 3D texturizzati agli effetti di luce, quasi tutto è stato ricreato da zero utilizzando tecniche moderne. Il lavoro maggiore è stato dedicato per rendere realistici sia la vegetazione e sia i vari fiumi, laghi e paludi che caratterizzano l’avventura. Gli ambienti – in definitiva – sono curati nei dettagli con scenari suggestivi che spaziano da foreste lussureggianti a cime innevate, passando per città decadenti e misteriose. I paesaggi – complice anche una illuminazione migliorata – sono ricchi di colori vibranti e l’atmosfera evoca una sensazione di avventura e scoperta, che accompagna il giocatore per tutta l’esperienza. Ma attenzione, una cosa che non è cambiata di una virgola è l’atmosfera e il feeling generale, in quanto l’obiettivo dello sviluppatore è stato quello di migliorare tutti i contenuti del gioco originale per realizzare appieno la visione di Benoît Sokal, senza i limiti tecnici che all’epoca limitavano la sua creatività. Alcuni elementi, però, sono rimasti però com’erano, come gli schizzi nel taccuino di Valembois, che sono stati semplicemente convertiti in alta definizione.

Oltre agli ambienti, anche i personaggi hanno ricevuto un’attenzione particolare nel remake. Ognuno di loro è stato rimodellato e basato sui disegni originali del creatore, per esaltarne tutto lo splendore e superare i limiti tecnici del 1999. Poi, per la prima volta, sono stati animati utilizzando la motion capture.

Un’altra novità visiva e tecnologica: tutti gli ambienti e i personaggi sono ora visualizzati in tempo reale, a differenza delle immagini fisse utilizzate nel gioco originale che usava quelli che venivano denominati sfondi deformati per creare un falso 3D. In realtà era un 2D isometrico che cercava di “ingannare” il giocatore facendogli credere di trovarsi in un ambiente tridimensionale. Stavolta, il 3D in tempo reale dà maggiore profondità e vita alle cose; possiamo sentire il vento tra gli alberi, vedere gli uccelli spiccare il volo e l’acqua scorrere. Per creare questo mondo lussureggiante, Microids ha spinto il motore Unity al limite, basandosi sull’esperienza dimostrata nel 2022 con Syberia: The World Before.

Come in altri titoli moderni è possibile scegliere fra la modalità “Prestazioni” che predilige la fluidità e la modalità “Risoluzione” che invece è orientata maggiormente alla qualità dell’immagine.

La musica racconta una storia prima di tutto

La colonna sonora di Amerzone è perfetta nel suo contesto. Per creare una nuova soundtrack per il remake di Amerzone, Microids Studio Paris si è nuovamente affidato a Inon Zur (compositore di fama internazionale e autore delle musiche di Syberia negli ultimi vent’anni) e suo figlio Ori. Il prodotto finale è costituito principalmente da musica orchestrale, arricchita da tocchi etnici che ci immergono nella giungla di Amerzone. Dalla chitarra al flauto e alle percussioni, i compositori hanno utilizzato strumenti di tipologia e origini diverse, per evitare di legare la musica a un luogo specifico e permettere all’ascoltatore di lasciarsi trasportare in un mondo immaginario. Ogni brano musicale è diverso; tuttavia, una volta assemblati, si incastrano perfettamente, come i pezzi di un puzzle fondendosi perfettamente con l’atmosfera del gioco, accentuando i momenti di suspense e quelli di esplorazione. Sebbene non sia un elemento predominante, la musica è comunque riuscita a creare un sottofondo emotivo e particolarmente intimo che amplifica l’immersività.

Commento finale

Amerzone – The Explorer’s Legacy omaggia al meglio l’epoca delle avventure grafiche, con una storia affascinante e un mondo ricco di mistero da esplorare. La grafica rinnovata (con una revisione visiva che dovrebbe soddisfare le aspettative dei fan originali e stupire il nuovo pubblico), la narrazione ampliata, la direzione artistica (già incredibile per l’epoca) e l’atmosfera avvolgente rendono questo gioco ancora oggi un’esperienza che vale la pena di vivere. Per gli amanti delle avventure grafiche, Amerzone è un titolo che merita di essere riscoperto e che siamo sicuri rimarrà nel cuore di chiunque sia alla ricerca di un’esperienza di gioco che unisca mistero, esplorazione e narrazione coinvolgente.

8.8

Amerzone – The Explorer’s Legacy


Amerzone – The Explorer’s Legacy omaggia al meglio l'epoca delle avventure grafiche, con una storia affascinante e un mondo ricco di mistero da esplorare. La grafica rinnovata (con una revisione visiva che dovrebbe soddisfare le aspettative dei fan originali e stupire il nuovo pubblico), la narrazione ampliata, la direzione artistica (già incredibile per l'epoca) e l'atmosfera avvolgente rendono questo gioco ancora oggi un'esperienza che vale la pena di vivere. Per gli amanti delle avventure grafiche, Amerzone è un titolo che merita di essere riscoperto e che siamo sicuri rimarrà nel cuore di chiunque sia alla ricerca di un'esperienza di gioco che unisca mistero, esplorazione e narrazione coinvolgente.

PRO

Atmosfera enigmatica e narrazione coinvolgente | direzione artistica magistrale | enigmi diversificati e alla portata | gli aggiornamenti grafici impreziosiscono ancora di più il primo progetto di Benoît Sokal |

CONTRO

| Alcuni potrebbero trovare il ritmo fin troppo compassato |

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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