Recensione Diablo IV

L’attesa per Diablo IV è stata lunga. Qualcosa più di dieci anni per gli utenti PC, e poco meno per quelli console. In questo inizio d’estate che tarda ad arrivare, il male tornerà ad insinuarsi inesorabilmente ed efferatamente nelle nostre case. L’ombrellone ed il pattino dovranno necessariamente attendere, perché dovremo rispondere a quest’ultima disperata chiamata, per fronteggiare l’ondata di satanassi.


Versione testata: PC


L’ultima fatica di Blizzard Entertainment sarà disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, Xbox One e Microsoft Windows.

Premessa

Al fine della recensione, abbiamo passato un bel monte ore facendo carneficine lungo le terre di Sanctuarium. Come approfondiremo più avanti, Diablo IV sostanzialmente si dividerà in 2 modalità di gioco: la campagna offline ed il multiplayer con stagioni, season pass e compagnia bella. Blizzard a riguardo dell’esperienza online, ha fissato verso metà luglio il day one della prima stagione. Road map non casuale, ed anzi ben congeniata. In questo mesetto che ci separerà dal poter godere del gioco in tutte le sue declinazioni, Blizzard potrà constatare e consolidare la solidità dei server, e dare tempo ai giocatori sia vecchi che nuovi, di familiarizzare con le dinamiche di gioco e portare a termine la campagna in single player.

Va detto inoltre, pratica ormai quasi scontata, che la key è stata inviata con molto poco preavviso. In molti casi, può anche essere sufficiente poco tempo per “inquadrare” bene un titolo, fino all’end game. Nel caso di produzioni imponenti come Diablo IV la questione temporale riveste un ruolo fondamentale per noi redattori. In un titolo loot-centrico, con centinaia di build realizzabili, con diversi livelli di difficoltà con cui approcciare le varie run, dipingere un quadro esaustivo della produzione è quasi impossibile.

Pertanto la nostra recensione si occuperà di sviscerare (siamo in tema, no?) per quanto assunto Diablo IV, riguardo gli aspetti della campagna offline, ovviamente senza tralasciare qualche commento o informazione riguardo all’online.

Nelle righe a venire condivideremo con voi quanto vissuto, in merito alla nostra discesa in campo per fronteggiare la mefistofelica oppressione!


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Diablo IV

Sanctuarium, una raffinata oasi di sangue

La storia degli isometrici 3D ci ha spesso abituati ad una certa cura per il dettaglio. Detta tipologia di gioco raramente è stata associata ad un comparto grafico spacca-mascella, o particolarmente esosa a livello tecnico, tuttavia non di rado abbiamo avuto il piacere di godere di produzioni veramente sublimi a livello di dovizia di particolari. A partire dai vecchi Baldur’s Gate, passando per i più recenti Divinity Original Sin, Diablo IV ne segue convintamente le orme. Nell’illuminazione, nella realizzazione delle texture, degli effetti particellari, troviamo un impianto molto solido e ben rifinito. Il titolo di Blizzard è una bellezza per gli occhi. Lo scarso allontanamento per altro porta ad uno zoom medio più stretto rispetto ai capitoli precedenti, per cui sarà più facile godere della grande raffinatezza del dettaglio.

La varia realizzazione degli scenari esterni di Sanctuarium è decisamente appagante: elementi infernali ed angelici sono sempre presenti, connotando le varie aree di aure completamente differenti ed evocative. Alberi che tremano sotto i colpi possenti dei mostri, spettacolari esplosioni ad area e molto altro ancora, impreziosiscono il comparto grafico di Diablo IV. Tuttavia lo scenario dove a nostro avviso esprime il meglio di se a livello di cura del dettaglio, è quello degli interni. La ricchezza del dettaglio, fatta di raffinati suppellettili, di arredamento sempre coerente con la location, di un’enorme quantità di elementi posizionati mai per caso, accrescono non di poco il livello di immersione del giocatore con il contesto e l’ambientazione.

Quando nei vari dungeon si scende di livello e ci si dirige sempre più nei meandri fino al cuore pulsante, tana del boss, veniamo oppressivamente permeati dall’ambiente che ci circonda. Aumenta esponenzialmente la quantità di sangue presente, le effigi del male sono sempre più brutali, ed anche non sapendo dove sia ubicato esattamente il mostro finale, riusciremo a fiutarne l’olezzo attraverso i nostri occhi.

Diablo IV

Hack ‘N(arrativa)’ Slash

Tra tutti i capitoli della saga, indubbiamente Diablo IV è quello in cui la componente narrativa è stata più curata e posizionata al centro del progetto. Capiamoci, il gioco è composto al 98,9% da punta & clicca, tuttavia gli va riconosciuta una certa profondità a livello testuale. La storia principale vede l’utilizzo di diversi personaggi piuttosto duraturi, carismatici e ben caratterizzati.

Pregevoli le cut scene che si avviano durante i dialoghi più importanti durante l’incedere della main story. Non avremo alcun tipo di interazione durante i dialoghi, non sono presenti risposte a scelta multipla, o altro sul genere RPG. Ma d’altra parte è giusto così, e non se ne sarebbe sentito il bisogno di un’implementazione in tal senso. Nel mondo di Diablo IV, noi saremo protagonisti della storia, ma allo stesso spettatori/lettori riguardo a tutte le storie, di vita o persino religioso-deistiche, che ne compongono il cosmo.

Chiaramente la stessa profondità di contenuti della storia principale, non è sempre percepibile durante le quest secondarie. Molto spesso ci si limiterà alle classiche fetch quest, in cui l’npc di turno ci commissionerà di riportargli indietro un oggetto. D’altra parte, di giochi con quest secondarie memorabili se ne contano pochissimi, e per lo più sono una rarità. Un titolo come The Witcher 3 ha fatto scuola sotto questo punto di vista, rimanendo però una rarità, a dispetto di un livello di norma che è ben al di sotto della sua soglia.

In definitiva, nonostante i dialoghi possano essere visti come intermezzo tra un’orda di nemici e l’altra, a noi questa corposità ed importanza relativa alla storia del mondo, dei suoi Dei e dei suoi protagonisti, ha galvanizzato molto, garantendoci ulteriore immersività ed interesse.

Diablo IV

Compulsivamente loot-parametrico

Ve l’avevamo anche velocemente accennato all’inizio della recensione: volendo si potrebbe avviare Diablo IV, selezionare il livello del mondo più adatto alle vostre capacità, e godersi l’esperienza di gioco senza ulteriori tormenti o indugi.

Perfetto. Ma sappiate che così facendo starete giocando Diablo IV al 14% del suo potenziale. Sì perché questa ultima grande IP di Blizzard, come da tradizione, è compulsivamente basata su due aspetti che ne sanciscono la sua grandezza:

  1. la quantità e varietà di loot disponibile
  2. la complessità dei vari bonus & malus di ogni loot

La somma di questi due importantissimi fattori fa sì che durante il gioco raccoglierete una quantità di lotto indecifrabile. Di volta in volta equipaggiandolo nei vari slot disponibili (petto, braccia, gambe ecc.) dovrete far bene i conti e le considerazioni su cosa andrà a migliorare. Ma c’è di più: molto spesso, alcuni equipaggiamenti andranno ad aumentare le stat delle nostre skill, per cui dovrete considerare non solo le caratteristiche dell’oggetto in se, ma anche valutando quanto siano affini con il nostro albero delle abilità.

La buona riuscita di una build passerà necessariamente da qui. Potrete essere i giocatori più bravi del pianeta, ma senza aver costruito un personaggio generato dall’incrocio delle abilità e dell’equipaggiamento, non avrete mai la meglio dei boss più forti nei mondi di gioco a livello più difficile.

Come se non bastasse, potrete anche potenziare armi ed equipaggiamento dai fabbri nei vari insediamenti, incastonando ove possibile delle pietre preziose, che conferiranno al determinato pezzo di equip ulteriori valori.

Nella mia esperienza di gioco personale, mi sono talmente drogato riguardo al raccogliere loot sempre più potente, che mai ho comprato un arma o un pezzo di armatura dai vendor. Ad ogni mio ritorno da dungeon e roccaforti varie, ho sempre preferito smantellare tutto l’equip che mi ero riportato, guadagnandone così materiali preziosi per il crafting. Anche perché a dirla tutta, al momento non ho avuto nemmeno bisogno di spendere le monete d’oro guadagnate per le missioni, se non in minima parte.

Diablo IV

Oro, oro, oro dappertutto!

Non fossi stato un appassionato giocatore di Dungeons & Dragons cartaceo della prima ora, una cosa di questo Diablo IV mi avrebbe fatto storcere un po’ il naso. Sostanzialmente, che si uccida un predone, un ragno, una larva gigante, uno zombie, un demone, o qualsiasi altro mostro vi possa parare davanti, ci sarà sempre una costanza nel loot che scaricherà a terra: monete d’oro.

Per quel che mi riguarda, a prescindere dal videogioco a cui stia giocando, faccio sempre molto caso a quanto la produzione sia coerente, sensata e se malamente riempita di elementi tanto per. Ad esempio, mi è capitato spesso nei titoli survival horror, di trovare dei proiettili per il fucile a pompa aprendo un frigorifero, o molotov nel mobiletto del bagno. Sinceramente questi momenti per me equivalgono ad una doccia gelata, stroncandomi momentaneamente il livello di immersione ed empatia con il gioco.

Sì perché nei successivi secondi non riesco a non pensare: “va bene che il mondo gli è andato a rotoli, ma cosa cavolo ci faceva con una molotov in bagno?” e via dicendo.

In Diablo IV mi è successa la stessa cosa. Uccise le prime creature che non fossero umani o magari demoni, vendendo l’oro come loot ho pensato “come fa un pipistrello ad avere delle monete d’oro?“.

Ed è qui che entra in gioco la premessa fatta nella prima riga del paragrafo: Diablo IV senza alcuna ombra di dubbio, a partire dal primo, attinge a piene mani dall’infinito calderone di risorse che è Dungeons & Dragons. Sin dai primi manuali (Basic, Companion ecc.) come indicazione al novello dungeon master, c’erano delle tabelline che in base alla forza del mostro, come ricompensa una volta sconfitto, si dovevano calcolare in proporzione punti esperienza e monete d’oro. Fine. Senza nessun’altro ragionamento più raffinato in merito a se fosse sensata come ricompensa o meno.

Ugualmente ragiona Diablo IV. E se da una parte rimane innegabilmente vero, che alcuni mostri per logica non dovrebbero rilasciare un determinato tipo di drop a rigor di logica, se si approccia il gioco avendo un background personale fatto di gioco di ruolo cartaceo, questa sorta di difetto acquisisce connotati perfino romantici e nostalgici, riportando la mente a periodi felici passati intorno ad un tavolo a tirare dadi con gli amici.

Diablo IV

L’immensità “geografica” e contenutistica di Diablo IV

Blizzard ha indubbiamente sfruttato questi lunghi anni di sviluppo al meglio. Anche grazie all’utilizzo di beta temporanee e sperimentali, si è arrivati ad un day one senza grandi intoppi. E’ vero che nella nostra esperienza qualche crash o freeze ci sono capitati, ma niente di irrisolvibile con le prime patch, per altro già arrivate. A livello di rete non abbiamo mai dovuto attendere in coda per accedere, e la solidità dei server si è mostrata tale anche in game. Il lavoro svolto dal team californiano si è dimostrato quanto mai maturo sotto ogni aspetto, si vede chiaramente le righe di codice sono state scritte da chi di questo genere ne sa, e parecchio.

La mappa di gioco è veramente immensa. Le varie regioni sono strapiene di dungeon, grotte, cantine, insediamenti, roccaforti da conquistare ed altro ancora. Il monte ore di gameplay, intervallando la main story con tutto il resto, cresce esponenzialmente. Un mondo strapieno di loot: armi, equipaggiamento di ogni tipo, attraverso cui passare un mare di tempo a potenziare ed incastrare il tutto per la propria build.

L’implementazione del cavallo, anche se non sempre perfetto nelle movenze, comodissimo qualora non si voglia utilizzare il teletrasporto, ma altrettanto non ci si voglia perdere nessun punto della mappa.

E siamo solo all’inizio. Siamo all’antipasto della campagna single player. A metà luglio si apriranno gli infernali cancelli delle Season, e da lì inizierà la vera esperienza in Diablo IV. Questo primo mese e mezzo possiamo considerarlo come una palestra, come un enorme e lussuoso tutorial. La mole contenutistica, anche secondo le promesse fatte dallo sviluppatore, sarà sempre ricca ed aggiornata durante le varie stagioni.

Diablo non è un gioco per tutti. O ti annoia dopo 10 minuti, o non riuscirai a staccartene nemmeno dopo mesi passati a fare sostanzialmente le stesse cose. Per tutti gli appartenenti al secondo gruppo, si prospettano mesi di inarrestabile prosperità, di ore di gameplay online passate insieme ai propri amici, classe dopo classe, build dopo build, dungeon dopo dungeon.

Commento finale

Diablo IV è un’opera solida, matura, ricca e convincente. E’ un hack & slash, con i suoi limiti e le sue carenze, ma capostipite eccellente del suo genere. Ampiamente recuperato lo smalto perso parzialmente con Diablo III ed Immortal, questo nuovo capito rinvigorisce la saga, rinnovandone ed impreziosendone i contenuti, grazie ad un impianto narrativo di tutto rispetto e ad una mole contenutistica gargantuesca. Ben disegnato, artisticamente ispirato e con rimandi alle vecchie produzioni (senti alcuni arpeggi, che seppur flebilmente, riportano la mente agli indimenticabili presenti in Diablo I). Nonostante i 17 anni passati dall’uscita di Diablo, Blizzard ha ancora saldo il timone tra le mani, e riesce a dettare la rotta in un genere che ha visto e vede tutt’ora diversi concorrenti. Benché ci desti qualche perplessità l’impostazione fortnitesca delle stagioni, abbandonando la crescita infinita dello stesso personaggio, non vediamo l’ora di toccare con mano le nuove implementazioni di Blizzard, e vedere fino a che punto potrà spingersi la produzione in futuro. E tu, sarai della partita?

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Diablo IV


Diablo IV è un'opera solida, matura, ricca e convincente. E' un hack & slash, con i suoi limiti e le sue carenze, ma capostipite eccellente del suo genere. Ampiamente recuperato lo smalto perso parzialmente con Diablo III ed Immortal, questo nuovo capito rinvigorisce la saga, rinnovandone ed impreziosendone i contenuti, grazie ad un impianto narrativo di tutto rispetto e ad una mole contenutistica gargantuesca. Ben disegnato, artisticamente ispirato e con rimandi alle vecchie produzioni (senti alcuni arpeggi, che seppur flebilmente, riportano la mente agli indimenticabili presenti in Diablo I). Nonostante i 17 anni passati dall'uscita di Diablo, Blizzard ha ancora saldo il timone tra le mani, e riesce a dettare la rotta in un genere che ha visto e vede tutt'ora diversi concorrenti. Benché ci desti qualche perplessità l'impostazione fortnitesca delle stagioni, abbandonando la crescita infinita dello stesso personaggio, non vediamo l'ora di toccare con mano le nuove implementazioni di Blizzard, e vedere fino a che punto potrà spingersi la produzione in futuro. E tu, sarai della partita?

PRO

Contenutisticamente immenso | Mappa gigantesca | Narrativamente come mai in passato | Artisticamente ispirato

CONTRO

Qualche crash o freeze durante la nostra esperienza | Soundtrack non ai livelli dei primi due capitoli | Quest secondarie banali e ripetitive

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