Se ci seguite da un po’ di tempo, sapete quanto amiamo visceralmente DREDGE. Già in occasione della sua release per PC ed home console quasi due anni fa, abbiamo avuto modo di parlarne tessendone ampie lodi. Una produzione fresca, originale e spiazzante come solo le migliori produzioni indie sanno essere, con l’imprevedibilità del coraggio e la bontà di idee semplici ma efficaci.
Con un titolo a metà strata tra il simulatore di pesca e l’horror alla H.P. Lovecraft, il team neozelandese Black Salt Games segnava il suo esordio nel panorama videoludico con una perla di rara bellezza, dragata da profondità marine irte di pericoli ed insidie innominabili. Non sazi, nel corso dei mesi successivi abbiamo avuto modo di spingerci ancor più a largo di queste acque perigliose con le lodevoli espansioni The Pale Reach e The Iron Rig. Quando il nostro viaggio sembrava oramai concluso, gli sviluppatori ci hanno ricondotto al timone del nostro fido peschereccio per affrontare nuovamente l’avventura. Stavolta su dispositivi mobile.
DREDGE Mobile è disponibile dal 27 Febbraio per iOS ed Android.
Versione testata: Android
Benvenuti a Midolla Maggiore
A livello contenutistico, la versione mobile di DREDGE ricalca fedelmente l’opera originaria, comprese le espansioni acquistabili separatamente.
Ancora una volta, l’avventura inizierà dallo sfortunato naufragio del vostro alter ego pescatore. Attratto dalle ammalianti prospettive lavorative di Midolla Maggiore, il sindaco della località marittima vi proporrà un accordo. Una nuova imbarcazione in cambio della restituzione del debito ed annesso contributo alle necessità alimentari della popolazione. Tra una battuta di pesca e l’altra, ben presto scoprirete che c’è qualcosa di sinistro tra le onde, al calare del sole. L’incontro fortuito con un misterioso personaggio vi porterà sulle tracce di strani reperti dispersi nell’arcipelago…

Per apprezzare ogni aspetto di DREDGE ed evitare di riproporre in questa sede la medesima analisi, vi rimandiamo alla nostra recensione. Non vogliamo tuttavia lasciarvi a bocca asciutta.
La produzione Black Salt Games coniuga una direzione artistica low poly con una soundtrack evocativa ed una narrativa perfettamente calibrata tra mistero ed orrore. Gli enigmatici personaggi che incontrete vi porteranno sempre ad esplorare più approfonditamente la mappa, per scoprirne gli sconcertanti segreti. Farlo presupporrà tuttavia migliorare le vostre possibilità di avventurarvi tra le acque, evitando accuratamente i rischi notturni tra esseri mostruosi e folli allucinazioni.
La doppia anima di DREDGE si ripercuote così sul gameplay, diviso tra simulazione di pesca con elementi gestionali e racconto a tinte oscure. Il loop ludico si fonda sulla costante necessità di pescare nuova fauna marina, venderla al miglior offerente e, col ricavato, migliorare il proprio equipaggiamento per affrontare sfide sempre maggiori. I guadagni più lucrosi richiederanno tuttavia di perdersi nella notte e nei suoi pericoli, con la prospettiva di un facile game over di fronte ad una preparazione non ottimale. Le grandi ricompense richiedono grandi rischi… ne vorrete pagare il prezzo?

Dragaggio mordi e fuggi
Fortunatamente, DREDGE non perde una goccia del suo carisma nell’adattamento sui dispositivi mobile.
Anche su ecosistemi molto diversi ed al netto di una risoluzione più modesta, il titolo appare in splendida forma. Un po’ per un fascino in grado di resistere alla prova del tempo (ne siamo sicuri, verrà apprezzato sempre di più col passare degli anni), un po’ per il suo bilanciato game design. DREDGE infatti si presta magnificamente a sezioni adatte alla fruizione mordi e fuggi tipica dei devices portatili. Ciascuna battuta di pesca occupa infatti potenzialmente una manciata di minuti, a seconda delle scelte compiute dal giocatore. Una tempistica scalabile, ideale per godersi il titolo a piccoli sorsi tra una corsa in treno ed una pausa pranzo.

Parte del merito è tuttavia anche e soprattutto dell’ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo dal punto di vista tecnico.
Graficamente, il colpo d’occhio di DREDGE non appare così dissimile dai suoi fratelli maggiori ed anche il framerate si dimostra solido. Prestazioni convincenti che lo sono ancora di più se si pensa che abbiamo deciso di testare il titolo anche su dispositivi non esattamente recentissimi. Il nostro test ha infatti coinvolto addirittura un Samsung Galaxy S20 FE, un device sicuramente valido ma vecchio oramai più di quattro anni. Un malizioso guanto di sfida da parte nostra, che tuttavia DREDGE ha sapunto raccogliere e superare a pieni voti. In un panorama in cui la rincorsa all’ultimo upgrade tecnologico la fa da padrona, siamo rimasti piacevolmente soddisfatti di constatare che l’ottimizzazione di Black Salt Games permette al titolo di poter essere goduto anche da chi non è solito cambiare così spesso smartphone o tablet. E non è un pregio da sottovalutare.

Orrore lovecraftiano… in miniatura
Posto che dunque DREDGE ha preservato tutte le sue migliori qualità anche nel formato tascabile, la vera domanda è: vale la pena giocarlo su dispositivi portatili?
Qui siamo decisamente più combattuti e non è facilissimo dare un rigido parere. Abbiamo amato DREDGE in tutte le sue sfaccettature, comprese le espansioni che ne hanno aumentato longevità e varietà oltre la già eccellente formula base. A livello contenutistico ci troviamo di fronte alla medesima esperienza. Pertanto giocarlo su un dispositivo mobile non pregiudica alcunché, da questo punto di vista. Sono ancora qui tutte le sensazioni, le suggestioni ed i sussulti provocati dalle ombre provenienti dagli abissi. Semmai, possiamo osservare che si poteva approfittare dell’adattamento per inserire qualcosa di più sfizioso al fine di sfruttare il differente ecosistema di riferimento. Coloro che hanno già sviscerato il titolo su PC o console, troveranno dunque ben poco mordente per affrontare nuovamente l’avventura.

L’attrattiva della versione portatile tende poi a scemare nel paragone con la superiore flessibilità delle release originali. Sebbene sia stato tutto adattato perfettamente alle differenti dimensioni delle immagini nonché ai controlli touch degli schermi adattivi, la differenza si sente. Ad esempio, navigare con il vostro peschereccio potrebbe apparire molto meno responsivo rispetto all’uso di un controller, soprattutto nelle manovre più delicate. Il vero problema è tuttavia nella parte gestionale.
I menu impiegati da DREDGE per organizzare l’inventario sono infatti rimasti gli stessi. Tuttavia, mentre è una passeggiata gestirli con un controller o con il binomio mouse /tastiera, interfacciarsi con uno display minuto diventa molto più complesso. Soprattutto con gli schermi più piccoli, riuscire a selezionare le opzioni giuste diventa un’operazione che porta qualche sofferenza di troppo. In questo senso, risulta davvero inarrivabile la comodità di un monitor, di una televisione, di una Nintendo Switch o di una Steam Deck.

Commento finale
A quasi due anni dalla release originaria su PC e console, DREDGE approda anche sui dispositivi mobile con una conversione di alta qualità. L’esperienza ludica è ancora una volta decisamente assuefacente, grazie al lavoro di ottimizzazione (anche su devices non recentissimi) ed al tremendo fascino delle meccaniche ideate da Black Salt Games. Per chi non lo ha giocato in precedenza, questa può essere un’occasione d’oro per recuperare uno dei migliori indie degli ultimi anni, in una veste deliziosamente tascabile (a patto di non optare per gli schermi più modesti). Coloro che invece hanno già solcato gli oscuri mari di Midolla Maggiore e dintorni, stavolta potrebbero attraccare la loro nave in porto e riposare per la notte.




