Ender Magnolia: Bloom in the Mist è il seguito di quella piccola gemma grezza di Ender Lilies: Quietus of the Knights che aveva colpito i videogiocatori per la sua atmosfera, l’eccellente sistema di progressione ed il suo gameplay tanto immediato quanto appagante, nonostante le evidenti rigidità. Appagamento che derivava principalmente dal suo livello di sfida e dall’alone di mistero che permeava tutta la produzione. Questo sequel si presenta con una proposta più rifinita, accessibile, ma senza “brivido”. Ender Magnolia è una bellissima rosa, ma senza le “spine” che avevano reso “passionale” l’approccio con il capostipite.
Se vogliamo tracciare un parallelo con un altro franchise, Ender Lilies sta al primo Blasphemous come Ender Magnolia sta a Blasphemous 2. In entrambi i casi, i sequel perfezionano la formula, rendendo i titoli più appetibili al grande pubblico, ma perdono un po’ dell’identità e del fascino che caratterizzavano i capostipiti. Mentre Blasphemous 2 e Ender Magnolia sono sicuramente esperienze migliori sotto molti aspetti, è difficile non avvertire che una parte della magia originale si sia leggermente affievolita nel nome dell’accessibilità.
Ender Magnolia: Bloom in the Mist, sviluppato da Adglobe e Live Wire ed edito da Binary Haze Interactive, è disponibile dallo scorso 22 gennaio 2025 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC.
Versione testata: PlayStation 5
Gotta Catch ‘Em All
Le vicende di Ender Magnolia prendono piede dieci anni dopo la fine di Ender Lilies, a Vaporterra, una grande nazione magica che deve la sua prosperità a una vasta sorgente arcana sotterranea. Prosperità che doveva condurre il paese alla gloria grazie alla creazione di vite artificiali: gli Homunculi. Tuttavia, misteriosi vapori provenienti dal sottosuolo fecero impazzire questi esseri, trasformandoli in mostri fuori controllo. Dovremo quindi accompagnare Lilac, un “Accordatrice”, nel suo viaggio attraverso un mondo distrutto, alla ricerca della verità dietro una misteriosa calamità. Un viaggio davvero corposo, che ci terrà impegnati per una ventina di ore e anche più, a seconda di quante attività vorremo completare.
Sebbene gli spunti narrativi siano intriganti, la storia non riesce mai a decollare completamente. I dialoghi, seppur ben scritti, mancano di quel peso emotivo necessario a rendere il racconto davvero memorabile. Tuttavia, la trama ed il background del mondo di gioco sono “raccontati” in maniera più diretta rispetto al predecessore, che abbracciava la filosofia della predominanza della narrativa ambientale.
Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti
Ender Magnolia è un metroidvania 2D dark fantasy che è praticamente un contenitore di tutto quello che un prodotto di questo ormai sovraffollato sotto-genere deve avere.
La peculiarità maggiore del franchise risiede nel sistema degli Homuncoli. Combattendo contro questi potenti avversari e liberando le loro anime, difatti, Lilac potrà reclutarli nella propria squadra. Ognuno di questi possiede abilità uniche, utili sia in battaglia che nell’esplorazione. Per esempio, alcuni possono distruggere muri segreti, mentre altri permettono di raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili. Questo sistema offre un elevato livello di varietà, su tutti i fronti. Vien da sé che le mappe sono ricche di segreti, passaggi nascosti e scorciatoie, ed incentivano il backtracking per scoprire ogni angolo del mondo di gioco.
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Sia i combattimenti che le sezioni platform, dunque, godono di una fluidità ed una solidità impressionante. Come dicevamo in apertura, questo Ender Magnolia: Bloom in the Mist è un sequel praticamente impeccabile, che ripulisce tutte le spigolosità del primo: mappa strutturata in maniera eccellente e che ci “tiene intelligentemente per mano” soprattutto nelle prime ore di gioco, boss fight molto più equilibrate, tantissimi ritocchi al game design che rendono il prodotto molto più accessibile (le cure finalmente sono reattive, ad esempio). Tuttavia un po’ per la ovvia natura dei sequel, un po’ per questa ricerca dell’accessibilità, è stata persa un po’ di magia, quell’alone di mistero che, lo ribadiamo anche in questa sede, è il pepe che rende i metroidvania ed i soulslike (ed i loro figli illegittimi) così dannatamente entusiasmanti. Ma va bene anche così.
Una fiaba malinconica
Fin dal primo avvio, Ender Magnolia colpisce per il suo stile artistico mozzafiato. Le ambientazioni sono un mix perfetto tra il fiabesco e il macabro, con foreste oscure avvolte dalla nebbia, antichi castelli in rovina e cieli dipinti di tonalità malinconiche. Ogni area è curata nei dettagli, con un uso sapiente di luci e ombre che riesce a catturare l’attenzione del videogiocatore. Il comparto tecnico è impeccabile: nella nostra prova non abbiamo riscontrato neppure una singola sbavatura.
La colonna sonora accompagna l’esperienza con melodie che oscillano tra il dolce e l’inquietante, amplificando l’atmosfera, così suggestiva e riuscita. Peccato solo che in alcuni casi la musica non si “accordi” alla perfezione con l’azione a schermo.
Commento finale
Ender Magnolia: Bloom in the Mist è il sequel perfetto. Risolve tutte le criticità del precedente e perfeziona ancora di più l’elemento distintivo del franchise: la gestione degli Homuncoli. Tuttavia, in nome dell’accessibilità, si è persa un po’ di quella magia che rese Ender Lilies così affascinante. Ma va benissimo così.
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