Il periodo più florido per tutto quello che riguarda le tematiche aliene: avvistamenti, incontri ravvicinati e soprattutto rapimenti ed invasioni è stato quello dei primi anni ’90. Si trattava di un tema che riusciva ad avere una morsa poderosa sull’immaginazione del grande pubblico. Cosa c’è nello spazio? Esistono altri mondi? E se gli “alieni” fossero già tra noi? Insomma, il mondo cinematografico (in particolare) era preso d’assalto da produzioni che trattavano alieni e simili; dalla pluripremiata serie TV di Chris Carter, X-Files, a Stargate, passando per Independence Day e Mars Attack fino ad arrivare a Men in Black e Starship Troopers, era davvero complicato non appassionarsi al genere e ai suoi sottogeneri.
Alieni e spazio profondo, fra storie e cospirazioni!
E per quanto riguarda il gaming invece?
Le tecnologie non erano quelle di oggi, questo è fuori discussione ma anche nell’ambito videoludico, L’alien theme, era molto in voga. Come non citare Doom di John Romero e id Software, oppure i tanti capitoli (giocabili) dedicati alla creatura di Ridley Scott, Alien, fino ad arrivare al maestoso Half-Life. Nessuno però aveva mai pensato ad un videogioco che raccontasse una vera invasione, ad una astronave aliena, il classico disco volante scintillante per intenderci, che di punto in bianco atterra in una radura di una tranquilla comunità. A colmare tale “mancanza”, ci hanno pensato Aaron Roller di Refugium Games ed il publisher Perpetual-Europe. attraverso il loro titolo Survival-Horror story-driven, Greyhill Incident. E’ ciò che ci aspetta oppure no? Scopritelo nella nostra recensione!
Versione testata: PlayStation 5
Unidentified Flying Object
Nei panni di Ryan Baker, equipaggiato con una semplice mazza da baseball e alcuni proiettili nel suo fidato revolver, sarete chiamati ad “esplorare” il suggestivo quartiere di Greyhill, invaso da UFO e alieni grigi. Il tutto prende via quando una conversazione telefonica tra i membri della guardia di quartiere di Greyhill, un gruppo creato ad hoc a causa dei crescenti avvistamenti di figure misteriose grigie e alla scarsa fiducia nel governo, informa il buon Ryan che c’è qualcosa che non va …
I want to … survive!
Dopo una manciata di minuti, ci si ritrova catapultati in una vera e propria lotta per la sopravvivenza (o meglio ad evitare di essere rapiti). Il filmato di apertura – davvero ben fatto – prepara il giocatore ad un teso incontro ravvicinato del terzo tipo. Le premesse erano più che buone, davvero, ma quello che in realtà abbiamo sperimentato è stato un gameplay noioso e una storia tanto banale quanto incomprensibile.
Il quartiere creato dallo sviluppatore è circoscritto e diviso in zone; una volta acceduti ad una determinata zona, non è possibile tornare indietro né tantomeno ricaricare da un precedente punto di controllo. Un qualcosa che rende l’esperienza ludica a dir poco frustrante. Ritrovarsi in una determinata zona, con una manciata di proiettili a malapena ed una mazza da baseball che sembra pesare 2 quintali, contro 5/6 alieni grigi, non è stato affatto divertente.
Eppure ce l’abbiamo fatta, fra corse sfrenate – gestione della stamina a parte – e qualche colpo di fortuna, a superare l’unica zona – tanto problematica ma paradossalmente anche la più ispirata – fra quelle proposte dalla brevissima esperienza (possiamo considerarla una demo dato che dura un’oretta o poco più) di Greyhill Incident.
Hide, run (fight?) and repeat!
Lo scarno gameplay di Greyhill Incident richiede al giocatore di apprendere controlli basici: abbassarsi, nascondersi (in un angolo, oppure in un armadio, o peggio ancora, in una profumatissima latrina), correre. Di tanto in tanto, munizioni permettendo, anche di affrontare a faccia a faccia i “sinistri” alieni grigi. Scordatevi di poterli ammazzare con la mazza da baseball; questa può soltanto stordirli, a patto che riusciate ad utilizzarla a tempo, in quanto Ryan sembra avere la forza e la reattività di un ultraottantenne. L’unico modo per farli fuori è sparando. Come anticipato, le munizioni sono pochissime e pertanto, la via migliore è quella di darsela a gambe cercando – al contempo – di risolvere (e di destreggiarsi) attraverso i vari obiettivi, scarsamente ispirati o che rasentano l’incomprensibile (ma che preferiamo, qualora aveste lo stomaco di giocare al titolo, non spoilerarvi). Vi basti sapere che il buon Ryan deve aiutare la gente del posto a risolvere i loro problemi, mentre il figlio – attenzione spoiler – è stato rapito dagli alieni.
Insieme ai fastidiosi alieni, dovrete sopportare momenti difficili esplorando il “villaggio”. Sfortunatamente, lo sviluppatore non ha inserito una mappa e le missioni sono a dir poco vaghe. Inoltre, non esiste un sistema di marcatori e trovare la strada giusta può essere più complicato di quanto possa sembrare, specialmente quando si è braccati dagli alieni.
L’atmosfera fa il suo
Al di là degli obiettivi scarsamente ispirati, abbiamo particolarmente apprezzato gli enigmi rudimentali, lo strano senso di fratellanza del vicinato e il desiderio ardente di esplorare ogni casa per raccogliere munizioni, informazioni e carta stagnola (fondamentale per non farsi leggere nel pensiero dai grigi). Inoltre, la paura di imbattersi in un alieno è stata a dir poco enorme e il jump scare – almeno quello – è stato (quasi sempre) assicurato.
Abbiamo altrettanto apprezzato l’ambientazione, inquietante, oscura, ansiogena. Vagare per campi di grano incolti o sgattaiolare tra le case ci ha fatto venire il cuore in gola. Inoltre, vedere da vicino li grigi è stata un’esperienza da brivido. La decisione di optare per una prospettiva in prima persona è stata la scelta più azzeccata. Questo punto di vista esalta la natura spettrale dell’azione di gioco. Accanto a questo, l’uso di una torcia a carica è stato geniale. La scarsa illuminazione unita allo sfarfallio della luce ha reso la ricerca in ogni luogo un’esperienza straziante.
L’audio fa un ottimo lavoro nell’aumentare paura e suspense. Giocare Greyhill Incident con le cuffie, è sicuramente meglio in quanto è possibile udire ogni minimo dettaglio che lo sviluppatore ha incorporato precipuamente nell’azione. Dal fruscio del vento, al rumore delle piante di grano, fino ad arrivare all’agghiacciante suono degli alieni che si palesano in un attimo. Altrettanto buona l’IA dei nemici, con ronde sì determinate ma che cambiano se malauguratamente un alieno o più alieni ci hanno precedentemente avvistato.
Tuttavia, non possiamo ignorare le gravi mancanze nel gameplay e nella trama. Un gioco di avventura di questo tipo, richiede un mix di diversi elementi e purtroppo se mancano proprio gameplay e trama, significa che qualcosa non è andato come doveva. Pessima anche l’interfaccia utente, scomoda e a tratti inutilizzabile.
Breve ma non intenso
Come anticipato, la durata del prodotto è ridotto all’osso; in una manciata di ore, dipende anche dalle vostre skills, porterete a compimento il gioco. Inoltre, a parte per i completisti (il trofeo di platino è forse fra i più facili da ottenere in assoluto), per tutti gli altri, non ci sono pochi motivi per tornare a rigiocarlo.
Commento finale
Greyhill Incident di Refugium Games ed Perpetual-Europe, è un titolo Survival-Horror story-driven dal buon potenziale che purtroppo è finito malamente sprecato. Ad una ambientazione vibrante, oscura, ansiogena (con momenti a dir poco spaventosi) si contrappone un gameplay problematico e scarsamente coinvolgente (figuriamoci divertente). Un gioco di avventura di questo tipo, richiede un mix di diversi elementi e purtroppo se mancano proprio gameplay e trama, significa che qualcosa non è andato come doveva. Pessima anche l’interfaccia utente, scomoda e a tratti inutilizzabile. Considerando il prezzo, circa 35 euro e la durata, davvero ridottissima tanto da farlo sembrare più una demo che un gioco completo, se proprio siete fan del genere, vi consigliamo l’acquisto soltanto quando otterrà una riduzione di prezzo consistente; fino a quel momento, lasciate perdere!