Recensione Halo: Reach


Luci e ombre

Il comparto tecnico mostra quanto Bungie abbia spremuto a fondo la console Xbox 360. Per un tipo di gioco come è Halo: Reach, basato su un sandbox dove il motto “what you see it’s what you play” (quello che vedi è quello che puoi giocare) è sempre presente, è davvero ammirevole il lavoro che il team è riuscito a fare. Il dettaglio riposto in ogni oggetto, personaggio, ambientazione, fa si che il giocatore si senta appagato di quello che vede. I panorami colorati con sullo fondo il cielo acceso da diverse luci miste tra esplosioni e raggi laser, sono uno spettacolo senza precedenti per la serie. Il numero e livello di dettaglio delle texture è abbastanza buono, sempre considerando del tipo di gioco che si sta valutando. Certo non si può dire che è tutto tirato a lucido. Un effetto motion blur presente e alcuni cali di frame specie nelle fasi più concitate in ampi spazi fanno storcere il naso. Le scene d’intermezzo ad esempio, sempre realizzate con il motore grafico del gioco, ora godono del motion-capture ma soffrono sporadicamente di un frame-rate scricchiolante e proprio del fastidioso effetto scia dovuto al massiccio utilizzo del filtro motion blur, tutto questo minando la spettacolarità e la cura profusa dal team di sviluppatori.

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Parlando degli scenari è impossibile non notare come vi sia una sorta di qualità alterna: gli ambienti urbani risultano a volte poco curati nella realizzazione grafica e sembrano appartenere alla precedente generazione di console, mentre la varietà dei paesaggi naturali farà restare estasiati molti di voi per la ricchezza di dettagli, grazie a scelte cromatiche ed un numero elevato di elementi mossi contemporaneamente su schermo.

halo-reach_campaign_pic012Il restyling artistico riguarda da vicino anche gli Spartan. Armature particolareggiate, ricche di piccoli dettagli come graffi e ammaccature mostrano quanta cura sia stata riposta in questo lavoro. Anche le armi ora godono di una veste grafica rinnovata a tal punto che potremmo ammirare segni di usura quali ruggine, riflessi in tempo reale e qualche particolare in più. Come dicevamo prima tutta questa magnificenza grafica porta con sé il classico rovescio della medaglia, difatti in più di un’occasione assisteremo ad un calo di fluidità piuttosto evidente. Tali cali di frame-rate sono presenti ahi noi anche in alcune mappe e modalità multiplayer, un esempio su tutte Firefight.

La pulizia grafica generale si attesta su ottimi livelli, così come la gestione delle luci dinamiche che potrete apprezzare in special modo nelle ambientazioni notturne. Menzione d’onore alle esplosioni e agli effetti particellari che condiscono l’azione di gioco, veramente strabilianti.

Sulla sponda sonora non si può muovere nessuna critica negativa. Gli effetti sonori sono eccelsi e usufruendo di un buon home theatre vi sentirete immersi nella battaglia per l’umanità sino al midollo, con musiche evocative ed ancestrali che saranno la vostra musa ispiratrice sino al drammatico e commovente finale. Il doppiaggio è curato in maniera sufficiente, svolgendo la sua funzione, niente di più, niente di meno, forse dovuto anche al fatto che non si avverte il carisma dei protagonisti.

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Se la recensione finisse qua, la domanda che ci porremmo sarebbe la seguente: “questo Halo, vale i soldi spesi?”

Continuate a leggere per scoprirlo.

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